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Attualità | 12 settembre 2022, 11:33

“Da 0 a 100 - Vogliamo tutto”: gli studenti in piazza per riportare la scuola al centro delle agende politiche (Video)

100 proposte per rendere la scuola migliore, e di conseguenza anche il paese: la manifestazione della Rete degli Studenti Medi. "Non vogliamo rimanere in silenzio"

“Da 0 a 100 - Vogliamo tutto”: gli studenti in piazza per riportare la scuola al centro delle agende politiche (Video)

Da 0 a 100 - Vogliamo tutto” è lo slogan della protesta della Rete degli Studenti Medi che questa mattina ha animato piazza De Ferrari, proprio davanti al palazzo della Regione. “0 è la considerazione che ci viene data, 0 sono le risposte alle nostre domande e le misure messe in atto per rendere la scuola migliore di quello che è. Il 100 rappresenta il numero delle nostre proposte: per cambiare la scuola e per cambiare il paese” spiega Francesco Devoti, Segretario Metropolitano della Rete degli Studenti Medi. 

Il nostro paese andrà alle elezioni dopo 2 anni e mezzo in cui la scuola non è stata per nulla ascoltata. Anche in questa tornata elettorale sarà così perché nei programmi non troviamo sufficienti risposte alle nostre richieste. Un paese che non pensa alla scuola e al suo futuro e ai suoi giovani evidentemente è un paese che è destinato a fallire” continua Devoti“. 

Noi siamo qui perché vogliamo rendere informata la cittadinanza: siamo in pace con noi stessi, non siamo stati spettatori silenti di quello che accade nel nostro paese”.

I punti del programma sono tanti, che cosa avete chiesto nello specifico? 

Abbiamo costruito questa piattaforma anche in vista delle elezioni. Noi abbiamo delle rivendicazioni sulla scuola e sul mondo che ci circonda, che partono dall’edilizia scolastica fino ad arrivare al trasporto pubblico per gli studenti, dalla piattaforma che abbiamo creato l’anno scorso sulla salute mentale “Chiedimi come sto” dedicato al benessere psicologico all’interno delle scuole e lo psicologo di base a alla riforma delle rappresentanze nelle scuole. 

Crediamo che la politica ci debba ascoltare, dopo tanti anni in cui la nostra generazione è stata bistrattata con la dad, l’ultima maturità e il disinteresse che ha riguardato il malessere di studenti e studentesse”. 

E dalla politica che messaggi sono arrivati?

La politica ha dato qualche tiepido segnale, specie la sinistra e il centro sinistra, ma riteniamo che queste idee portate avanti siano un po’ raffazzonate e insufficienti rispetto alle nostre richieste e alle vere urgenze del mondo della scuola”.

I giovani sono spesso grandi assenti della politica, ma la disoccupazione giovanile è un grande problema. Qual è il vostro punto di vista su questo punto?

Il rapporto con il mondo del lavoro viene impostato in due momenti: l’alternanza scuola lavoro (ora PCTO) e l’immissione vera e propria nel mondo del lavoro di studenti e studentesse. L’idea è molto chiara per noi: l’alternanza deve far parte del percorso di studi degli studenti che scelgono di avvicinarsi a un progetto, cosa che ancora non avviene perché molto spesso sono generici e poco specialistici rispetto al percorso di studi che si è scelto, e devono andare di pari passo con i programmi di sicurezza sul lavoro. 

Sull’immissione nel mondo del lavoro crediamo che incentivare l’occupazione giovanile sia un problema fondamentale che deve essere affrontato dalla politica in questo momento e ci auguriamo che venga fatto in modo prepotente rispetto a quanto fatto fino a oggi”.

Rispetto allo scorso anno scolastico come rientrete in classe mercoledì? Cosa sarà cambiato?

Sappiamo che rispetto allo scorso anno verrà meno una certa dose di misure di sicurezza, derivanti dal fatto che forse la pandemia sta prendendo una piega migliore.

Se le misure saranno aumentate di nuovo per garantire la sicurezza, lo riterremo doveroso. Dopo di che questo calo delle misure di sicurezza sarà un incentivo a riprendere la socialità che in questi anni abbiamo perso e che ha causato dei problemi di salute mentale a studenti e studentesse: in tanti avevano perso interesse a uscire di casa, molti hanno sviluppato disturbi alimentari, e l’isolamento ha generato problematiche a livello psicologico e scolastico, facendo perdere la parte formativa dei rapporti interpersonali tra studenti e docenti. Questo ha negativizzato molto l’immagine della scuola. Crediamo sia fondamentale sfruttare il momento per riprendere gli spazi persi durante la dad e la pandemia”.

Chiara Orsetti

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