Cinque vittime di incidenti sul lavoro nei primi mesi dell'anno, mentre continua a crescere l'aumento percentuale delle denunce per malattie professionali lavoro-correlate. Nelle ore in cui ricorre la Giornata mondiale delle vittime dell'asbesto e, parallelamente, quella per la sicurezza sul lavoro, l'orizzonte si sposta e con lui l'obiettivo di fermare quella che ha la dimensione di una strage implacabile. Sulla sicurezza sul lavoro i dati forniti riguardo la Liguria raccontano di 211 incidenti mortali censiti sul territorio regionale negli ultimi 11 anni, mentre sono stati 600 i decessi per malattie legate all'amianto nel 2024, che fanno della Liguria la Regione più colpita.
"Come Cgil da tempo immemore abbiamo una particolare attenzione non solo all'analisi dei dati ma anche a quello che significano: in una regione come la nostra in cui lavorano poco più di 620mila persone, continuano ad esserci numeri elevati per il rapporto di mortalità in caso di infortunio e invalidità permanenti che purtroppo ci vedono superiori alla media nazionale e del Nord Ovest, ma continuiamo ad assistere anche a denunce di malattia professionale, in crescita l'anno scorso con un aumento percentuale del +39% rispetto al 2023 dato più alto del Nord Italia". A spiegarlo è Marco De Silva, esperto di mercato del lavoro e legislazione sociale, dal 2015 responsabile dell’Ufficio Economico Cgil di Genova e della Liguria.
Che racconta le caratteristiche che fanno della nostra una regione particolare, con "tantissime imprese piccole o piccolissime, più del 95% sul totale di quelle attive con meno di 9 addetti stanto a numeri Istat. E gli infortuni sul lavoro accadono molto spesso in realtà piccole o picccolissime, dove non c'è una cultura della sicurezza adeguata, dove mancano informazione e aggiornamento".
Condizioni di precarietà, scarso investimento nella sicurezza, sono i temi sui quali il sindacato tiene puntati i riflettori, mentre il saldo oggi anno peggiora. Da fonti Inail il 2024 si era chiuso con 26 morti sul lavoro in Liguria, in aumento del 18% rispetto all'anno precedente.
La strada da percorrere è ancora lunga e c'è molto da fare, "su cui tenere sempre molto alta l'attenzione - prosegue De Silva - per non limitarsi all'indignazione un po' fugace di quando si verifica un caso. Lavoro da fare anche nel controllo e nel focus che nel prossimo futuro dovrà tenere conto anche di una serie di aspetti fondamentali. Si parte dall'importanza che i lavoratori interiorizzino il diritto alla salute e ad un lavoro stabile, dignitoso, sicuro. Nei prossimi anni centrale sarà il tema dei subappalti dove si risparmia anche sulla sicurezza non a caso uno dei 4 referendum proposti dalla Cgil riguarda proprio questo. E poi gli aggiornamenti necessari anche nella rilevazione di lavori a rischio nelle tabelle Inail, che dovranno necessariamente tenere conto di questioni e impatti di 'genere', per ruolo, orari, turnazioni, pericolosità, e dei lavoratori stranieri, che spesso restano ai margini delle rilevazioni, e del loro accesso ai diritti".