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Municipio Valpolcevera | 10 maggio 2023, 15:17

Linea del Campasso, presidio dei cittadini fuori da Palazzo Tursi per chiedere confronti con RFI

Mentre è in corso la Commissione consiliare dedicata ai progetti del Campasso, un gruppo di attivisti ha appeso striscioni e chiede tutele e risposte

Linea del Campasso, presidio dei cittadini fuori da Palazzo Tursi per chiedere confronti con RFI

Mentre a Palazzo Tursi, in Sala Rossa, è in corso la Commissione consiliare “Progetti di rigenerazione e riqualificazione della zona del Campasso”, fuori dalla sede del Comune un gruppo di cittadini del “Comitato Liberi Cittadini di Certosa” ha appeso striscioni per ribadire la contrarietà alla mancanza di risposte che, in questi mesi, ha caratterizzato il progetto. 

“Le motivazioni del presidio derivano dal fatto che da quando è iniziato il cantiere per questo progetto di potenziamento del nodo ferroviario non si è mai avuto un dialogo con RFI, per cui tutto quello che avviene sul territorio e tutte le problematiche si trovano a vivere i cittadini coinvolti da questi lavori che hanno un impatto ambientale notevole, non hanno un interlocutore con cui poter arrivare a dei punti di incontro e di mediazione” spiega Rossana Aluigi, una delle rappresentanti del comitato.

“Oggi in Consiglio dovrebbero esserci anche i referenti di RFI, ci saranno anche i nostri esperti del coordinamento dei Comitati che lavorano da anni, perché è estremamente complesso tutto ciò che riguarda tutto quel cantiere perché mette insieme i lavori per la metropolitana e quelli del nodo ferroviario, con una serie di problematiche anche di natura progettuale, burocratica e normativa, e si spera che inizi un dialogo e un confronto che in qualche modo la popolazione venga tenuta in considerazione.

Questo cantiere arriva da lontano, è da molti anni che in progetto. Al giorno d’oggi non si possono più progettare grandi opere senza considerare la popolazione e il territorio intorno a quelle opere.
Queste opere non vengono realizzate nel deserto, ma all’interno di quartieri estremamente popolosi che hanno delle ricadute sull’ambiente e sulla salute importanti: quando si progetta un’opera uno dei criteri deve essere la salvaguardia della salute e della qualità della vita della popolazione. 

Se non ci si riesce si cerca un altro percorso. Il cartello che abbiamo portato dice “Noi non siamo incidenti di percorso”, vuol dire che i progetti non possono essere solamente fatti a regola d’arte dal punto di vista ingegneristico e costruttivo e tener conto di costi e benefici, ma anche di tutto quello che è il contesto. Questo è il motivo per cui come comitato siamo anche inseriti nella Rete dei Comitati Genovesi perché sta accadendo una devastazione di quasi tutti i quartieri periferici della città”. 

“Fin dall’inizio RFI si è fatta vedere solo mostrando il bellissimo progetto, senza più farsi né vedere né sentire” aggiunge Selene Parisi. “Hanno sempre detto che non c’era un percorso alternativo, ma sappiamo che non è così, ma il problema è che sarebbe stato un investimento molto più oneroso.
Abbiamo 6 cantieri solo che a Certosa: si vede nel disegno, le polveri si spostano in base al vento, o verso Sampierdarena o verso le scuole e via Fillak. 

In realtà il problema riguarda tutta Genova, le polveri volano, c’è il vento e bambini di serie A e di serie B non devono esistere. Non siamo tutelati: non abbiamo chiesto soldi, ma volevamo essere spostati, almeno durante i lavori. Non ci hanno ascoltato”. 

Chiara Orsetti

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