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Eventi | 29 marzo 2024, 11:15

Il Casinò di Sanremo ospita Antonio Manzini per l'apertura della stagione primaverile dei "Martedì Letterari"

Appuntamento giovedì 4 aprile alle 16.30 nel teatro dell'Opera

Il Casinò di Sanremo ospita Antonio Manzini per l'apertura della stagione primaverile dei "Martedì Letterari"

Antonio Manzini, Costanza Miriano, Luca Ponzi, Franco Cardini, Giampaolo Romanato con Aldo Mola, Mara Pardini , Maddalena Jahoda, sono i protagonisti ad aprile dela stagione primaverile dei Martedì Letterari al Casinò di Sanremo.
Sette appuntamenti che spaziano attraverso tematiche particolarmente legate alla contemporaneità soffermandosi sulla cultura della legalità, sull’introspezione poetica e religiosa, sul piacere di un thriller intrigante, sino ad arrivare ai confini della Guerra, ricordando al tempo stesso importanti centenari come quello della morte di Giacomo Matteotti” dicono dal Casinò.  

Dopo i primi otto appuntamenti con la stagione invernale dei Martedì Letterari l’offerta culturale prosegue  costituendo un forte legame con il territorio, le associazioni, la scuola. I Martedì Letterari divengono un momento di incontro  aperto con la società civile costituendone una componente sostanziale. Pubblico e scrittori, giornalisti, docenti universitari, saggisti  si confrontano, un elemento che distingue la rassegna, parte integrante dell’intrattenimento di qualità del Casinò” sottolinea il presidente e amministratore delegato Gian Carlo Ghinamo con i consiglieri Lucia Artusi ed Eugenio Nocita.
Giovedì 4 aprile nel teatro dell’Opera alle 16.30 Antonio Manzini inaugura la stagione primaverile con il suo thriller “Tutti i particolari in cronaca”.

“Tutti i particolari in cronaca”
La corsa all'alba, la colazione al bar, poi nove ore di lavoro all'archivio del tribunale, una cena piena di silenzi e la luce spenta alle dieci: Carlo Cappai è l'incarnazione della metodicità, della solitudine. Dell'ordinarietà. Nessuno sospetta che ai suoi occhi quel labirinto di scatole, schede e cartelle non sia affatto carta morta. Tutto il contrario: quei faldoni parlano, a volte gridano la loro verità inascoltata, la loro richiesta di giustizia. Sono i casi in cui, infatti, il tribunale ha fallito, e i colpevoli sono stati assolti "per non aver commesso il fatto" – in realtà per i soliti, meschini imbrogli di potere. Cappai, semplicemente, porta la Giustizia dove la Legge non è riuscita ad arrivare – sempre nell'attesa, ormai da quarant'anni, di punire una colpa che gli ha segnato la vita. Walter Andretti è invece un giornalista precipitato dallo Sport, dove si trovava benissimo, alla Cronaca, dove si trova malissimo. Quando il capo gli scarica addosso la copertura di due recenti omicidi, Andretti suo malgrado indaga, e dopo iniziali goffaggini e passi falsi comincia a intuire che in quelle morti c'è qualcosa di strano. Un legame. Forse la stessa mano... Antonio Manzini, il creatore dell'indimenticabile vicequestore Schiavone, entra nel catalogo del Giallo Mondadori con una storia serrata e sorprendente che si interroga sull'equilibrio tra legge e giustizia, e su ciò che saremmo disposti a fare pur di guarire le nostre ferite.  Antonio Manzini , scrittore, Attore, sceneggiatore e regista, ha visto muovere i suoi primi passi nella Televisione. Nel 1991 infatti recita nella serie Tv Classe di ferro, diretta da Bruno Corbucci. Poi, sempre per il piccolo schermo, farà parte del cast di alcune delle fiction più rinomate sul panorama italiano, recitando nel 2000 in Linda e il brigadiere (di Giancarlo Del Re e Giorgio Mariuzzo), l'anno dopo in Una donna per amico (Rossella Izzo), nel 2006 in R.I.S. - Delitti imperfetti e continuando poi come attore, nel 2010, con il ruolo di Serpico in Tutti per Bruno.
Poi inizierà a scrivere per la televisione, debuttando nel suo primo film Tv nella figura di sceneggiatore attore: Il delitto di Via Poma, per la regia di Roberto Faenza. Stesso ruolo avrà nelle altre due serie di discreto successo alle quali collaborerà: Benvenuti a tavola (2012 - 2013) e Il tredicesimo apostolo, La rivelazione (2014).
La specialità dell'"Antonio Manzini scrittore" sono i romanzi gialli: i suoi primi lavori sono stati Sangue Marcio e La giostra dei criceti, libro quest'ultimo pubblicato nel 2007.
Il suo personaggio più riuscito e famoso è senza ombra di dubbio il Vicequestore Rocco Schiavone: uno "sbirro" fuori dagli schemi, di origini romane (del quartiere Trastevere) ma che presta servizio ad Aosta. Dai romanzi che lo riguardano è stata tratta una serie televisiva con protagonista l'attore Marco Giallini. La fortunata serie di romanzi e racconti è, a oggi, così composta: Capodanno in giallo, Pista nera, Ferragosto in giallo, Regalo di Natale, La costola di Adamo, Carnevale in giallo, Vacanze in giallo, Non è stagione, Era di maggio, La crisi in giallo, Turisti in giallo, Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, Il calcio in giallo, 7-7-2007, Viaggiare in giallo, Pulvis et umbra, Un anno in giallo, Cinque indagini di Rocco Schiavone.
Il grande successo dei romanzi di Antonio Manzini è testimoniato dalla presenza continua nelle classifiche nazionali dei best seller, che lo rendono uno dei più prolifici e popolari giallisti del nostro Paese. 

