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Sanità | 16 settembre 2022, 07:29

Marco Macrì, il papà genovese che si batte per i diritti dei disabili: "Ho incontrato Letta, Salvini e Meloni, ma la politica nazionale è distante"

Marco Macrì è un papà genovese che ha a cuore i diritti dei disabili, perché il figlio lo è, e perché, come spiega nell'intervista che ha rilasciato a La Voce di Genova, è da tempo a contatto con realtà che riguardano la disabilità

Marco Macrì, il papà genovese che si batte per i diritti dei disabili: "Ho incontrato Letta, Salvini e Meloni, ma la politica nazionale è distante"

Lo si vede spesso ultimamente a margine dei comizi dei leader nazionali, da Letta a Salvini, passando per Giorgia Meloni. Marco Macrì è un papà genovese che ha a cuore i diritti dei disabili, perché il figlio lo è, e perché, come spiega nell'intervista che ha rilasciato a La Voce di Genova, è da tempo a contatto con realtà che riguardano la disabilità. Giovedì ha interrotto il comizio della leader di Fratelli d'Italia con cui ha avuto un incontro di alcuni minuti appena Giorgia Meloni è scesa dal palco. Si dice motivato a combattere, perché per i diritti dei disabili, spiega “non c'è più tempo”.

Il messaggio che vorrei lanciare e far circolare – afferma - è che la disabilità non si ha solo per nascita, ma si può diventare disabili. Parlare di disabilità, rendere le città più inclusive è un obbligo di ogni cittadino. Si può diventare disabili per una malattia degenerativa o per un incidente stradale. Oggi non occuparsi di un bambino, un adolescente o un anziano disabile significa non essere persone con la giusta sensibilità. Personalmente mi faccio promotore di questa cosa non solo per il mio scopo personale, perché ho un bimbo disabile, ma anche perché sono a contatto con realtà che riguardano la disabilità”.

Da tempo si batte sul tema, ricordiamo la battaglia delle 1200 famiglie in attesa di ricevere le cure. Qual è la situazione in Liguria?

E' tragica, non è cambiato molto. Toti a dicembre 2021 ha aperto le liste d'attesa all'Asl per via di alcune assunzioni che aveva promesso e che ci sono state. Da gennaio Asl eroga alcune terapie, purtroppo a oggi non sono stati assunti i logopedisti, ritengo ci sia stata poca lungimiranza perché più volte avevo rimarcato che modulando il passaggio tra privato accreditato a pubblico si sarebbero potuti inserire molti più bambini e si sarebbe creato molto meno disagio alle famiglie che aspettano un tempo medio di tre anni e mezzo, quattro, contro una media nazionale che è di diciotto mesi”.

Tra le vicende di cui si è occupato c'è quella della scuola di via Duca degli Abruzzi.

Domani (oggi per chi legge) avrò un incontro secondo me molto importante con il Provveditorato agli Studi, con l'ex dirigente Andrea Ravecca e con l'attuale dirigente Lucia Dragotto. Cercherò di perorare al massimo la causa di questi ragazzi e di comprendere quali sono le soluzioni educative più inclusive per questi bambini”.

Quali sono state le sue impressioni dopo l'ultimo incontro con Giorgia Meloni?

La politica nazionale secondo me è lontana dalle situazioni locali. Me ne sono reso conto parlando con il dottor Letta, parlando con Giorgia Meloni, con Salvini. Purtroppo le realtà locali dovrebbero relazionarsi molto di più con i leader nazionali perché da Roma si dipanano economie importanti, vengono fatte delle leggi importanti, l'ultima è la 227, ma ricordo che il decreto 66 che riguarda le scuole è fermo dal 2017 e ancora manca dei decreti attuativi. Credo che per i bambini adolescenti e anziani disabili, non ci sia più di attendere. L'organizzazione mondiale della sanità, nonché i dati Istat parlano di un aumento progressivo con una media dell'8 per cento di anno in anno, non si può più attendere. Se a marzo del 2021 l'Europa dichiarava con sei missioni che andavano messe economie per l'inclusione delle persone disabili, non riesco a comprendere come mai si faccia così fatica a ottenere quello che a loro serve. Ci sono barriere architettoniche insormontabili in questa città ed è una cosa acclarata, ci sono poche spiagge per disabili, non ci sono protocolli se non per la disabilità motoria, per quello che riguarda la disabilità cognitiva a oggi non c'è nulla, ci sono piccole realtà felici, dovrebbero invece essere d'esempio e copiate su tutto il territorio ligure. Non è possibile che i leader politici vadano in una realtà privata come 'Pizza Aut' del mio amico Nico Acampora che con fatica è stata costruita con economie private e con investimenti e non si mettano nei panni dei genitori e dei bambini disabili perorando i percorsi di questi bambini. Se non si danno le basi e quindi cure e istruzione, non si potrà mai accedere al lavoro, a cui probabilmente non accederanno tutti, perché la gravità di alcune disabilità non lo permette, però comprendere che un bambino disabile può passare da spesa pubblica a essere un contribuente è una cosa importantissima”.

Lei ha detto che non voterà alle prossime elezioni.

No, ho deciso di non votare perché votare le accozzaglie politiche non porta da nessuna parte. Parlare di voto utile, come ultimamente si sente dire, secondo me è errato. A oggi questa legge elettorale non permette a un elettore, in base ai programmi politici e alle peculiarità che riguardano i disabili di arrivare a un obiettivo che è quello di iniziare a costruire un'Italia e una città inclusiva”. 

Francesco Li Noce

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