"La memoria è cosa viva: non ci saranno rose per Norma Cossetto". Così in un post sui social Genova Antifascista annuncia per domenica il presidio in piazza Romagnosi a partire dalle ore 15, in concomitanza con la manifestazione organizzata dal Comitato 10 Febbraio ai Giardini Cavagnaro per ricordare Norma Cossetto, vittima delle foibe, manifestazione alla quale sarebbe annunciata la presenza di militanti di estrema destra.
Una chiamata alla piazza per "cacciare - si legge nel post - qualunque feccia fascista abbia intenzione di mettere piede in questa città".
Pretesto, la manifestazione organizzata per il sesto anno Norma Cossetto, studentessa istriana che secondo ricostruzioni sarebbe stata uccisa dai partigiani jugoslavi nei pressi della foiba di Villa Surani perché vicina a gruppi universitari fascisti.
A richiamare l'attenzione sulla doppia manifestazione di domenica il timore di problemi di ordine pubblico per la prevista partecipazione di esponenti nazionali di forze di estrema destra alla raduno voluto dal Comitato 10 Febbraio.
Motivi precauzionali hanno portato le autorità a non concedere lo spazio per la cerimonia, spostata così dal Belvedere Gerolamo da Passano, dove si trova la targa per Norma Cossetto dal 2005 Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria, alla Val Bisagno, lontano dal luogo dove la targa è stata recentemente vandalizzata ma non troppo da quello previsto per l'organizzazione del contro-presidio.
"Il 6 ottobre - ricorda Genova Antifascista - le strade del quartiere di Oregina sono state attraversate da un corteo che ha ribadito a gran voce che a Genova i fascisti non sono benvenuti. Essere presenti in quelle strade proprio quel giorno ha significato per i giovani che abitano il quartiere essere un presidio di resistenza".
Parole anche in polemica con l'Anpi, "ci rattrista leggere che ancora una volta alcuni esponenti abbiano sentito l’esigenza di prendere immediate distanze dalla giornata di lotta che è stata domenica 6 ottobre - prosegue Genova Antifascista - Ci rattrista ma non ci stupisce, perché sappiamo che dietro a quelle “distanze” ci sono decenni di chiacchiere spese nei corridoi istituzionali che hanno progressivamente allontanato ANPI da quelli sono gli interessi di classe e dalla funzione storica di presidio militante contro il fascismo".
"A chi oggi prende le distanze - prosegue il post - dai presunti atti vandalici rispondiamo che l’oggetto che abbiamo colpito (una targa commemorativa abbattuta) rappresenta l’avanzare in questo paese di una memoria revisionista che giustifica le oscenità commesse dal fascismo".
"Non c’è spazio per revisionismi - conclude il gruppo - chiunque tenterà di portare discorsi revisionisti nei nostri quartieri e ricostruire su un tessuto sociale fragile e frammentato non passerà. Oregina prima, Marassi dopo.
Genova è e rimane solo antifascista".
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