"Apprendiamo con preoccupazione l’intenzione, annunciata dall’assessora Tiziana Beghin nel Consiglio comunale del 10 luglio, di riaprire il confronto sull’arte di strada con l’obiettivo di rivedere il Regolamento attualmente in vigore". A scrivere, in una nota, è il Comitato Centro Storico, in seguito alle dichiarazioni in Sala Rossa della neo assessora riguardo le modifiche alla regolamentazione sulle esibizioni degli artisti di strada. "Riteniamo fondamentale preservare il quadro normativo introdotto con il Regolamento approvato nel 2024, ispirato alle buone pratiche adottate in molte grandi città italiane – anche amministrate dal centrosinistra – e costruito attraverso un percorso partecipato e strutturato durato oltre due anni. Quel Regolamento ha introdotto criteri chiari per garantire equilibrio e convivenza: limiti acustici, rotazione degli artisti, prenotazioni tramite app, tutele per le aree sensibili. Ha permesso di superare criticità che avevano trasformato spazi pubblici in palchi permanenti, come dimostrano le oltre 1.200 ore di musica registrate in soli cinque mesi a San Lorenzo prima della riforma.
Oggi l’arte di strada a Genova è pienamente tutelata: oltre 70 postazioni attive nel Municipio I e possibilità di esibirsi in tutta la città, da Nervi a Voltri. A differenza di molte altre città italiane – tra cui Milano, Firenze, Bologna e Venezia - Genova consente oltre 40 postazioni musicali anche nel centro storico, con regole meno restrittive. Come Comitato, riteniamo che l’attuale Regolamento funzioni e non debba essere messo in discussione, ma semmai rafforzato nella sua applicazione, in particolare sul fronte dei controlli" continuano.
"Già lo scorso aprile abbiamo avanzato una serie di proposte migliorative, emerse dal confronto con cittadini e artisti: potenziare i controlli, limitare le amplificazioni in aree fragili, introdurre filtri acustici nell’app di prenotazione, estendere gli orari al Porto Antico in accordo con gli esercenti. Le regole, se equilibrate, non limitano la libertà: la rendono possibile per tutti. Tornare indietro con una liberalizzazione indiscriminata significherebbe ignorare le normative vigenti in materia di acustica e tutela della quiete pubblica, banalizzare la complessità della convivenza urbana e sacrificare l’interesse collettivo, alimentando letture ideologiche e parziali che falsano il confronto tra cittadini. Vorrebbe inoltre dire vanificare il lavoro svolto da periti acustici, tecnici amministrativi e urbanistici del Comune, e ignorare criticità reali e segnalazioni documentate di disturbo e irregolarità che, come Comitato, abbiamo già condiviso con esponenti dell’attuale maggioranza".
"Ribadiamo con fermezza il nostro impegno a difendere il Regolamento del 2024, uno strumento che ha segnato una svolta per il centro storico. Il suo indebolimento rischierebbe di riportare Genova al caos normativo e ai disagi che per anni hanno compromesso la vivibilità urbana. Siamo disponibili a partecipare a un confronto istituzionale serio e trasparente, mettendo a disposizione l’ampia documentazione raccolta – oltre mille video, perizie fonometriche e dossier tecnici – affinché il dibattito si fondi su dati oggettivi e non su rappresentazioni distorte o strumentali. Invitiamo pertanto l’Amministrazione a non disperdere quanto faticosamente costruito: un insieme di regole condivise che ha finalmente garantito un equilibrio tra libertà di espressione e diritti di chi in quei luoghi vive e lavora" concludono.














