A Palazzo Ducale di Genova torna, dal 26 al 29 marzo 2026, l’appuntamento con La storia in piazza, festival di divulgazione e approfondimento di tematiche storiche alla sua XV edizione.
Il focus di quest’anno è “Naturale e innaturale nella storia”. Nel corso della quattro giorni storici e studiosi ragioneranno su due termini – naturale e innaturale, appunto – che, dall’antichità ad oggi, ricorrono costantemente nel discorso politico, scientifico, giuridico e religioso, assumendo significati e valori anche molto diversi tra loro.
La formula del Festival è quella che ha assicurato in questi anni il grande favore del pubblico: incontri, conferenze, reading, laboratori, seminari e dialoghi aperti a più voci. Un appuntamento imprescindibile a livello nazionale per tutti gli appassionati della materia.
Due le novità di questa edizione, curata da Carlotta Sorba e Emmanuel Betta.
Innanzitutto, la prestigiosa collaborazione con l’Istituto Universitario Europeo (IUE), un’istituzione accademica europea unica nel suo genere, finanziata dagli Stati membri dell’Unione Europea. Con sede alla Badia Fiesolana a San Domenico di Fiesole, l’IUE si distingue nelle scienze sociali e umanistiche, offrendo programmi post-laurea, di dottorato e di post-dottorato e attività di ricerca avanzata nei campi della storia, dell’economia, del diritto, delle scienze politiche e sociali.
Fondata nel 1972 dagli Stati membri fondatori della Comunità Europea, l'università ha aperto le sue porte ai ricercatori nel 1976 e festeggerà nel 2026 i suoi primi 50 anni di attività.
La seconda novità è una call dedicata a ricerche in corso, rivolta a dottorande e dottorandi in Scienze storiche, dall’antichità fino al contemporaneo, che affrontino il tema monografico scelto - naturale e innaturale nella storia - a partire da cronologie e prospettive le più varie, mostrando uno sguardo originale e innovativo su di esso. Al denso programma di iniziative si affiancherà così un momento di presentazione di nuove ricerche da parte di ricercatori e ricercatrici più giovani.
Commentano i curatori Carlotta Sorba e Emmanuel Betta: «Cosa significa oggi e cosa ha significato storicamente parlare di confini naturali, famiglie naturali, cibi naturali, ruoli di genere naturali ma anche ambienti naturali? E cosa significa dire invece che in queste o in altre circostanze si è di fronte a situazioni innaturali? La questione appare particolarmente interessante perché nel tempo la discussione attorno a questi termini si è spesso fatta molto accesa, muovendo una riflessione sui principi, sulle responsabilità e sui limiti delle scelte individuali e collettive. Essa ci consentirà di avvicinare da una prospettiva originale temi anche molto diversi tra loro che ci aiutino a muoverci in modo critico e consapevole nella complessità del passato e del presente. Interrogarsi sull’uso di questi termini in una prospettiva storica lunga può aiutarci a mettere a fuoco il senso complesso e multiforme che il riferimento alla natura o alla sua assenza può assumere. E il programma della Storia in piazza mostrerà come queste parole abbiano avuto un ruolo decisivo nelle esperienze storiche delle persone e delle comunità».
“La Storia in piazza – commenta la presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Sara Armella – è uno degli appuntamenti più importanti della programmazione della Fondazione e uno dei Festival di divulgazione storica più prestigiosi a livello nazionale. Ogni anno il nostro impegno va nella direzione di rafforzare la cultura pubblica, con l’obiettivo di avvicinare i giovani alla storia, per contribuire a una cittadinanza consapevole e attiva. Ottomila gli studenti coinvolti e circa 500 docenti, cento relatori e speaker, 40 giovani collaboratori – studenti di storia e non solo – che ringrazio per il loro entusiasmo: si tratta di numeri davvero significativi che ci rendono molto orgogliosi. Quest’anno inoltre sono particolarmente soddisfatta della collaborazione con l’Istituto Universitario Europeo, un ente intergovernativo di studio e di ricerca che ha tra i promotori gli Stati fondatori dell'Unione europea”.
«Anche per l’edizione numero quindici – sottolinea la direttrice di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Ilaria Bonacossa – confermiamo la formula dinamica di una rassegna fatta di conversazioni a più voci e dialoghi. Voglio rimarcare un dato: lo scorso anno l’età media degli studiosi e delle studiose che hanno partecipato alla quattro giorni si era sensibilmente ridotta. Quest’anno vogliamo continuare su questo sentiero: la novità di aprire una call per dottorandi e dottorande va esattamente in questa direzione».
La storia in piazza è un appuntamento che si distingue per la capacità di coinvolgere personalità di primo livello, tra storici, accademici, intellettuali, molti anche internazionali, e di dare forma a un palinsesto articolato che attraversa vari campi del sapere, dalla storia alla sociologia fino all’arte, per svelare le storia e le sue trame, più o meno note.
Tra i prestigiosi protagonisti di questa XV edizione Telmo Pievani parlerà di usi e abusi della natura nella scienza; Marc Lazar di come il riferimento al naturale ricorra quasi ossessivamente nei discorsi dei populismi contemporanei; Guido Barbujani interrogherà il tema della natura delle razze e Donald Sasson il formarsi degli stereotipi nazionali e il loro rapporto con i caratteri “naturali” dei popoli.
Come lo scorso anno non mancheranno i dialoghi a più voci: così Silvia Ronchey discuterà con Pia Carolla intorno alla rappresentazione naturalistica della realtà, tra icone bizantine e arte contemporanea. E Andrea Giardina dialogherà con lo scrittore Domenico Starnone sul mito degli automi tra storia e fantasia letteraria.
Sono solo alcuni esempi di un programma che si muoverà come sempre su molti terreni e molte cronologie: dai peccati contro natura in Dante allo sviluppo contemporaneo della chirurgia estetica, dalla creazione dei musei di storia naturale fino al Golem, l’uomo artificiale, nella cultura ebraica.
Aperto a un pubblico vasto di ogni età e formazione, il festival prevede come di consueto un calendario di incontri e laboratori per le scuole e le famiglie, coniugando ricerca storica e attualità, apprendimento e gioco. L’idea di fondo è quella di stimolare la partecipazione degli studenti e anche gli incontri frontali sono pensati per una vivace interazione con i relatori.














