Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Siamo partiti con il punto di vista dell’assessora comunale al Commercio, Paola Bordilli, e del segretario generale della Camera di Commercio di Genova, Maurizio Caviglia. Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi!
Da Nizza Monferrato a Sestri Ponente: così inizia il percorso della storica 'Bottega dei Fratell Caruzzo', l'iconica attività del quartiere che ne ha segnato gran parte della storia e che nel 2025, precisamente a novembre, festeggia la bellezza di settantacinque anni.
L’azienda di famiglia nasce a Sestri Ponente nel 1950, quando due giovani sposi, Armando e Lena, lasciano il proprio paese di origine, Nizza Monferrato, trasferendosi nella delegazione per aprire un negozio di frutta e verdura in Viale Carlo Canepa, la via alberata che porta alla zona alta di Sestri: “Hanno aperto il negozio nel viale ed era mesi che era chiuso - racconta la figlia e titolare Mariangela Caruzzo -. Mia madre mi ha raccontato che il primo giorno che avevano aperto alle dieci del mattino, non era ancora entrato nessuno e disse a mio padre ‘Armando, torniamocene a casa nostra’. Così hanno fatto tanti sacrifici, perché all’inizio vivevano in una stanza in subaffitto da parenti e passavano la giornata in negozio e si facevano da mangiare con il fornello elettrico nel retro. Mia madre mi raccontava che puliva i gambi dei carciofi che la gente non voleva e con questi si facevano da mangiare”. Il negozio, dopo l’apertura, comincia così poco a poco a riprendere quota, grazie alla passione e alla cura del padre di Mariangela, Armando, e della mamma Lena che non si risparmiano nel cercare di migliorare sempre di più, puntando sulla qualità, la competenza e la cortesia.
Nel 1962 si prospetta la possibilità di rilevare una nuova attività, ma la decisione non era semplice perché il negozio di Viale Canepa lavorava molto bene e spostarsi poteva essere un grosso rischio. Ma "papà Armando guardava avanti e, nonostante la titubanza di mamma Lena, insieme hanno deciso d'intraprendere questa nuova avventura": “Nel 61 si sono spostati perché c’era troppo lavoro, erano in cinque a servire - racconta -. Mio papà durante il periodo dell’uva, costruiva in negozio un filare e appendeva i grappoli d’uva e la gente gli chiedeva di poterseli prendere direttamente dal filare. Facevano pile di mele e mia madre mi diceva ‘se tuo papà vedeva un frutto anche minimamente rovinato, era il pandemonio perchè la roba doveva essere perfetta’. Così si sono spostati in via Goldoni dove avevamo il magazzino e hanno proseguito l’attività che aveva iniziato il fratello di mio padre”.
La nuova attività, in via Goldoni, si affacciava su una delle vie prospicienti il mercato all’ingrosso, in un punto strategico, perché crocevia di commerci e attività strettamente connesse all’alimentazione tipica di quei tempi, che comprendeva, oltre agli alimenti freschi, anche quei prodotti conservati con antiche tecniche come l’essicazione: “Facevano vendita anche di banane, che allora era un frutto nuovo, e frutta secca, ma si è specializzato nella maturazione di banane, facendo costruire anche celle frigorifere - ricorda Caruzzo -. Era un lavoro fiorente. Il mercato del ferro era ortofrutticolo all’ingrosso e tutti i negozianti andavano per approvvigionarsi. Nel negozio in via Goldoni vendevamo le banane tagliate a metà: nei caschi arrivavano delle banane non perfette, ad esempio con la punta nera, che non venivano selezionate in partenza e togliendo il pezzo, non venivano buttate ma vendute a pochissimo e soprattutto le famiglie numerose se le facevano tenere e talvolta mia mamma le regalava".
