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Politica | 01 giugno 2022, 14:57

Sempre meno studenti a Genova, Cristina Lodi: “Non basta dire che è colpa del calo demografico”

Secondo la consigliera comunale del Pd, ricandidata alle prossime amministrative del 12 giugno, “questa amministrazione non solo non è stata lungimirante, non guardando i dati demografici in un’ottica di programmazione e riorganizzazione dei servizi, ma lascia tutto al caso”

Sempre meno studenti a Genova, Cristina Lodi: “Non basta dire che è colpa del calo demografico”

Il calo demografico di Genova si fa sentire sotto diversi aspetti e anche il mondo dell’istruzione non fa eccezione, con dati in picchiata rispetto alla popolazione scolastica, tra il 2022/2023 e gli anni precedenti. Il bilancio è contenuto all’interno di un documento prodotto dalla Città Metropolitana che è stato inviato nei giorni scorsi ai dirigenti scolastici di tutto il territorio e che sarà prossimamente oggetto di una riunione, per fare il punto della situazione e immaginare delle prospettive. Quel che emerge maggiormente è che gli studenti sono sempre meno man mano che si scende per età, e che l’incidenza degli stranieri sulla popolazione scolastica sta diventando sempre più ampia. Il documento della Città Metropolitana contiene inoltre alcune statistiche aggiornate rispetto alle scelte fatte per la scuola secondaria di secondo grado.

A livello di popolazione demografica per classi di età scolastica, i diciottenni sono circa 7000, un numero che scende a poco a poco rispetto all’età. Quelli di dieci anni, cioè, sono 6500, quelli di cinque anni sono 5800, quelli di tre anni poco più di 5000, quelli tra gli zero e i due anni sono poco meno di 5000. La curva, quindi, va progressivamente verso il basso, e questo è un primo elemento da considerare che la dice lunga sul tema del calo demografico. Il secondo elemento è, come si diceva, l’incidenza degli studenti stranieri su questa curva: sono intorno al 20% nella fascia tra zero e tre anni, il 15% nella scuola elementare, l’11,4% nella scuola media e il 10% nelle scuole superiori. Quindi non solo la popolazione scolastica è scesa: sarebbe scesa ancor di più contando solamente gli studenti italiani, mentre a mantenere una media leggermente migliore sono appunto gli stranieri.

Già a partire dal prossimo settembre, partenza dell’anno scolastico 2022/2023, ci saranno oltre sessanta classi tagliate (di cui quaranta a Genova). È il caso, ad esempio, della ‘Vittorio Alfieri’ di Multedo, che salterà la prima: non era mai successo in oltre novant’anni. 

Cristina Lodi, consigliera comunale del Partito Democratico e ricandidata alle elezioni amministrative del prossimo 12 giugno, più volte durante i cinque anni del suo mandato ha lanciato allarmi in questo senso e discusso atti presso il Comune: “Come era facilmente intuibile e come ho denunciato più volte, questa amministrazione è arrivata impreparata a una situazione che era chiara ed evidente. Guardando i dati dei nuovi nati, già si può sapere come intervenire e quali politiche sono necessarie da qui a due-tre anni. Questa amministrazione non solo non è stata lungimirante, non guardando i dati demografici in un’ottica di programmazione e riorganizzazione dei servizi, ma lascia tutto al caso, tanto che di questo ne pagheranno le conseguenze le famiglie e i lavoratori”.

Secondo Cristina Lodi, “è necessario tornare a concentrarsi sul potenziamento dei poli educativi e, con i dati alla mano dei bambini e i nati da quest’anno, provare a fare una riorganizzazione del sistema educativo partendo dagli asili nidi, le scuole materne, per poi arrivare anche alle altre scuole. È necessario farlo con il coinvolgimento non solo del Comune, ma anche della Regione e del Ministero, per una delle città che sta perdendo più popolazione in assoluto. Altra cosa da potenziare sono le politiche di investimento sui servizi, perché ancora oggi troppe donne a Genova lasciano il lavoro per dedicarsi alla cura dei bambini. Probabilmente il fenomeno della denatalità è dovuto anche a una città che non offre servizi adeguati e non sostiene in maniera corretta la maternità”. Tutti elementi sui quali ragionare concretamente è un dovere, per non avere una città sempre più anziana e sempre meno improntata, realmente, verso il futuro delle proprie generazioni.

I.P.E.


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