Raggiungere il 67% di rifiuto differenziato. È questo l’obiettivo dichiarato dell’amministrazione regionale con la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione che consentirà di chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno dei confini della Liguria.
A dirlo è stato l’assessore regionale all’Ambiente, Giacomo Giampedrone, in risposta all’interrogazione presentata dalla consigliera Selena Candia (AVS) proprio per chiedere delucidazioni in merito alle politiche della Regione sul tema dei rifiuti oltre a chiarimenti “sulla necessità di un impianto da 320 mila tonnellate che è esattamente la quantità di rifiuto non differenziato in Liguria”. “La regione è ben al di sotto del 65% che avremmo già dovuto raggiungere dal 2012 - ha aggiunto Candia nel presentare il documento all’aula - ci sono regioni virtuose che sono al 70%”.
In risposta, l’assessore Giampedrone ha spiegato che le motivazioni che hanno portato alla scelta del termovalorizzatore si trovano all’interno del Piano Regionale dei Rifiuti approvato nel 2022, documento nel quale “viene sottolineato come la scelta finale avrà un’influenza anche sulle decisioni per il trattamento del rifiuto indifferenziato, oltre che sulle sinergie per la valorizzazione di alcuni flussi di rifiuti speciali che sono compatibili con l’impianto finale e che ora sono gestiti in discarica o in altre regioni”.
“Il fabbisogno di trattamento e smaltimento che l’impianto mira a traguardare è il 67% di differenziata - ha aggiunto l’assessore - si prevede un’ulteriore riduzione del 4% del rifiuto urbano rispetto al 2019. La stima è di circa 260 mila tonnellate annue di volume da gestire”.
“A questo volume sono state aggiunte quote rilevanti di scarto della differenziata - ha concluso - che sono energicamente valorizzabili e ammontano a poco meno di 30 mila tonnellate l’anno, purché siano nelle migliori condizioni possibili”.