/ Economia

Economia | 12 agosto 2022, 10:43

Imprenditoria femminile: dal rapporto Unioncamere luci e ombre anche per la Liguria

Unioncamere ha presentato il quinto rapporto sull'imprenditoria femminile, che consegna un quadro di luci e ombre, anche per le imprese liguri

Imprenditoria femminile: dal rapporto Unioncamere luci e ombre anche per la Liguria

Unioncamere ha presentato il quinto rapporto sull'imprenditoria femminile, che consegna un quadro di luci e ombre, anche per le imprese liguri.

Da un lato, infatti, i dati restituiscono imprese a conduzione femminile con maggiore propensione a nuovi investimenti in digitale e green (rispettivamente 14% e 12% delle imprese, a fronte dell' 11% e 9% dei colleghi uomini), così come maggiore è la richiesta di interventi in materia di formazione, sensibilizzazione e incentivazione fiscale (mediamente 2 punti percentuali in più rispetto alle imprese non femminili). Dall'altro, il tasso di sopravvivenza è nettamente peggiore per le imprenditrici: 79,3% a 3 anni contro 83,9% degli uomini, forbice che si allarga ulteriormente a 5 anni (68,1 Vs 74,3%).

«Sicuramente sono numeri su cui occorre riflettere - osserva Francesca Recine, imprenditrice e presidente di Fismo-Confesercenti Genova - Il dato non è da leggere tanto in relazione all'attività imprenditoriale, quanto in rapporto ai servizi per il welfare familiare, a maggior ragione dopo l'impatto del Covid-19 sul tessuto economico».

La Liguria ha una percentuale di imprese femminili pari alla media italiana (22,1% del totale) con 35.672 attività su un totale di 161.414, mentre si colloca al di sopra della media del Nord-Ovest, ferma al 20,4%. Interessante anche il dato delle imprenditrici nate in Liguria, pari al 17,6%, ben oltre la media italiana del 10,2%.

«È senza dubbio un report molto interessante - prosegue Recine - anche per quanto riguarda l'allocazione delle risorse legate ai fondi strutturali della Regione Liguria, per cui occorre ricomprendere delle premialità specifiche per le imprese femminili e ragionare sulla possibila applicazione della certificazione della parità di genere».

«Altro punto importante - conclude la presidente Fismo - è quello che riguarda la formazione delle imprese, da prevedere alla stessa stregua dell'obbligo di formazione per i dipendenti, attraverso la predisposizione di piani formati mirati sui nuovi paradigmi aziendali e calati nel contesto economico e sociale».

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium