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Cronaca | 08 maggio 2024, 07:50

“Dai Giovanni, fai uno sforzo”: come Spinelli si è mangiato il porto (e non solo)

Le intercettazioni rivelano le continue pressioni dell'imprenditore portuale su Toti e Signorini: quasi sempre con risultati positivi. "Ti mandiamo a Roma con un contratto da trecentomila euro all'anno"

“Dai Giovanni, fai uno sforzo”: come Spinelli si è mangiato il porto (e non solo)

"Ora ci vediamo a festeggiare, dai. Porta un po' di caviale da Monaco, che la prossima settimana veniamo a mangiare una patata con un po' di caviale in barca". "Eh, va beh, dai.. vediamo il Piano Regolatore dai. Ok". 

C'è anche questo nelle conversazioni intercettate dalla magistratura tra Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria da ieri agli arresti domiciliari per corruzione, e Aldo Spinelli, 'U sciù Aldo', anche lui ai domiciliari dopo l'inchiesta che ha svelato il sistema di potere tra politica e imprenditoria, corruzioni e voto di scambio che ha portato in totale a 25 indagati in 18 mesi di indagini, tutti racchiusi in 650 pagine di ordinanza firmate dal gip di Genova Paola Faggioni

Porto, aree demaniali, interessi privati favoriti dal ruolo pubblico in cambio di finanziamenti elettorali: questo lo scenario accusatorio che emerge dalle carte dell'inchiesta che parte da un ruolo della politica "a disposizione in favore interessi privati in cambio finanziamenti" per affrontare le elezioni dal 2020 ad oggi e arriva a concessioni e mire eterne su aree che fanno gola a Genova. 

Aldo Spinelli, fondatore del Gruppo Spinelli dagli anni 60 con sede nel porto di Genova, leader nella logistica e nella movimentazione di container e lavorazioni sulle banchine dello scalo, per il gip attua una serie di condotte che motivano le esigenze cautelari e dalle quali "traspare una evidente sistematicità del meccanismo corruttivo per il raggiungimento dei propri interessi imprenditoriali".

Oggetto: il porto di Genova. Il mezzo per conquistarlo: la politica e non solo, se il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale Paolo Emilio Signorini è considerato da lui "abilmente circuito per ottenere la cura delle proprie pratiche in ambito portuale". 

Rapporti privilegiati, fatti di cene e vacanze, finanziamenti in vista degli appuntamenti elettorali per fare scorrere, stando alle accuse, un meccanismo già oliato abbondantemente.

"Bisogna lavorare su cose grosse - dice Spinelli a Signorini in un'intercettazione del 28.1.22 nella quale si preme per avere favoritismi negli ultimi 3 anni di presidenza dell'Autorità Portuale, nella concessione di ulteriori spazi portuali - questi tre anni li devi usare bene. Dai, mettimi a posto le cose".

La concessione delle aree Enel e il 'tombamento' di Calata Concenter, d'interesse per l'imprenditore: "Lo devi dare a Spinelli, capito?", è quel che resta della conversazione trascritta. 

Un modus che si ripete sull'occupazione abusiva dell'ex Carbonile, lato levante nord e sud. "Io - dice Spinelli - ho asfaltato già tutto. Belìn, devo lavorare".

Poi ci sono i soggiorni di lusso a Montecarlo, nelle carte. Le borse Chanel, il bracciale di Cartier da più di 7mila euro. I soldi per il matrimonio della figlia di Signorini, "te li do io", si legge nelle intercettazioni, ancora di Spinelli.

"Noi - promette a Signorini - ti facciamo un contratto con un ufficio di Roma da 300mila euro all'anno", "e se tra 3 anni la diga sarà formata .. l'importante è che tu smetti.. noi ti mettiamo a Roma con una segretaria in un bell'ufficio per i ministeri per queste cose qua".

Quando gli affari di aree direttamente portuali sono finiti, arrivano gli altri. E non si limitano al porto, soltanto. 

Spunta un antico revival, quello degli Erzelli. Un ricordo di anni '90. "Chiedi a Tomasi, dai Giovanni fai uno sforzo - rincara Spinelli a Toti, sull'assegnazione di un'area demaniale attualmente in uso a Società Autostrade - quell'area lì delle autostrade che avete messo a posto a fianco ad Erzelli, sì era per lo smarino della gronda. Ma non riesci a farmela dare dalle autostrade?".

Valentina Carosini

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