Un altro pezzo di storia industriale genovese è avviato alla chiusura. La Cartiera Grillo, attiva da oltre due secoli in via Acquasanta, nel ponente cittadino, ha fermato gli impianti e nelle prossime settimane chiuderà definitivamente, lasciando venti dipendenti senza lavoro.
La decisione è stata confermata nei giorni scorsi nel corso di un incontro tenutosi in Confindustria, durante il quale la proprietà ha ribadito la volontà di cessare l’attività. Una scelta che arriva al termine di un periodo di difficoltà ormai strutturali: assenza di ordini e concorrenza estera, in particolare quella indiana, hanno progressivamente eroso il mercato di riferimento dell’azienda, specializzata nella produzione di buste porta-documenti e sacchetti di carta.
Con la chiusura della Cartiera Grillo Genova perde una delle ultime cartiere ancora attive sul territorio, e con essa un presidio produttivo che ha attraversato epoche, trasformazioni economiche e cambiamenti tecnologici. Fondata nei primi anni dell’Ottocento, la cartiera ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per il comparto della carta, legandosi in modo profondo al tessuto produttivo e sociale della valle dell’Acquasanta.
Una storia lunga oltre duecento anni, fatta di lavoro manifatturiero, competenze artigianali e continuità produttiva, che oggi si interrompe lasciando un vuoto non solo occupazionale ma anche identitario per il territorio.
Nel corso del confronto sindacale, Slc Cgil Genova ha tentato di aprire uno spiraglio chiedendo il ricorso agli ammortizzatori sociali, ma senza esito.
“Abbiamo provato a chiedere alla Grillo di accedere alla cassa integrazione straordinaria - spiega Sonia Montaldo, segretaria generale Slc Cgil Genova - ma la proposta non è stata accettata. Il prossimo 7 gennaio ci sarà un ulteriore incontro per verificare altre possibilità, ma la strada appare in salita”.
Una vertenza che si inserisce in un contesto di progressivo impoverimento del tessuto industriale genovese, con attività e marchi storici che fanno fatica a tenere il passo, schiacciati dalla competizione internazionale e dal costo delle materie e della manodopera.
Con la Cartiera Grillo non se ne va soltanto un’azienda, ma un pezzo di memoria industriale e identitaria. Venti famiglie si trovano ora ad affrontare l’incertezza del futuro, mentre il territorio assiste all’ennesima chiusura che interroga istituzioni, parti sociali e politiche industriali.
Il prossimo incontro di gennaio rappresenterà un passaggio cruciale, ma il timore, oggi, è che la fine della Cartiera Grillo possa diventare l’ennesimo capitolo di una lunga lista di addii industriali che Genova continua a collezionare.













