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Politica | 06 aprile 2025, 08:00

Elezioni comunali, dallo sport alla politica “per una città più sicura”: così lo sportivo Marco Costaguta correrà con Orgoglio Genova

Intervista al pluricampione di kickboxing che ha deciso di candidarsi con la lista civica a sostegno di Pietro Piciocchi per portare avanti il suo impegno sociale: “La mia idea è quella di far si che tutti gli sport da combattimento e l’autodifesa possano diventare un mezzo utile e pratico al cittadino. Metterò tutto me stesso, come sempre, anche in questa sfida”

Otto volte campione mondiale di kickboxing, il primo nel lontano 1991 ad unire tutti gli sport da ring alle arti marziali, portando in città oltre duemilacinquecento atleti, come l’uomo tigre da Osaka e tanti altri campioni: ecco chi è il genovese Marco Costaguta, nato e cresciuto nel quartiere di Marassi, che ha deciso nelle scorse settimane di prendere parte attiva alle prossime elezioni comunali candidandosi come consigliere comunale con la lista civica Orgoglio Genova - Bucci - Noi Moderati a sostegno di Pietro Piciocchi, con l’obiettivo di trasformare la sua lunga esperienza e il suo entusiasmo in un contributo concreto per l’intera comunità.

Adrenaline Man’: così molti lo chiamano, un soprannome che gli è stato dato in Giappone quando ha disputato, come primo italiano a combattere a Tokyo, per il titolo mondiale categoria professionisti di Muay Thai, e dal quale poi ha deciso di chiamare la sua palestra, ‘Adrenaline Gym’, a Pontedecimo.

Da otto volte campione mondiale di kickboxing a candidato con Orgoglio Genova - Bucci - Noi Moderati come consigliere comunale…. Come e perché ha maturato la decisione di scendere in campo e candidarsi in vista delle prossime elezioni comunali?

Io all’età di undici anni ho iniziato a fare sport, dedicando le mie energie positivamente, in un momento storico delicato dove la violenza iniziava sempre più a dilagare, e così lo sport mi ha dato una spinta in più per credere in me stesso ed è diventato un motivo per seguire un obiettivo di vita salutare. Mi sono diplomato in elettronica presso l’Istituto Giorgi e, a quattordici anni, ho partecipato al mio primo match praticando la boxe francese, disputando poi nel corso del tempo diversi tornei mondiali e girando anche il mondo intero praticando la kickboxing. Ho deciso di scendere in campo e di candidarmi per dare una mano alla politica locale e soprattutto perché ho sempre creduto in Marco Bucci, che ritengo una persona valida e che ha saputo fare tante cose significative per la città. Nel corso degli anni, ho visto passare tanti altri sindaci, ma come Bucci nessuno. Così, mi hanno chiamato come sportivo e ho deciso che porterò il mio contributo dedicandomi alla città di Genova in primis sul fronte della sicurezza, perché reputo che sia necessario investire di più su questo tema essendo che negli ultimi tempi si stanno formando sempre più delle vere e proprie gang nei quartieri della città che stanno creando difficoltà ai residenti. Troppo spesso c’è paura da parte delle persone ad uscire e questo non va assolutamente bene: bisogna lanciare un messaggio di speranza e di positività. Io credo in una giustizia per tutti, che dev’essere costante e quotidiana”.

Cosa l’ha convinta del progetto di Orgoglio Genova a sostegno della candidatura di Pietro Piciocchi? Ha definito questo passo come un “estensione naturale del mio percorso”: cosa significa?

Mi hanno proposto di mettere a disposizione la mia esperienza, il mio entusiasmo, le mie idee per portare, anche a livello istituzionale, quelle iniziative e quei valori che da sempre mi impegno a diffondere nella mia vita. Io fin da subito ho condiviso la visione dei progetti che mirano a puntare sull’innovazione e sulla socializzazione della città. All’età di cinquantuno anni ho iniziato a maturare un pensiero politico-sportivo, ovvero l’idea di aiutare tutti gli sport del combattimento e l’autodifesa a diventare un mezzo utile e pratico al cittadino. Io mi dedicherò, quindi, principalmente a questo settore, cercando di avvicinare anche i giovani allo sport e a credere in certi valori puliti. Secondo me, bisogna, inoltre, è necessario insegnare alle persone a sapersi difendere, considerando la violenza che, purtroppo, sta dilagando sempre più in diversi quartieri della città. E comunque, lo ripeto, io ho creduto e credo nei principi esattamente come Marco Bucci ha creduto nell’industrializzazione della città, occupandosi anche della situazione in corso del Centro Storico ripulendolo e mantenendolo nel corso del tempo. In generale, spero di dare il mio apporto a livello sportivo e mi auguro che molti sportivi possano supportare la mia candidatura che mira a portare avanti dei sani principi”.

È noto il suo impegno per il recupero di ragazzi in difficoltà, lo sviluppo dello sport come strumento per l’affermazione e l’integrazione sociale, oltre anche alle diverse iniziative all’interno del carcere per il riscatto e la preparazione al reinserimento dei detenuti nella vita pubblica…

“Io mentre combattevo e dedicando tempo a solcare i ring del mondo (sono stato il primo italiano nel lontano 1991 ad unire tutti gli sport da ring alle arti marziali, portando in città oltre duemilacinquecento atleti, come l’uomo tigre da Osaka e tanti altri campioni), ho maturato l’idea di dedicarmi sempre più al sociale e così, nel 2000, ho fatto parte di un progetto presso il carcere di Marassi (terza sezione) volto al recupero di persone che hanno avuto lievi problematiche, come droga o alcool, tramite la kickboxing. Così, due volte a settimana per diversi mesi, sono andato a titolo gratuito proprio per cercare di tirare fuori qualche persona e ci sono riuscito; alcuni ragazzi, scontata la pena, sono poi venuti da me in palestra”.

Tra gli altri suoi progetti dedicati al sociale, anche quello portato avanti nel quartiere genovese di Quarto alta…

“Si, insegnavo all’interno dell’ex manicomio di Quarto e anche in questa occasione ho avuto modo di recuperare dei giovani in difficoltà. Questo perché il mio sport deriva da realtà periferiche, esattamente come succede in America dove il pugile che lotta viene preso e tolto dalla strada e lo si cerca di recuperare portandolo in palestra. Questo progetto, ai tempi, aveva funzionato: io credo nel recupero delle persone perché bisogna sempre dare una seconda possibilità. Ancora oggi, se mi chiedessero di prendere parte attiva nuovamente in qualche progetto simile, io sarei ancora completamente disponibile perché, lo ripeto, credo nel recupero di questi ragazzi: bisogna sempre cercare di aiutarli”.

Oltretutto, il 10 e l’11 maggio organizzerà al nuovo Palasport di Genova un evento di livello internazionale dedicato a questo sport...

Oltre ad insegnare in palestra, organizzerò assieme al circuito Combat Tour Italia, un tour che già da diverso tempo organizziamo su tutto il territorio ligure, ultimo al RDS dove ho coinvolto oltre ottocento atleti. Durante le due giornate, inoltre, ci saranno diversi ospiti politici e organizzeremo uno showdown che riunirà tutti gli sport da ring. Ci sarà, anche la federazione pugilistica italiana. Ad oggi, ci aspettiamo almeno settecento atleti presenti, numeri importanti per la città di Genova: mi auguro possano portare un po’ di movimento e dare supporto”.

Federico Antonopulo


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