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Cronaca | 15 luglio 2025, 14:17

"Non ero più io": chiesti dodici anni per l’ex comandante che uccise la moglie con un colpo di pistola a Sestri Levante

Giampaolo Bregante ha ammesso il delitto davanti alla corte d’assise parlando di “dissociazione dalla realtà” e di mancato supporto dei servizi sanitari. La procura riconosce le attenuanti. Sentenza attesa giovedì

Foto Facebook

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Non ero più io”: con queste parole, pronunciate con voce spezzata davanti alla corte d’assise di Genova, Giampaolo Bregante ha provato a spiegare l’omicidio della moglie, Cristina Marini, uccisa con un colpo di pistola il 19 settembre scorso nella loro abitazione di Sestri Levante. L’ex comandante di navi, 74 anni, è accusato di omicidio volontario. Oggi il pubblico ministero Stefano Puppo ha chiesto una condanna a 12 anni di reclusione, tenendo conto delle attenuanti generiche, tra cui la provocazione e l’avvenuto risarcimento del danno.

Durante il processo, ormai alle battute finali, è stato mostrato anche il video dell’omicidio, registrato da una telecamera interna. Le immagini raccontano una lite drammatica: si sentono le urla della donna – “Vai via, non voglio più vederti” – poi lo sparo, e subito dopo la telefonata al figlio: “Vieni, ho sparato alla mamma”.

Per i legali della difesa, Federico Ricci, Paolo Scovazzi e Sara Bellomo, si è trattato di una tragedia umana, conseguenza di una spirale di dolore. L’uomo, hanno sostenuto, era sopraffatto dalla disperazione per la malattia della moglie, affetta da una grave depressione. “Una coppia unita, ma la situazione è precipitata”, ha detto l’avvocata Bellomo. E il figlio, ascoltato in aula, ha raccontato di continue umiliazioni verbali subite dal padre.

Secondo la ricostruzione difensiva, Bregante avrebbe chiesto più volte aiuto ai servizi sanitari, senza ottenere risposta. In particolare, avrebbe scritto una serie di mail al medico del centro di salute mentale dell’Asl, ricevendo in risposta solo un laconico: “Non mi mandi più mail, mi ha intasato la posta”. “Una frase difficile da dimenticare”, ha sottolineato Bellomo.

La sentenza è attesa per giovedì.

Redazione

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