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| 03 ottobre 2023, 07:45

Tirreno Power, dopo 4 anni e mezzo oggi la sentenza del processo: una battaglia ambientale e sanitaria che dura da un decennio

L'11 marzo del 2014 l'ordinanza di sequestro dei gruppi a carbone di Tirreno Power firmata dal Gip Fiorenza Giorgi. Poi in Tribunale sono sfilati i cittadini e i consulenti dell'accusa, delle parti civili e della difesa

Tirreno Power, dopo 4 anni e mezzo oggi la sentenza del processo: una battaglia ambientale e sanitaria che dura da un decennio

11 marzo 2014. 19 marzo 2019. 3 ottobre 2023. Queste le tre date simbolo che partono proprio con l'ordinanza di sequestro dei gruppi a carbone di Tirreno Power firmata dal Gip Fiorenza Giorgi 9 anni e mezzo fa e che ha portato 5 anni dopo con molteplici accurate indagini da parte della Procura, testimonianze, una vera e propria battaglia dell'associazioni, dei cittadini, dei lavoratori, all'avvio del processo per disastro ambientale in Tribunale a Savona.

Che si concluderà proprio oggi dopo ulteriori 4 anni e mezzo con la sentenza di primo grado che verrà letta, presumibilmente nel primo pomeriggio, dal giudice Francesco Giannone.

Quattro anni nei quali si sono susseguite le testimonianze degli abitanti che vivevano in zona, da Vado a Quiliano, persino Savona, passando per le parole di chi aveva indagato in quegli anni e i consulenti della Procura, esperti del settore, come Fabrizio Minichilli, statistico ed epidemiologo che aveva lavorato come coordinatore dello studio di corte prendendo contatti con i referenti degli anagrafi di ogni comune (12 nella provincia di Savona), raccogliendo i dati sanitari sulla mortalità forniti dalla Regione Liguria.

La ricerca aveva valutato la relazione tra l’esposizione a inquinanti atmosferici emessi dalla centrale e il rischio di mortalità e ricovero in ospedale per cause tumorali e non tumorali, studiando tutta la popolazione residente dal 2001 al 2013 in 12 comuni intorno a Vado Ligure.

Nei 12 comuni considerati, nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti erano stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause (sia uomini che donne +49%) per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell’apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%).

La Procura aveva contestato all'azienda la mancata copertura del carbonile e la mancata realizzazione del VL6, l'utilizzo dei due impianti a carbone, VL3 e VL4, fino al 2013, facendoli lavorare a ritmi molto alti, la collocazione dello Sme a camino e le BAT (migliori tecnologie disponibili).

Tutte contestazioni respinte dalla difesa, con l'azienda che ha puntualizzato nelle sue repliche che "i limiti di emissione sono sempre stati rispettati. Di fronte a questa evidenza di pieno rispetto della legge, l’accusa ha sostenuto che bisognava invece attenersi alle BAT, indicazioni che non avevano alcun valore di norma e che peraltro erano già state considerate nell’autorizzazione rilasciata alla centrale dal ministero dell’Ambiente. Altro fatto accertato è che la qualità dell’aria a Savona è sempre stata tra le migliori d’Italia. Mai nessun superamento dei limiti per nessun inquinante, secondo i dati ufficiali di Arpal".  

3 anni e 6 mesi per 24 imputati e un'assoluzione. Queste erano state le richieste del Pm Elisa Milocco.

Non erano state ammesse le attenuanti generiche ed è stata richiesta l'assoluzione per l'ex consigliere d'amministrazione Jacques Hugè per non aver commesso il fatto.

E' stata richiesta invece la condanna per Giovanni Gosio, direttore generale dal 2003 al 2014; Massimo Orlandi, presidente del Cda in diversi periodi nonché membro del Comitato di Gestione; Mario Molinari, Andrea Mezzogori, Denis Lohest, Adolfo Spaziani, Jean-Francois Louis Yves Carriere, Pietro Musolesi, consiglieri d’amministrazione; Mario Franco Leone, presidente del «Da» tra il 2010 e il 2014; Giovanni Chiura, Aldo Chiarini, Olivier Pierre Dominique Jacquier, Agostino Scornajenchi, Alberto Bigi, Pascal Renaud, Giuseppe Gatti, Luca Camerano e Charles Jean Hertoghe, consiglieri d’amministrazione e membri del Comitato di gestione negli ultimi anni; Ugo Mattoni, direttore della Direzione Energy Management dal 2004 al 2014; Pasquale D’Elia, capo centrale dal dicembre 2005 al 2014; Maurizio Prelati, direttore della Direzione Produzione dal 2008 al 2014; Andrea De Vito, direttore della Direzione Amministrazione Finanza dal 2007 al 2014; Guido Guelfi, direttore della Direzione Ingegneria dal 2004 al 2014; Claudio Ravetta, direttore Produzione dal 2004 al 2008 e vice direttore generale dal 2008.

Nel processo erano stati ammessi (richiedendo anche un maxi risarcimento) oltre al Ministero dell’Ambiente, Ministero della Salute, WWF, Medicina Democratica, Greenpeace, Legambiente, Uniti per la salute, Anpana, Codacons, Associazione Articolo 32, Adoc, Accademia Kronos e Associazione Cittadinanza Attiva) anche 48 abitanti.

Luciano Parodi

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