Così, nel corso degli anni la famiglia si è specializzata nella vendita della frutta secca, sia all’ingrosso che al dettaglio, offrendo ai clienti una varietà molto ampia di prodotti. Parallelamente, si era consolidata anche l’attività di maturazione e vendita di banane. Nel 1984, dopo la morte di Armando, l’attività viene portata avanti dai figli insieme con mamma Lena: “Mio fratello Marco ha interrotto dapprima gli studi dopo le medie ed è venuto a lavorare qui in via Goldoni, imparando il mestiere, diventando anche lui un maturatore di banane e mia sorella maggiore ha cominciato anche lei dopo gli studi, mentre io dopo aver preso la maturità - afferma Mariangela Caruzzo -. Onestamente, ci siamo sentiti in dovere di portare avanti l’attività con mamma e il supporto del fratello di mia mia madre".
Nel 1997 la Bottega si era spostata nel cuore della delegazione, nell’antica cornice dei portici di Sestri Ponente, completamente rinnovata dall’inserimento di nuovi prodotti: "Oramai in via Goldoni, visto il mercato all’ingrosso trasferito in corso Sardegna, non c’era più giro di commercio ed era destinato a morire - ricorda la titolare -. Così abbiamo cercato inizialmente in via Sestri ma non trovavamo il locale adatto alla nostra idea e gli affitti erano alti. Alla fin fine, dopo una lunga ricerca, ci siamo innamorati di quello in via Bianchieri e ci siamo posizionati. Abbiamo tolto la frutta fresca e le banane, ma inserendo altri prodotti: abbiamo proposto pian piano le spezie, il necessario per i dolci, i legumi incrementati e poi un po’ di prodotti biologici e di nicchia, come certi tipi di pasta, farine, risi e tanto altro".
Piano piano l’attività in via Goldoni ha iniziato a perdere tono per diversi motivi, dai negozi di frutta e verdura che chiudevano e a causa di una crisi generale: “La zona si era un po’ spenta - afferma -. Nel 2011 è mancato mio fratello ed io mi sono ritrovata con mia sorella maggiore, che stava in via Bianchieri, ed io in via Goldoni, dove avevamo aperto anche un’enoteca nel 2006". Poi la decisione di chiudere l’attività sia in via Goldoni sia in via bianchieri nel 2018: “Mia sorella nel frattempo era andata in pensione ed io mi sono trovata a dover tenere in piedi i due locali. In via Goldoni facevo tutto quello che c’era da fare, ma era diventato insostenibile, così abbiamo dovuto chiudere per necessità e con tanta sofferenza”.
Nel 2019, però, Mariangela riapre l’attività, ma solo quella in via Bianchieri: “Ho riaperto da sola - afferma-. Riaprire è stato bellissimo e soprattutto mi sono sentita alleggerita da tutti i pensieri dell’altro negozio, concentrandomi solo su questo. Rivedere tornare tutti i nostri clienti storici, è stata un'emozione. A me questo è un lavoro che piace tantissimo".
La forza dell'attività è stata, da sempre, il rapporto con la delegazione: "Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto con tutti i nostri clienti e i residenti. Ancora oggi, a distanza di tantissimi anni, tornano in negozio dei clienti storici o degli amici dei miei genitori, ma anche di persone che lavorano con loro o che magari avevano semplicemente un'attività - racconta Caruzzo -. C’è una cliente, che ogni volta che viene mi dice sempre ‘tuo papà, Mariangela, era un signore’".
"Io ci andrò in pensione: c’è un tempo per lavorare e un tempo per riposarsi, quindi quando ci arriverò vedremo cosa succederà. Se riuscirò a cedere l'attività, bene. Altrimenti smetterò comunque. Questo è un lavoro che devi conoscere, perché ogni articolo ha una specifica, e bisogna anche conoscere e valutare bene i fornitori; ci vuole esperienza per vendere, ma si può imparare. A prescindere, il pensiero possa chiudere definitivamente sarà sicuramente un colpo al cuore", conclude Caruzzo.