Venerdì 5 aprile ore 17.30 nel teatro dell’Opera in collaborazione con il Serra International Costanza Miriano presenta:” Il libro che ci legge. La Bibbia come mappa del tesoro (Sorzogno).
Sembra quasi impossibile da credere, eppure è vero: esiste un libro che racchiude tutte le risposte, che contiene la storia di ognuno di noi e che può guidarci nel difficile cammino della vita. È un libro da sfogliare, consumare, assorbire, ascoltare, incorporare. Insomma, da prendere sul serio. Sì, stiamo parlando della Bibbia. Le sue pagine custodiscono personaggi, vicende e parabole che ancora oggi – anzi, specialmente oggi – dovremmo usare come bussola per orientarci tra le mille difficoltà del quotidiano, per dissipare i nostri dubbi e per affidarci a chi sa come prendersi cura di noi. Avvicinandoci a figure come Mosè, Susanna, Giuseppe, Ester e Rebecca, e riconoscendone le tracce nelle vite delle persone che incontriamo, riscopriamo la pienezza delle scritture: perché nell’Antico e Nuovo Testamento troviamo lo specchio di noi stessi, e possiamo decidere di aderire fisicamente alla Parola, usandola come cartina geografica in ogni circostanza. Ma soprattutto possiamo decidere di non accontentarci, di lasciarci plasmare dalla Bibbia, che parla di ciascuno e a ciascuno. Solo così non saremo più noi a interrogare lei, ma sarà lei a interrogare noi. Immergendoci anima e corpo nelle sue pagine, potremo imparare a guardare la realtà con occhi nuovi, vivendo con cuore consegnato e abbracciando senza riserve l’amore e il perdono.
Costanza Miriano è giornalista Rai Vaticano. Tra i libri pubblicati “Sposala e muori per lei. Uomini veri per donne senza paura” (Sonzogno, 2012), “Obbedire è meglio. Le regole della compagnia dell'agnello” (Sonzogno, 2014), “Quando eravamo femmine” (Sonzongo 2016), “Si salvi chi vuole” (Sonzongo 2017) e “Il libro che ci legge. La Bibbia come mappa del tesoro” (Sonzogno 2022). 

