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Sanità | 19 maggio 2022, 12:03

Vaiolo delle scimmie, Bassetti: "Non possiamo permetterci una nuova epidemia"

I sintomi con cui si manifesta sono soprattutto febbre, mal di testa e dolori muscolari e alla schiena, accompagnati da eruzioni cutanee in alcuni casi

Vaiolo delle scimmie, Bassetti: "Non possiamo permetterci una nuova epidemia"

I primi casi in Europa di vaiolo delle scimmie sono stati riscontrati in Portogallo, UK e Spagna: resta ancora da gestire la fine dell’emergenza Covid che già una nuova infezione potrebbe far paura nel nostro continente. Ad affermarlo è Matteo Bassetti, che con un post su Facebook mette in guardia: “Finita l’emergenza del Covid, ecco un’altra infezione che mai si era vista trasmessa da uomo a uomo nel nostro continente. Si tratta del vaiolo delle scimmie. Sono già segnalati decine di casi in Europa: 14 in Portogallo, 9 in UK e 7 in Spagna. Tutti i casi sinora diagnosticati sono stati riscontrati tra uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini, configurando  una probabile trasmissione all'interno della comunità”.

L’infezione viene chiamata vaiolo delle scimmie perché, nel 1958, venne riscontrata proprio in alcune scimmie da laboratorio, ma può colpire anche altri animali, di solito roditori, come topi, scoiattoli, ratti e conigli. “Il contagio dall’animale all’uomo è piuttosto raro - spiega Bassetti - ed è causato principalmente da contatto con fluidi corporei o croste di esemplari infetti. La trasmissione della malattia negli uomini, anch’essa piuttosto rara  ma non per questo impossibile, è invece causata non solo dal contatto con fluidi corporei del soggetto malato ma anche dalla condivisione di biancheria e contatto “faccia a faccia” prolungato.

Non bisogna farsi allarmare, secondo l’infettivologo, ma è necessario non abbassare la guardia: “Simile alla malattia che colpisce gli esseri umani, il vaiolo delle scimmie non è grave e viene generalmente curato entro poche settimane. I sintomi con cui si manifesta sono soprattutto febbre, mal di testa e dolori muscolari e alla schiena. È possibile che in alcuni casi si presenti anche un'eruzione cutanea con caratteristiche simili alla varicella o alla sifilide.  La mortalità segnalata negli esseri umani colpiti dal vaiolo delle scimmie si attesta attorno al 10% dei casi diagnosticati, percentuale inferiore al vaiolo “classico” che solitamente presentava una mortalità del 30% prima di essere debellato”.  

“È ora molto importante riconoscere i casi sospetti, isolarli e risalire rapidamente a tutti i contatti in modo da cercare di fermare sul nascere questa infezione. - conclude - Bisogna agire rapidamente e uniti. Non possiamo permetterci una nuova epidemia”.

Redazione

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