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Economia | 02 settembre 2025, 14:50

Sindacati compatti sul forno elettrico a Genova: “Serve autonomia produttiva e salvaguardia dell’occupazione”

Dopo l’incontro con il ministro Adolfo Urso, le sigle sindacali hanno mostrato consenso unanime per la realizzazione: “Serve un gruppo siderurgico unito a livello nazionale per fornire maggiori tutele ai lavoratori. No a qualsiasi ipotesi di smembramento aziendale”

Sindacati compatti sul forno elettrico a Genova: “Serve autonomia produttiva e salvaguardia dell’occupazione”

Dopo l’incontro con il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, i sindacati si sono presentati uniti nel sostegno all’ipotesi della realizzazione del forno elettrico a Cornigliano, considerato essenziale non solo per garantire lo sviluppo del sito industriale, ma soprattutto per salvaguardare i posti di lavoro esistenti. “Il nostro obiettivo - hanno ribadito - è l’autonomia produttiva del Nord Italia, per non rischiare di rimanere senza acciaio da lavorare in caso di crisi a Taranto”.

A parlare sono Valerio Dalò (Cisl), Stefano Bonazzi (FIOM Cgil), Antonio Apa (Uilm) e  Matteo Bellapianta (USb). Secondo i rappresentati, Genova ha già tutte le condizioni politiche, sociali e logistiche per accogliere un nuovo impianto di ultima generazione, compatibile con l’ambiente e con il tessuto urbano. La priorità, ora, è trovare gli investitori e chiarire i contorni del piano industriale.

Non mancano, però, le preoccupazioni. In particolare, i sindacati avvertono che “non c’è tempo da perdere”: la transizione dall’acciaio prodotto con carbone al sistema a riduzione diretta del minerale (DRI) e ai forni elettrici deve essere accompagnata da risorse adeguate, oggi giudicate insufficienti (1,7 miliardi), e da garanzie legislative per i lavoratori.

Cisl e Fim hanno sottolineato come l’autonomia produttiva debba restare all’interno di un grande gruppo siderurgico, scongiurando il rischio di uno “spezzatino” tra Nord e Sud che indebolirebbe le tutele. “Il futuro della siderurgia non può passare dalle divisioni, ma dal tenere unito, in maniera eco-compatibile, ciò che è già unito”, hanno ribadito.

Anche USB ha posto l’accento sulle incertezze legate al piano nazionale, ricordando che a Taranto gli altiforni sono oggi fermi e chiedendo chiarezza sulla riconversione e sulle reali prospettive occupazionali.

Il messaggio emerso dall’incontro è quello di una città compatta, istituzioni e sindacati insieme, nel chiedere al governo e ai potenziali investitori un futuro industriale per Genova fondato sul forno elettrico, sulla sicurezza ambientale e sulla tutela del lavoro.


 

Pietro Zampedroni - Chiara Orsetti

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