Si è svolta ieri sera, in piazza Inferiore del Roso, l’assemblea pubblica per denunciare degrado, insicurezza e spaccio nel centro storico di Genova. Una riunione partecipata, accorata, dove ancora una volta le voci dei cittadini hanno denunciato una situazione drammatica e fuori controllo soprattutto nelle zone del Ghetto, di Prè e della Maddalena. L’incontro è stato promosso da associazioni e comitati locali.
Dal SIAP (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) arriva un monito chiaro: “Se non trasformiamo questi momenti in percorsi concreti, continueremo a rincorrere il problema senza affrontarlo davvero”. La nota del sindacato parte dalla constatazione di un fallimento: “Per troppi anni si è pensato che bastasse militarizzare il centro storico con più pattuglie e più uniformi. Ma quella è stata solo una scorciatoia. Lo spaccio non si estirpa con la sola presenza fisica dello Stato, ma colpendo chi lo organizza, lo gestisce, lo alimenta. Serve un’attività investigativa vera, continua, coordinata, con risorse adeguate. E Genova, finora, non le ha avute”.
Il SIAP rilancia quindi una proposta precisa: istituire gli Osservatori municipali per la sicurezza urbana, strumenti di raccordo tra cittadini, istituzioni, forze dell’ordine, servizi sociali, Municipi e Prefettura. “Non si tratta di una formula generica – si legge nella nota – ma di un ponte stabile tra chi vive il territorio e chi deve governarlo. Serve a trasformare la denuncia in proposta, l’esasperazione in progettualità”.
La sicurezza, spiega il sindacato, deve tornare a essere un diritto garantito. E per farlo, occorre cambiare visione. “Il problema non riguarda solo il centro storico. Lo spaccio è presente in maniera massiccia anche a Sestri Ponente, Rivarolo, Bolzaneto, Voltri, Sampierdarena, Cornigliano, Marassi, San Teodoro. Chi vive in questi quartieri lo sa bene. È lì che bisogna portare investigazione, coordinamento, riqualificazione urbana e presidi mirati”.
Nel mirino anche un certo approccio localistico e personalistico alla sicurezza urbana. “Il coordinamento con la Polizia Locale deve diventare un elemento centrale, superando modelli autoreferenziali. Chi alimenta assurde contrapposizioni non vuole bene a questa categoria, che è indispensabile in un modello integrato. Ma gli organici della Polizia di Stato sono in ginocchio, i commissariati svuotati. La politica locale deve rivendicare con forza risorse dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza”.
La nota passa poi in rassegna una serie di buone pratiche da altre città italiane. A Milano, nei quartieri di Corvetto e San Siro, sono state portate avanti indagini patrimoniali, confische, sgomberi mirati. A Torino, la DIA e i ROS hanno colpito duramente le organizzazioni nigeriane e nordafricane. A Bologna è stato realizzato un modello integrato tra urbanistica, servizi sociali e polizia. A Prato, la DDA ha sequestrato immobili industriali usati per il riciclaggio. A Napoli, Reggio Calabria e Foggia sono stati condotti arresti su larga scala e operazioni coordinate.
“È tempo che anche Genova venga messa al centro di una strategia nazionale – afferma il SIAP – Non si può continuare a far finta che il problema sia solo qualche pusher nei caruggi. Il porto di Genova è un bacino strategico per la criminalità organizzata. Ogni anno transitano milioni di container. Nessuno può pensare che le mafie non siano presenti o interessate. Ma non c’è nessuna cabina di regia, nessun piano straordinario, nessuna operazione sistemica sulle filiere logistiche. Eppure i container vanno perquisiti. È un silenzio assordante”.
Con l’insediamento della nuova sindaca Silvia Salis e dell’assessora alla sicurezza Arianna Viscogliosi, il SIAP vede una possibilità concreta per cambiare approccio: “Serve un modello che parta dal territorio ma coinvolga lo Stato. Serve il coraggio di superare le logiche passate, chiuse e scoordinate. Lo spaccio a questi livelli si sconfigge solo con un’azione sistemica, non solo locale”.
La conclusione è un appello all’azione: “Serve una politica della sicurezza che costruisca prevenzione, giustizia, legalità. Bisogna farlo adesso. Le assemblee non devono diventare un muro del pianto, ma l’inizio di una stagione nuova. Gli Osservatori municipali per la sicurezza urbana possono essere lo strumento che manca. Possiamo costruirli subito. Possiamo farlo insieme. Noi, come SIAP, ci siamo. Perché la sicurezza non si promette, si garantisce. E si costruisce, quartiere per quartiere, giorno per giorno”.