Martedì 9 aprile alle 16.30 Luca Ponzi presenta “L’ultimo padrino. Vita morte crimini di Matteo Messina Denaro” (Rubbettino).
Ha vissuto da fantasma per trent’anni, ben nascosto e quasi sicuramente ben protetto. Per tutto quel tempo molti sono stati pronti a scommettere di averlo visto in mezzo mondo – dalla Germania, alla Spagna fino al Venezuela e addirittura allo stadio di Palermo per una partita di calcio – ma nonostante i diversi mandati di cattura internazionali gli investigatori hanno stentato a prenderlo. La verità è che Matteo Messina Denaro non si è mai allontanato troppo dalla sua Sicilia. E in trent’anni ha scalato i vertici di Cosa nostra, diventandone il boss incontrastato, facendo affari con la droga, le opere d’arte, i supermercati, le pale eoliche. Matteo Messina Denaro non è stato un mafioso qualsiasi, è stato l’autore di decine di omicidi, tanto che si vantava raccontando in giro che “con tutte le persone che ho ammazzato si potrebbe riempire un cimitero”; a lui si deve uno dei crimini più efferati, aver fatto sciogliere un bambino nell’acido dopo oltre due anni di prigionia ed è stato l’uomo che in Italia ha mosso le fila della strategia stragista della mafia. Dietro gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino c’era lui. Così come dietro le bombe di Milano, Roma e Firenze e la decisione di pedinare e provare a far saltare in aria Maurizio Costanzo. Su alcuni di quelli che sono i misteri dell’Italia degli ultimi tre decenni ci sono le sue impronte digitali. E c’è poi il lato umano – non sempre il migliore – con le sue debolezze, la passione per la bella vita, a partire da quella vacanza a Forte dei Marmi, fino alle belle donne, tanto da non esitare a far uccidere un rivale in amore. Un uomo che si disperava per i pessimi rapporti con la figlia e che ogni anno ricordava il padre, capomafia anche lui, con un necrologio pieno di affetto. Questo libro ricostruisce trent’anni di latitanza, fino alla cattura avvenuta in una clinica di Palermo dove il boss, malato di cancro, si sottoponeva alla chemioterapia, e prova a far luce sulle protezioni e i legami di Matteo Messina Denaro. Massoneria, politica, servizi segreti, ma anche la cosiddetta società civile, in molti sapevano, ma non hanno mai parlato. La sua vita è stata piena di segreti e in queste pagine proviamo a raccontarvene qualcuno. 
Luca Ponzi. Giornalista professionista e Caporedattore della Rai Liguria. Ha ricoperto il ruolo di Caporedattore della Rai Calabria e di Vice Caporedattore della Rai Piemonte. Per anni ha seguito le vicende Fiat e il mondo dell'auto per il Tg1 e il Tg2 motori. È autore di diversi libri, tra cui Grigio è il colore della polvere (Piazza D., 2007), sulle morti di amianto in fabbrica e Il giorno dei colletti bianchi (Piazza D., 2010) sulla marcia dei quarantamila. Per il «Sole24Ore» ha pubblicato i volumi Generazioni di Talenti e Noi che facciamo girare l'economia. Con Rubettino pubblica nel 2018 Sergio Marchionne. La storia del manager che ha salvato la Fiat e conquistato Chrysler.

Giovedì 11 aprile alle 17 Mara Pardini presenta “E poi toccarlo il mare” (De Ferrari). Nota di lettura di Giuseppe Conte.
“Ruba solo per me tagli di luce e dipingimi di vigore e dolcezza”. Mara Pardini.
Le poesie di Mara Pardini si pongono come un diario d’anima. C’è in esse un fondo di lirismo doloroso, a volte straziante, sempre autentico. Sullo strazio scende una nuvola di tenerezza, sensibile, attenta ad auscultar tutti i moti del’anima. “ Giuseppe Conte 
Mara Pardini laureata in Lettere moderne all’Università di Genova, giornalista pubblicista, da anni cura la comunicazione istituzionale del Comune di Sanremo

