Sedici carrellisti che effettuavano servizi a bordo dei treni Intercity di Trenitalia sono stati licenziati lo scorso gennaio.
La decisione, presa durante il periodo più serrato della pandemia, ora viene messa in discussione da Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti Ugl Fast e Orsa, che proprio questa mattina hanno organizzato un’azione di volantinaggio e di protesta dei lavoratori del servizio ristoro nell’atrio della stazione di Genova Principe.
Con l’arrivo della bella stagione e con il graduale ritorno alla normalità, i viaggiatori aumenteranno nuovamente, e il perdurare della soppressione del servizio di ristoro appare quindi immotivata.
La richiesta delle sigle sindacali è quella di ripristinare il servizio e reintegrare le 16 persone rimaste senza lavoro.
Francesco Bottiglieri Segretario Regionale e Organizzativo Fit Cisl Liguria commenta: “I sedici lavoratori della società Unidis hanno iniziato ad avere difficoltà durante il periodo del covid perché i carrellini sono stati eliminati dai treni. A bordo treno ora però sono state messe le macchinette e i lavoratori licenziati. Nonostante svariati incontri con l’assessore Berrino in Regione, da parte di Trenitalia non sono state prese decisioni e le sedici famiglie interessate passeranno una pasqua triste”.
Lo sfogo di uno dei lavoratori interessati: “Siamo arrabbiati, ci hanno chiuso le porte in faccia. Sono due mesi che non prendiamo neanche la cassa integrazione. Purtroppo abbiamo pagato cara la pandemia, pensavamo di avere un lavoro costante ma siamo rimasti senza niente. La situazione è questa: chi ha bambini, chi ha svariate spese, siamo tutti rimasti a terra”.
Oscar Matarazzo di UIL trasporti aggiunge: “Siamo qui per sostenere i 16 ragazzi che da gennaio sono stati messi in cassa e fino a oggi non hanno percepito entrare. L'opinione pubblica cerchiamo deve capire cosa sta succedendo. Il lavoro dei carrellisti è ancora fondamentale, sono state inserite le macchinette automatiche sui treni ma ancora molti ne sono sprovvisti, e ci sarebbe ancora spazio per questi lavoratori”.
Commenta Laura Andrei Segretaria Generale Fit Cgil Liguria: “Sono mesi che stiamo chiedendo a Trenitalia una ricollocazione per questi lavoratori, ma non si fa carica di questa vertenza. Abbiamo scritto al Ministero dei Trasporti ce chiesto incontri in Regione ma a oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta. I carrellisti licenziati sono soci lavoratori di una cooperativa, che ha dichiarato la liquidazione, quindi tra poco non avremo più neanche la cooperativa”.
Presenti a sostegno dei lavoratori anche Cristina Lodi, consigliera comunale PD, insieme al consigliere regionale Pippo Rossetti: “Sedici famiglie non ricevono lo stipendio da mesi, non sono nella testa e nel cuore di Trenitalia, hanno perso il lavoro senza aver diritto alla cassa integrazione. Trenitalia dovrebbe valutare una ricollocazione o ripensare al servizio, il covid ha gravato sui trasporti ma si possono trovare soluzioni. La regione fa finta di occuparsene ma poi, di fatto, li lascia soli”.
Per concludere il consigliere regionale del Partito Democratico Pippo Rossetti dice: “Sedici lavoratori del servizio carrellini ristoro degli intercity vengono lasciati a casa e da mesi non ricevono né stipendio né ammortizzatori sociali. Sorprende come Trenitalia non solo non assorba nel suo grande gruppo queste persone ma anche come costruisce gli appalti e gli affidamenti dei servizi esternalizzati, che non garantiscono neanche gli ammortizzatori sociali. E’ imbarazzante, in questa situazione, il silenzio della Regione Liguria, che si limita alle parole senza alcuna scelta incisiva. Visti gli investimenti che la Regione fa su Trenitalia e le ferrovie, sarebbe il caso che si impegnasse di più per dare dignità e garanzie ai lavoratori.
Avevamo già chiesto mesi fa alla Giunta di intervenire e di farsi carico dei 16 dipendenti in attesa della ripartenza a pieno regime del trasporto ferroviario e la ripresa del turismo, portando in aula le istanze dei sindacati, ma la richiesta è caduta nel vuoto, solo promesse non mantenute. Speriamo che ora sia la volta buona e che la Regione si decida a intervenire”, conclude Rossetti.

















