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Attualità | 16 giugno 2022, 09:48

Lavoro e smart working, psicologi del lavoro in prima linea per la gestione del cambiamento (Video)

L’Aula Magna del Disfor (Università degli Studi di Genova) ha accolto un importante convegno sul tema del lavoro e del suo mutamento

Lavoro e smart working, psicologi del lavoro in prima linea per la gestione del cambiamento (Video)

Dopo i due anni di pandemia il mondo del lavoro ha subito un drastico cambiamento. Presso l’Aula Magna del Disfor alcuni esperti del mondo lavorativo e della psicologia si sono riuniti per discutere insieme e trovare soluzioni concrete che possano garantire una sicura transizione.

 

Ci siamo dovuti adattare perché improvvisamente ci siamo trovati tutti chiusi in casa con lo smart working - sottolinea Francesca Belgrano, imprenditrice Aidp -  Per le aziende informatiche è stato più facile perché già abituate ad utilizzare gli strumenti per fare riunioni da remoto. Quello che è cambiato fortemente è stato il contatto con le persone. La lontananza ha cambiato il modo di pensare. E’ cambiato anche l’attaccamento delle persone, dei dipendenti verso il luogo di lavoro”.

“Abbiamo parlato del ruolo che la psicologia del lavoro può avere nell’aiutare le aziende ed i lavoratori ad affrontare questo cambiamento in modo positivo”, dichiara Matteo Costa, psicologo del lavoro.

Lo psicologo del lavoro sta assumendo un ruolo sempre più centrale all’interno dell’ambiente lavorativo proprio perché ha il compito di coniugare vecchi paradigmi lavorativi con quelli nuovi e con le nuove tecnologie.

“Il nostro obiettivo è sempre quello di promuovere la nostra professionalità e le varie attività di consulenza e formazione che offriamo alle aziende - spiega Priscilla Dusi, coordinatrice del gruppo di psicologia dell’organizzazione dell’Ordine delle psicologhe e degli psicologi della Liguria - Abbiamo sentito la necessità di organizzare questo convegno per offrire alle aziende quello che può essere il nostro supporto tramite diverse attività. Ci siamo resi conto che non solo la pandemia ma anche le varie trasformazioni sociali stanno rivoluzionando il mondo delle organizzazioni e i bisogni dei lavoratori. Come presidente dell’associazione italiana formatori - delegazione Liguria ringrazio per le tematiche trattate in quanto sono molto vicine a quelle che stiamo promuovendo ora tra i soci. Riteniamo questi temi fondamentali per la crescita professionale dei lavoratori delle aziende del nostro territorio”.

“Dopo la pandemia è cambiato tutto, dallo stile di vita all’attività lavorativa e questo per gli psicologi è fondamentale - commenta la psicologa del lavoro Alva Voltolini - Essi hanno il compito di vedere il cambiamento come una possibilità e non come paura”.

“La reazione all’evento traumatico pandemico all’inizio ha avuto una adozione dei metodi formativi, traslati da quella che è la pratica in presenza a quella online - dice Fabrizio Bracco, docente di psicologia del lavoro presso Unige - La cosa però si è rivelata poco efficace e dunque questo ha permesso di ripensare la formazione nella sua profonda natura adottando strumenti digitali che possono diventare una risorsa e non solo un mezzo”.

“Normalmente la psicologia del lavoro viene vista in un’ottica negativa, come quella psicologia che risolve i problemi ed interviene nel disagio - sostiene la psicologa del lavoro Ermila Kilowa - Invece la psicologia del disagio può migliorare le performance delle persone, può ottimizzarle per rendere l'azienda più competitiva”.

Con l’affermarsi dello smart working tra i datori di lavoro si è fatto largo il pregiudizio che chi lavora da casa in realtà non lavora.

“I pregiudizi sono tanti, la pandemia ci ha catapultato in una realtà sempre più ibrida che oggi stiamo imparando a misurare e stiamo imparando a trovare l’equilibrio -
spiega Bianca Maria Cavallini, membro dell’esecutivo dell’Ordine dell’Ordine delle psicologhe e degli psicologi della Liguria - Sicuramente la psicologia del lavoro in questo può dare una mano”.

“E’ molto miope vedere le cose in questo senso - commenta Paolo Macrì, presidente della sezione terziario di Confindustria Genova - Il cosiddetto fannullone  è qualcuno che non lavora né a casa né in ufficio. Se un lavoratore produce il lavoro non certo dalla timbratura del cartellino che lo misuro”.

Inevitabilmente lo smart working è sbarcato anche nelle strutture pubbliche. Attualmente sono numerosi i lavoratori del comune di Genova che si dividono tra lavoro e casa:

“In totale sono 5 mila dipendenti: abbiamo circa 2.860 contratti in smart working con una media giornaliera di 1200 persone che si alternano tra il lavoro a casa e in ufficio. Uno o due giorni a settimana, a seconda delle situazioni”, dice Alessio Canepa, dirigente dell’ufficio risorse umane del comune di Genova.

“Con la scuola di amministrazione abbiamo avviato un programma imponente di formazione per i nostri dipendenti - afferma Nicola Iacobone, responsabile della scuola di amministrazione del comune di Genova - In questi ultimi 3/4 anni abbiamo abbiamo rinnovato annualmente quasi il 10% della forza lavoro della nostra azienda quindi si tratta di un’occasione di rinnovamento straordinario per una grande amministrazione come la nostra dopo molti anni in cui non venivano fatti i concorsi”.

Marco Garibaldi

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