Martedì 16 aprile alle 16.30 Franco Cardini presenta il saggio: ”La deriva dell’Occidente. L’Occidente il suo posto i suoi valori i suoi cambiamenti nello scacchiere mondiale” (Laterza).
Partecipa il dott. Carlo Sburlati.
Di che cosa parliamo quando parliamo di Occidente? Oggi, con la guerra in Ucraina, sembra ritornare in auge un concetto di Occidente tutto geopolitico, dove Europa occidentale e Stati Uniti, difensori di democrazia e libertà, si contrappongono alla ‘barbarie’ orientale, russa e cinese. Ma non è sempre stato così, anzi, e siamo sicuri che questa idea di Occidente, questa alleanza fatta di valori, di economia e di tecnologia militare, duri per sempre?
Dai tempi delle guerre persiane, Oriente e Occidente sono fratelli coltelli, amici e nemici, sogno e incubo. «L’Oriente è l’Oriente, l’Occidente è l’Occidente: e nessuno potrà mai accordarli», dichiara Rudyard Kipling al tempo della fondazione dell’impero britannico d’India. Sulla base dei troppi malintesi generati dal loro confronto sono emersi anche ‘ismi’ ideologici, tanto accaniti tra loro quanto ambigui: orientalismo e occidentalismo, avvolti nel dilatare delle loro contraddizioni. Già Oswald Spengler aveva decretato il ‘tramonto dell’Occidente’; ma immediatamente, dietro l’Occidente-Europa spengleriano, se n’era andato profilando un altro, quello americano, che dopo aver soggiogato il Pacifico si apprestava a trangugiare anche l’Atlantico: Leviathan di terra e di mare secondo Carl Schmitt, contrapposto a Behemoth, compatto Oriente tutto terragno. Ma intanto però, altrove, dal Giappone alla Cina e all’India si andavano proponendo altri Occidenti, fondati su presupposti differenti da quello euroamericano e portatori di altre ‘modernità’
Franco Cardini è professore emerito nell’Istituto di Scienze Umane e Sociali (ora denominato Istituto di Scienze Umane e Sociali/SNS), Directeur de Recherches nell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, Fellow della Harvard University e membro del consiglio scientifico della Scuola Superiore di Scienze Storiche dell’Università degli Studi di San Marino. Tra le sue pubblicazioni per Laterza: Nel nome di Dio facemmo vela. Viaggio in Oriente di un pellegrino medievale (con G. Bartolini); Noi e l’Islam. Un incontro possibile?; Europa e Islam. Storia di un malinteso; Nostalgia del paradiso. Il giardino medievale (con M. Miglio); Il Turco a Vienna. Storia del grande assedio del 1683; L’ipocrisia dell’Occidente. Il Califfo, il terrore e la storia; “L’Islam è una minaccia”. Falso!; La Congiura. Potere e vendetta nella Firenze dei Medici (con B. Frale); L’avventura di un povero cavaliere del Cristo. Frate Francesco, Dante, madonna Povertà; La deriva dell'Occidente.

