Prosegue oggi, e continuerà per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Forti’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle ricchezze più straordinarie del nostro territorio: il sistema fortificato che abbraccia la città dalle alture. Un patrimonio unico, che racconta secoli di storia militare, politica e sociale. Un viaggio tra Medioevo e Ottocento, tra leggenda e realtà, sempre con lo stesso filo conduttore: l’amore per Genova e per le sue eccellenze. Buon viaggio insieme a noi, alla scoperta dei Forti!
È una sorta di prua, che con le sue mura massicce, domina Genova dall’alto, guardandola da 489 metri.
Forte Sperone è certamente una delle più spettacolari fortificazioni della città ma, nel tempo, è stato anche il cuore difensivo che ha fatto della Superba la meglio difesa del Mediterraneo.
Sul monte Peralto, infattti, si incontrano le due grandi cinte murarie che abbracciano la citta: quella che scende verso la Val Polcevera e quella che si allunga verso la Val Bisagno.
Le prime tracce risalgono al 1319, quando sul Peralto sorgeva una semplice “Bastia” di legno e pietra, presidio ghibellino. La Repubblica di Genova ne curò una ricostruzione nel Cinquecento, per poi inserirlo nel grandioso progetto delle Mura Nuove a partire dal 1630.
Il forte conobbe assedi e battaglie: nel 1747 venne duramente colpito dagli austriaci, che lo costrinsero a una ricostruzione radicale, terminata entro il 1830. L’imponente portale, ancora oggi visibile, porta lo stemma dei Savoia ed è affiancato da un ponte levatoio.
Nei secoli, la funzione militare è cambiata più volte. Occupato dai rivoluzionari nel 1849, trasformato in prigione per croati e serbi durante la Prima guerra mondiale, dal 1958 al 1981 ospitò una caserma della Guardia di Finanza. Oggi appartiene al Comune e si apre ai cittadini con eventi culturali e visite guidate.
Il complesso di Forte Sperone si articolava su tre livelli che scandivano la vita militare.
Il primo ospitava magazzini, cisterne e locali di servizio; al secondo si trovavano uffici e camere per ufficiali e graduati mentre al terzo gli alloggi del soldati.
In tempo di pace, il forte ospitava circa trecento uomini, ma in caso di guerra poteva triplicare, arrivando a contenere novecento soldati e una potenza di fuoco fatta di diciotto cannoni, nove obici e numerosi pezzi minori.
Come ricordato, forte Sperone era il perno di un sistema impressionante: le Mura Nuove, i forti sulle alture e le antiche mura medievali formavano una cintura capace di proteggere porto e città sia dagli attacchi esterni sia dalle rivolte interne.
Più che una semplice fortificazione, rappresentava il simbolo della determinazione genovese a difendere la propria autonomia in un’Italia frammentata e spesso ostile.
Oggi Forte Sperone non è solo memoria militare. Trekking, conferenze, aperture straordinarie e visite guidate lo hanno trasformato in una delle mete culturali più suggestive della città. Passeggiare tra i suoi bastioni significa attraversare secoli di storia, tra Medioevo, Repubblica, Savoia e guerre mondiali.















