![25 aprile, Toti: “Celebriamo la libertà e chi ha lottato per essa"](https://www.lavocedigenova.it/typo3temp/pics/2_476f9ee8a0.jpeg "25 aprile, Toti: “Celebriamo la libertà e chi ha lottato per essa"")
“Pé Zena e pé San Zorzo”.
Si possono immaginare così i crociati genovesi mentre salutano la città con un grido, un misto di orgoglio e commozione, mentre le navi si allontanano dal porto e prendono il largo in direzione della Terra Santa.
Una devozione, quella dei genovesi verso San Giorgio che affonda le sue origini in un tempo lontano, quando il culto del Santo iniziò a diffondersi in città.
Addirittura, leggenda vuole che, prima del deciso assalto a Gerusalemme, San Giorgio, vestito in abito bianco con una grande croce rissa, sia apparso ai crociati genovesi indicando la via per la liberazione dagli infedeli.
Il vessillo simbolo dei crociati, era arrivato a Genova tramite una guarnigione dell’esercito bizantino di stanza in città; la bandiera era conservata nella chiesa intitolata al santo e veniva affidata alla nave ammiraglia della flotta in partenza per Gerusalemme con una cerimonia solenne.
Al ritorno, a bandiera veniva poi riportata nella chiesa con una lunga processione.
Ai capitani che si erano distinti per le loro imprese, la Repubblica concedeva il privilegio di poter decorare i portali del proprio palazzo con l’effigie del santo.
Ed ecco che oggi, passeggiando per le strade del Centro Storico, troviamo numerosi portali, alcuni vere e proprie opere d’arte, testimonianza delle imprese di tanti condottieri genovesi che secoli addietro, hanno dato prova di impegno e devozione portando onore al nome di Genova.
