Succede spesso che durante la prima fase di frequentazione tra due persone, nel momento in cui la conoscenza di fa avanti in punta di piedi, uno dei due senza darne preavviso o spiegazione, sparisca nel nulla. Cosa sta succedendo? Una delle due parti abbandona la nave, abbandona l’altro e si dà ad una fuga matta e disperatissima.
Inizia tutto con risposte sempre meno frequenti a messaggi o chiamate, desiderio di vedersi sempre in calo e scarso interesse per la vita e i pensieri della persona che si sta frequentando. Il tutto ha un decorso di solito abbastanza breve: queste evidenze le ritroviamo nel giro di due o tre giorni e poi l’acmè. La sparizione totale.
Molte vittime di queste dinamiche cadono in una tristezza profonda, si tormentano per giorni (e forse anche settimane) di domande, spiegazioni plausibili, interpretazioni dell’accaduto. Questo perché è molto difficile e doloroso per la nostra mente accettare che qualcuno che fino al giorno prima c’era, di improvviso non ci sia più. In effetti quando questo succede, può essere assimilato a una forma traumatica, perché è un avvenimento inaspettato.
Perché avviene tutto questo?
Non saremo mai nella mente di chi agisce il “ghosting”, però si può immaginare qualcosa.
La relazione probabilmente non andava come la persona che sparisce aveva bisogno che andasse: si annoia, si stufa, non sente quella dipendenza che avrebbe bisogno di sentire. Ebbene sì, perché se parliamo di “ghosting” dobbiamo parlare di aspetti narcisistici e di dipendenza.
Senza generalizzare in modo superficiale, chi inizia una conoscenza in modo vicino, apparentemente interessato e vero e poi decide di sparire di netto senza spiegarsi ha degli aspetti narcisistici marcati. La relazione per lui o lei potrebbe essere un modo per sentirsi considerati, per sentirsi adeguati socialmente, vincenti. Spesso queste persone non vedono chi hanno di fronte con curiosità, cercando di conoscerne le caratteristiche caratteriali, le inclinazioni e le sfumature, ma semmai usano l’altro e quella conoscenza per un bisogno proprio di sentirsi pieni, accettati, voluti. Tutta farina del loro sacco insomma, non c’è disponibilità vera né spazio alcuno per l’altro. Infatti in questi casi non si può parlare di relazione perché non esiste lo sguardo reciproco, ma sopravvive solo una necessità per il proprio “Sé” di sentirsi integrato e forte attraverso il partner.
Ecco perché chi pratica il “ghosting” in realtà potrebbe essere caratterizzato da aspetti di dipendenza un po’ camuffati: si accorge che il partner vuole uno scambio con lui e non è disposto a sostenere unicamente la sua immagine, quindi sdegnato e rabbioso agisce andandosene senza avvisare, senza rispettare, senza pensare di far male. Quello di cui ha estremo bisogno non lo può ottenere e quindi, semplicemente, abbandona il campo e lascia il vuoto.
Per chi è vittima di questo processo potrebbe essere utile immaginare di essere per questi “Ghosts” come uno specchio. Se accettate di fare gli specchi e non avete altre richieste di essere visti per come siete, tutto bene, sarete contenitori della loro immagine per sempre. Se invece avete la voglia di esistere e di avere uno scambio, e dunque una relazione vera, fate prima a scappare più forte di loro.
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