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Genova | 02 maggio 2025, 16:12

“Non portateli a casa, non alimentateli”: la storia a lieto fine di Fortunata, piccola volpe salvata grazie al rispetto delle regole

Le linee guida dell’Enpa per chi trova un esemplare di fauna selvatica in difficoltà: “È difficile resistere alla tentazione di accudire un cucciolo, ma questo egoismo travestito da compassione è altamente dannoso”

Fortunata, il cucciolo di volpe salvato sulle alture genovesi

Fortunata, il cucciolo di volpe salvato sulle alture genovesi

Dalle alture genovesi, al confine tra Liguria e Piemonte, nel territorio comunale di Rossiglione, arriva la storia a lieto fine di Fortunata, volpe di una ventina di giorni, salvata dal tempestivo intervento di una giovane passante e, poi, dalle cure del CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di Campomorone.
L’inizio della sua avventura è dei più classici: in una giornata di pioggia, è stata notata mentre si muoveva, in evidente difficoltà, sulla strada, con il concreto rischio di essere investita. La giovane che l’ha vista ha poi agito nel modo più corretto: l’ha asciugata per poi metterla in salvo al caldo, ma senza darle da mangiare. Poi, ovviamente, è partita la chiamata al CRAS.

Non ci è chiaro il come sia finita da sola in mezzo alla strada - dicono dall’Enpa - ma supponiamo che la madre, mentre spostava i piccoli da una tana all’altra, l’abbia lasciata sola per un attimo e lei, piccolissima ma già molto intraprendente, si sia messa a strisciare allontanandosi dal punto in cui la madre l’aveva lasciata”.

Il salvataggio di Fortunata è stato esemplare per le sue modalità, tanto che da Enpa tengono a specificare quanto sia stato perfetto il comportamento di chi l’ha trovata.
Non ha manifestato l’intenzione di tenersela, non l’ha nutrita a caso rischiando di danneggiarla, ma ha anteposto il benessere della piccola alla solita smania di erigersi a salvatori degli animali che troppo spesso prende il sopravvento ogni volta che si rinviene un cucciolo selvatico - dicono da Enpa - è difficile resistere alla tentazione di accudire un cucciolo, ma questo egoismo travestito da compassione è altamente dannoso per la fauna selvatica. Oltre a essere un reato detenere la fauna selvatica, prendersi cura di un cucciolo senza avere la minima esperienza equivale a esporlo a rischio di morte o di irreversibile compromissione, rovinando completamente una vita”.

Quali sono, quindi, i comportamenti corretti? “Quando si rinviene un giovanissimo animale selvatico - dicono dal CRAS - l’unica cosa da fare è contattare immediatamente chi ha le competenze per intervenire, questo è l’unico comportamento corretto”.

Ma, come detto, grazie a una concomitanza di comportamenti esemplari, ora Fortunata è in salvo. “Gode di buona salute - concludono dal CRAS - dopo un paio di giorni ha già aperto gli occhi ed è in ottime mani, in quanto abbiamo tirato su diversi cuccioli di volpe. Ci premureremo di minimizzare l’imprinting con l’uomo, evitando il più possibile che prenda confidenza, perché il suo destino sarà quello di tornare libera nei boschi”.

Pietro Zampedroni

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