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Attualità | 16 dicembre 2025, 14:23

Natale di solidarietà, ma l’emergenza non va in vacanza: “Povertà e solitudine crescono, servono risposte strutturali”

La donazione di 7.500 euro di Fimaa Confcommercio a Sant’Egidio per sostenere gli appuntamenti delle festività. Chiappori: “I pranzi di Natale sono un segno identitario di Genova, ma dietro ci sono emergenze che durano tutto l’anno: casa, strada, salute”

Un gesto concreto di solidarietà che diventa l’occasione di una riflessione collettiva sull’emergenza legata ai senza fissa dimora.

La donazione di 7.500 euro raccolta da Fimaa Confcommercio Genova a favore della Comunità di Sant’Egidio, frutto del Cocktail di Gala benefico che si è tenuto a Palazzo della Borsa, andrà a sostenere in primo luogo i pranzi di Natale, uno degli appuntamenti più riconoscibili e partecipati della vita solidale cittadina.

“Il destino di questa donazione - spiega Andrea Chiappori, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Liguria - sarà principalmente il sostegno dei pranzi di Natale, che rappresentano il momento clou di questo periodo. Ma le attività della Comunità non si fermano certo con le feste”.

Un sostegno che arriva in un momento particolarmente delicato, anche sul piano internazionale. “Non possiamo dimenticare - sottolinea Chiappori - la situazione drammatica dell’Ucraina, dove i nostri amici vivono ormai da anni una condizione terribile, aggravata dall’arrivo di un inverno che si preannuncia molto difficile. Una parte degli aiuti sarà destinata anche a loro”.

I numeri raccontano la portata dell’impegno. “L’anno scorso - ricorda Chiappori - siamo arrivati a 14.000 persone sedute a tavola in tutta la Liguria. Quest’anno non possiamo fare previsioni precise, ma il dato dovrebbe rimanere su quelle cifre”.

I primi pranzi sono già iniziati e non a caso dal carcere di Marassi. “È un inizio significativo - spiega - soprattutto alla luce delle recenti notizie di cronaca che hanno riportato in evidenza, ancora una volta, tutta la drammaticità della situazione delle carceri”. Da qui, il percorso continuerà in tutti gli istituti penitenziari liguri e in numerosi luoghi di Genova e del territorio.

Un’iniziativa resa possibile anche grazie al mondo delle imprese. “Siamo molto grati a Fimaa Confcommercio perché iniziative come questa non solo portano risorse concrete, ma aiutano a far conoscere il lavoro quotidiano della Comunità e a coinvolgere tante persone”.

A sottolineare il valore dell’iniziativa è Luca Del Guasta, presidente di Fimaa Genova: “La cifra raccolta testimonia il valore di una comunità che sa unirsi attorno a progetti capaci di generare un impatto reale. Siamo orgogliosi del contributo che Fimaa, Confcommercio e le imprese associate hanno saputo offrire alla Comunità di Sant’Egidio, una realtà che opera ogni giorno a fianco dei più fragili”.

Un risultato che Del Guasta rivendica come collettivo: “È un risultato che vogliamo condividere con chi ha partecipato, con chi ha donato e con chi continua a credere anche nel ruolo sociale del nostro settore”.

Dietro il Natale, però, c’è una quotidianità fatta di numeri che parlano chiaro. “Alla mensa - aggiunge Chiappori - oggi accedono circa 500 persone. Distribuiamo oltre 5.200 borse viveri al mese e incontriamo regolarmente tantissimi anziani”.

Un lavoro che negli anni ha intercettato una parte enorme della città: “In dieci anni 42.000 persone diverse sono passate dalla mensa di Sant’Egidio. Parliamo dell’8% della popolazione genovese, un dato che coincide in modo impressionante con le statistiche Istat sulla povertà, che la collocano tra il 9 e il 10%”.

Uno degli aspetti più allarmanti riguarda l’aumento delle persone senza dimora. “Stiamo registrando una crescita delle persone che vivono per strada e, cosa nuova, una diffusione anche nei quartieri periferici. Non è più un fenomeno concentrato solo nel centro o nelle stazioni”.

Cresce anche l’attesa per trovare un posto caldo dove dormire. “Quest’anno è più difficile dell’anno scorso e questo è un segnale molto preoccupante”. Le cause non sono sempre immediate, ma spesso intrecciano dipendenze, fragilità psichiche e povertà crescente.

Tra le criticità più forti c’è il tema abitativo. Chiappori lo sottolinea con chiarezza: “Il problema della casa è gravissimo. Anche Genova, seppur con un certo ritardo rispetto ad altre grandi città, sta vivendo un aumento importante del peso degli affitti nel bilancio delle famiglie. Trovare una casa a un prezzo accessibile è sempre più difficile”.

Una situazione che rischia di produrre nuova marginalità. “Di fronte a questo - avverte - servono soluzioni forti da parte degli enti pubblici”.

Da qui l’appello alle istituzioni: “È fondamentale stabilire un dialogo sempre più proficuo con realtà come la nostra. Abbiamo una visione dal basso, ma è una visione alta, perché nasce dalla conoscenza diretta delle persone, delle loro storie e delle loro difficoltà”.

Anche il censimento delle persone senza fissa dimora, previsto a partire dal 2026, viene visto come uno strumento utile. “La conoscenza è sempre un ottimo punto di partenza ma non deve fermarsi al numero. Serve capire i motivi, approfondire le condizioni sanitarie, anche psichiatriche, perché spesso è lì che nasce l’impossibilità di condurre una vita normale” ha concluso il responsabile.


 

Isabella Rizzitano

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