Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Siamo partiti con il punto di vista dell’assessora comunale al Commercio, Paola Bordilli, e del segretario generale della Camera di Commercio di Genova, Maurizio Caviglia. Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi!
“Sottoripa è unica”. Così la titolare di Lucarda, famosissimo negozio di abbigliamento per "marinai e sognatori", descrive la zona del centro storico in cui sorge, da centocinque anni, l’attività di famiglia. E Ripa Maris, questo il vecchio nome del porticato che dal Molo Vecchio raggiungeva la porta dei Vacca, unica lo è davvero: per la sua posizione davanti al Porto Antico, per il fascino un po' disordinato delle città di mare, per l’atmosfera che sotto queste volte si respira.
La storia di Lucarda, riconosciuta Bottega Storica di Genova, è iniziata grazie a Giuseppe Lucarda, arrivato da Schio, in Veneto, che decise di aprire in via XX Settembre un grande negozio di tessuti, il famoso "Bottegone delle sette porte", così chiamato perché era nel palazzo dei Giganti, con sette vetrine. Dopo la tragedia della Prima guerra mondiale, sarà suo figlio, ancora giovanissimo, a ripartire: nel 1920 apre in Sottoripa una nuova bottega, specializzata in abbigliamento da lavoro per portuali, marinai e sportivi. Nasce così il mito di Lucarda, che poi diventerà protagonista anche per i suoi jeans, le camicie boxer, le pidocchiere (tipiche maglie in stile marinaro) di lana ruvida, i giacconi blu e le iconiche Lucardine, le t-shirt a righe di tanti colori che sono il must have del negozio.
Dopo "o scio Mimmo", morto ultranovantenne nel 1989, la tradizione è continuata con i suoi figli Sergio, Giorgio e Mirella, e oggi vive grazie a Michela Lucarda, figlia di Sergio, che porta avanti la storia insieme alla figlia Elena Scovazzi, quarta generazione al timone. Il negozio è incastonato nei muri a righe bianche e nere della tradizione genovese, e alle pareti si possono trovare vecchie foto e oggetti che fanno parte della storia della famiglia. Salendo le scale dell'antico palazzo, si entra nello "scagno", il vecchio ufficio con le pareti in legno della bottega storica, carico di cimeli del tempo dei transatlantici.
"È stato mio nonno ad aprire qui nel 1920 – racconta Michela –. Oggi, con mia figlia Elena, siamo alla quarta generazione. In cento anni, Lucarda ha vissuto tutto: le fabbriche, il porto, le grandi trasformazioni della città. Noi fornivamo abbigliamento da lavoro: tute, giacche, divise, cappellini da saldatore. All'inizio producevamo tutto noi, avevamo le sarte, la tagliatrice. Poi, purtroppo, con l’arrivo della concorrenza asiatica e con la difficoltà di trovare manodopera qualificata, siamo stati costretti a cambiare."
Nonostante l’avvicendarsi della modernità e del fast fashion, Lucarda ha resistito alle sfide del tempo e, con l’arrivo di Elena, è arrivata una nuova energia. "Durante la pandemia ho iniziato ad aiutare mia madre – spiega –. Mi ero appena laureata in antropologia e già lavoravo nella comunicazione. Con la mia esperienza abbiamo aperto i canali social, Instagram, abbiamo iniziato a vendere online. È stato fondamentale per rilanciare il marchio, capitalizzando tutta la storia di Lucarda e proponendola anche ai giovani appassionati di nautica, di workwear e di moda. Mi sono subito appassionata, perché questo lavoro mi permette di unire tante cose che amo: cultura, comunicazione, moda, senza la precarietà che purtroppo spesso accompagna chi fa ricerca accademica in Italia".
Lavorare a Sottoripa, tra mille trasformazioni, non è stato sempre facile. "Il quartiere è cambiato tanto e abbiamo visto succedere di tutto: le fabbriche, il porto, le contestazioni... persino la nascita del Porto Antico. Ogni tanto, durante i lavori, trovavano moli medievali. È sempre stato un continuo cambiamento, ma noi siamo sempre rimasti Lucarda. Devo dire, però, che non cambierei mai posto. Sottoripa è unica: sei vicino al mare, in mezzo alla città vecchia, con quell'aria da angiporto che è parte dell'anima del nostro negozio".
Anche Elena, che abita nel centro storico, avverte il peso e l'importanza di questa eredità: "Mi dispiace vedere tante botteghe storiche chiudere per mancanza di ricambio generazionale. Sarebbe importante che la città proteggesse di più questi negozi: sono parte del patrimonio culturale di Genova". E, di storia, da Lucarda ne è passata tanta. Tra i clienti si ricordano nomi come Fabrizio De André, Gilberto Govi, Paolo Villaggio. "Abbiamo venduto le nostre camicie perfino alle Galeries Lafayette di Parigi – racconta Elena –. Abbiamo clienti a New York, tanti giapponesi che ci seguono, stilisti di Milano che vengono a trovarci. Viviana Volpicella ci ha persino dedicato uno spazio su Vanity Fair, e Piero Chiambretti, per il suo nuovo show, indossa una giacca Lucarda".
Qual è il segreto di tanta longevità? "Distinguersi", dice Michela senza esitazione. "Avere prodotti di nicchia, di qualità, made in Italy. Non uniformarsi al fast fashion." Aggiunge Elena: "E saper comunicare. Oggi devi far sapere al mondo che esisti. Non basta più stare dietro il banco ad aspettare i clienti: devi raccontare chi sei. E mi piace l’idea di poter raccontare la nostra storia, mantenendo viva una tradizione e reinterpretandola in chiave moderna".