La Resistenza non è finita, e lo dimostra chi continua ogni giorno a combattere contro l’emarginazione e l’oblio. È questo il senso profondo dell’iniziativa “La Resistenza è viva, viva la Resistenza”, che torna nel cuore del centro storico genovese con un’edizione speciale dedicata al contributo dimenticato dei Rom e dei Sinti alla lotta partigiana.
L’evento, promosso da AMA, Associazione degli abitanti della Maddalena, in collaborazione con ANPI e UCRI, si svolgerà in via della Maddalena all’angolo con vico della Rosa, con due incontri pubblici: il primo il 3 maggio alle 18.30, il secondo il 10 maggio alle 18.00.
“Abbiamo voluto dare spazio a una storia poco raccontata, quella dei Rom e dei Sinti che hanno partecipato alla Resistenza – spiega Carla Cappanera, filosofa sociale e studiosa delle comunità romanì –. In Italia esisteva persino una formazione partigiana composta unicamente da Sinti, la Brigata Leoni. Ma pochi lo sanno. È una memoria rimossa, che si lega al più ampio silenzio sull’Olocausto che ha colpito queste comunità: Porrajmos, lo chiamano loro, il ‘grande divoramento’. Circa 500.000 furono sterminati dai nazisti, ma a Norimberga nessuno ha riconosciuto ufficialmente il genocidio”.
L’incontro del 3 maggio, intitolato “La storia nascosta: il contributo alla lotta partigiana delle comunità Rom e Sinti”, vedrà Cappanera dialogare con la giornalista Mariapia Cavani. L’appuntamento sarà accompagnato da un’esibizione di musica rom tradizionale a cura del musicista bosniaco Rifet Sejdic, da anni residente a Genova.
Il secondo evento, il 10 maggio, sarà invece dedicato alla contemporaneità, con la presentazione del libro “Rom e Sinti. 10 cose che dovresti sapere” di Gennaro Spinelli, musicista e attivista, figlio del celebre direttore d’orchestra Alexian Santino Spinelli. Anche questo incontro sarà moderato da Carla Cappanera.
“Con Gennaro parleremo della resistenza quotidiana – continua Cappanera – quella contro i pregiudizi, la discriminazione, la cancellazione culturale. C'è una nuova generazione di giovani rom e sinti che fa ‘coming out etnico’, che non vuole più nascondere le proprie origini, ma anzi le rivendica con orgoglio. È una forma attuale e necessaria di Resistenza”.
Oltre alla riflessione storica e sociale, l’iniziativa vuole anche dare un segnale chiaro su come si costruisce un racconto autentico e rispettoso delle comunità: coinvolgendole direttamente.
“Ci tengo a sottolineare -prosegue Cappanera – che ho voluto che in entrambi gli incontri fossero presenti persone appartenenti alla comunità rom, perché è sempre bene che, quando si parla di qualcuno, quel qualcuno ci sia e sia parte attiva. Rifet Sejdic è un musicista, non un attivista, ma porta con sé una storia viva. Per il primo incontro avremmo voluto invitare anche una ragazza rom attivista che conosco bene, ma è incinta e in procinto di partorire, quindi purtroppo non potrà esserci. In parte mi sostituirò io, ma è davvero una scelta legata alla contingenza: preferisco sempre dialogare con loro, costruire insieme. Il problema della rappresentanza è molto forte: troppo spesso sono le società maggioritarie a fare progetti per qualcuno senza coinvolgerlo realmente. Invece è fondamentale che chi è protagonista delle storie sia anche protagonista delle narrazioni e delle azioni”.
Non è un caso che entrambi gli appuntamenti si svolgano all’aperto, per strada, nel cuore della Maddalena, in un’area del centro storico che spesso viene associata a marginalità e degrado. “La nostra scelta è anche simbolica: vogliamo dare un volto diverso a questo pezzo di città, trasformarlo per un giorno in uno spazio di cultura, memoria e partecipazione”.
L’iniziativa, che rientra nel tradizionale ciclo di eventi dell’Associazione A.Ma per il 25 aprile, è stata rilanciata nel 2024 dopo una pausa dovuta alla pandemia. “Ogni anno cerchiamo di legare il tema della Resistenza storica a nuove forme di resistenza attuale – conclude –. Quest'anno lo facciamo dando voce a chi, ieri come oggi, ha lottato e continua a lottare per essere riconosciuto”.