Martedì 23 aprile alle 16.30 nel centenario dalla nascita di Giacomo Matteotti il prof. Gianpaolo Romanato illustra il volume ”Giacomo Matteotti, un italiano. diverso” (Bompiani). Partecipa il prof. Aldo Mola.
Se non si può aggiungere nulla a quanto è già stato scritto sul delitto Matteotti, molto si può dire invece sul ruolo che ebbe nella politica del tempo e sul suo lato umano, che in pochi conoscono. Questa biografia prende le mosse dal corpus epistolare tra Giacomo e l’amata moglie Velia, una testimonianza finora ingiustamente trascurata ma di enorme valore storico, una corrispondenza fittissima che si estende dal 1912 al 1924, anno della morte di lui. Attraverso le loro parole intime e accorate leggiamo in filigrana la storia di un Polesine povero e marginale al volgere del secolo e dell’Italia agli albori del fascismo. Documenti che gettano luce sulla forza interiore del deputato socialista ma anche sulle fragilità e le contraddizioni nascoste dietro un’energia e una volontà incrollabili: soltanto queste lettere rivelano la sua solitudine, i giudizi taglienti su alcuni compagni di partito e sulla fallimentare politica dei socialisti nel primo dopoguerra, la stima per qualche avversario, i sacrifici che impose alla famiglia e i dubbi che oscuravano le sue granitiche certezze. Matteotti fu un uomo duro, intransigente, mai disponibile al compromesso, un politico spesso settario che non faceva sconti a nessuno, neppure a se stesso, che suscitava scarse simpatie anche nel suo partito, probabilmente amato soltanto dai poveri contadini polesani dei quali aveva sposato la causa. Andò contro i suoi stessi interessi e contro la sua classe sociale, che non gli perdonò mai il tradimento. Il mito che nacque già all’indomani del suo assassinio non deve trarre in inganno: in vita Matteotti fu un uomo profondamente divisivo. Ma fu anche un combattente intrepido, un osservatore lucido che comprese la natura del fascismo prima e meglio di tutti, l’unico che in parlamento non smise mai di parlare e che per questo pagò un prezzo crudele. (La presentazione)
Gianpaolo Romanato ha insegnato storia contemporanea all’Università di Padova e nella Facoltà di Scienze internazionali e diplomatiche dell’Università di Trieste-Gorizia. Numerosi viaggi in America latina lo hanno appassionato al mondo missionario, sul quale ha scritto Le Riduzioni gesuite del Paraguay. Missione, politica, conflitti (Morcelliana, 2021), L’Africa Nera fra Cristianesimo e Islam. L’esperienza di Daniele Comboni (Corbaccio, 2003), Giovanni Miani e il contributo veneto alla conoscenza dell’Africa (Minelliana, 2005). Il volume Pio X. Alle origini del cattolicesimo contemporaneo (Lindau, 2014) ha vinto il Premio Acqui Storia 2015. Proviene da una famiglia originaria di Fratta Polesine, dove presiede il Comitato scientifico della Casa Museo Giacomo Matteotti, con la quale ha avviato la collana dei “Quaderni di Casa Matteotti”. Dal 2007 fa parte del Comitato Pontificio di Scienze Storiche (Città del Vaticano), nominato da papa Benedetto XVI e confermato da papa Francesco.

Martedì 30 aprile alle 16.30 in collaborazione con Run for the Whales 2024 la biologa Maddalena Jahoda parlerà del libro “Balene salvateci! I cetacei visti da un’altra prospettiva” (Mursia)
Le balene e i delfini sono molto più simili a noi di quello che crediamo, anche per i loro «valori»: legami che durano tutta la vita, la cultura tramandata dalle nonne, l’orca che non vuole abbandonare il suo piccolo morto. Le loro storie assomigliano alle nostre e spesso si intrecciano con quelle umane, come racconta Maddalena Jahoda, che da decenni si impegna per la tutela degli animali e dell’ambiente. La sua divulgazione scientifica, appassionata ma rigorosa, si alterna allo storytelling con protagonisti i cetacei, in un intrigante cambio di prospettiva che, ogni tanto, fa «parlare» direttamente anche le balene. E mentre, con un pizzico di autoironia, si scontra con equivoci quotidiani su animali così poco conosciuti nel nostro Paese, l’Autrice si sente chiedere: «Ma perché salvare proprio le balene?». Oggi è fondamentale, e per motivi completamente nuovi. Secondo le ricerche più recenti, i grandi cetacei hanno un ruolo ben più importante di quanto pensassimo, e potrebbero aiutarci addirittura a rimediare ai danni che stiamo causando all’ambiente. Forse dobbiamo salvare le balene perché loro salvino noi.
Maddalena Jahoda Biologa e divulgatrice scientifica scrive soprattutto di animali e ambiente marino e in particolare di balene e delfini. Dopo molti anni dedicati alla ricerca e ai mezzi tradizionali di comunicazione come articoli e conferenze, oggi usa anche metodi alternativi di divulgazione scientifica: pittura, installazioni artistiche, edu-tainment, grafica, montaggio video. 

La stagione primaverile dei Martedì Letterari proseguirà con gli appuntamenti di maggio e giugno.
Sabato 22 giugno si terrà la cerimonia del Premio Letterario internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria. Inediti e premio alla carriera.

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