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Attualità | 03 giugno 2022, 15:00

Monsignor Granara sul sindaco che verrà: “Sappia unire tecnica ed etica ed ascolti il mondo di parrocchie, associazioni e scuola”

A 800 metri di altezza sul Monte Figogna, lo storico rettore del Santuario della Madonna della Guardia ricorda che se esiste una eccellente Costituzione è perché “c’è stata unione e si sono lasciate da parte le idee che contrappongono”. Ed esorta a evitare attacchi contro qualcuno, solo perché ha idee diverse dalle proprie

Monsignor Granara sul sindaco che verrà: “Sappia unire tecnica ed etica ed ascolti il mondo di parrocchie, associazioni e scuola”

Tecnica ed etica. Sono queste le due istanze che dovrà saper coniugare e mixare opportunamente per essere un buon sindaco, quello che uscirà dalle urne dei seggi di Genova domenica 12 giugno. Ad affermarlo è una delle figure più nobili e storiche della chiesa genovese: monsignor Marco Granara, da lunghissimo tempo rettore del Santuario della Guardia, punto di riferimento nazionale per i credenti e Santuario cui gli abitanti della Lanterna sono particolarmente affezionati, in quanto meta di pellegrinaggio nella storia moderna di tre Papi, ma soprattutto perché la città è affidata proprio alla Madonna, che questo luogo sacro rappresenta massimamente. E che sembra guardare Genova dall0alto, ad 800 metri di altezza, sulla cima del Monte Figogna.

“Bisogna misurare l’efficienza tecnica, che deve avere un sindaco, anche con qualità etiche - osserva il monsignore - perché mi pare che leggi e provvedimenti amministrativi sono il frutto di maturazione morale, intellettuale. Un sindaco non deve essere un moralista o un predicatore, ma a volte certe carenze anche sociali e operative sono derivanti da demotivazione di carattere culturale e tecnico”.

“Per questo - insiste il rettore della Guardia - bisogna vedere come mettere insieme tecnica e morale. Molto importante lavorare in rete. Un sindaco non deve diventare succube di qualcuno o creare zone di privilegio, ma deve ascoltare la società reale e quella che ha qualifiche fatte con anni di scuola e educazione”.

Non manca, nel pensiero di monsignor Granara sul sindaco che verrà, il rapporto con le parrocchie: “Senza mai suscitare problematiche di carattere ideologico - afferma- le parrocchie hanno funzione educativa. La Curia non chiede privilegi, ma se il mio mestiere è educare, queste, come la scuola e le associazioni, devono avere questo ruolo riconosciuto di educatrici. E con queste occorre confrontarsi. Non dico di creare facilitazioni, ma che ci sia un dialogo continuo”.

E monsignor Granara sottolinea inoltre la necessità assoluta di evitare contrapposizioni strumentali, citando la recente Festa della Repubblica. “La possiamo fare - dichiara - perché si sono messi assieme Togliatti e De Gasperi che erano su fronti opposti. Hanno ripensato un canone ideologico per il bene della nazione e se abbiamo una Costituzione che fa invidia a tutti, è stato proprio per questo. Non uno contro l’altro e sempre nel massimo rispetto per le idee di tutti”.

Ma il sacerdote non evita temi anche pratici come la casa; “Oggi - dice - è un problema enorme”. “Ci sono tanti appartamenti sfitti - indica Granara - perché sono fatiscenti e mancano i soldi per metterli in ordine o al privato conviene tenerli vuoti piuttosto che affittarli, rischiando problemi. Si diano aiuti ai privati per poter mettere sul mercato questi immobili. Ci siano aiuti e non si creino problemi”. E come appello ai contendenti per Palazzo Tursi, il rettore della Guardia ribadisce che chi vince dovrà lavorare in rete e tutti dovranno evitare polemiche “costruite”. “Se qualcuno fa una cosa buona gli va riconosciuto, anche se non appartiene alla propria parte. Non si deve ragionare in base agli schieramenti e darsi addosso l’uno contro l’altro”.

Dino Frambati

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