Sicurezza ed efficacia dei controlli ambientali, trasporto sostenibile delle terre da scavo: questi i temi al centro della visita svoltasi il 28 giugno 2018 sul cantiere ligure di Cravasco e alla cava Castellaro, guidata dall’Osservatorio Ambientale per il Terzo Valico che ha accompagnato Sindaco e consiglieri di campomorone insieme ad alcuni membri dell’Osservatorio Ambientale Partecipato della Valverde.
Al sopralluogo erano presenti: per l’OA il presidente Claudio Coffano con i membri Federica Torazza per la Provincia di Alessandria, Riccardo Sartori per Arpa Liguria e Marco Pizzaferri per la Città Metropolitana di Genova, rappresentanti di Cociv e del nuovo affidatario dei lavori Pizzarotti-Collini, componenti dello staff del Commissario per il Terzo Valico.
Al cantiere si accede percorrendo la “finestra” Cravasco, lunga 1.260 metri e già completata. Da qui verranno realizzati circa 2,7 km di galleria in direzione nord (Milano) e 2 km in direzione sud (Genova). Attualmente sono iniziati gli scavi per il binario dispari, in entrambe le direzioni.
Su sollecitazione dei partecipanti, particolare attenzione è stata posta al tema della gestione e trattamento delle terre contenenti amianto e alle procedure attivate in caso di suo ritrovamento: i tecnici hanno così avuto modo di illustrare il funzionamento del Codice di scavo, implementato per la prima volta proprio a Cravasco e adottato come procedura standard su tutti i cantieri del Terzo Valico.
Nel caso in cui le analisi sulle rocce rilevino la presenza di amianto, i lavori vengono immediatamente sospesi e si attiva questo piano di lavoro specifico che garantisce la sicurezza dei lavoratori e impedisce la diffusione delle fibre di amianto nell’aria all’esterno del cantiere. Il Codice di scavo prevede di dividere la galleria in tre parti (area contaminata, area di decontaminazione e area incontaminata) in modo che sistemi sofisticati di abbattimento delle polveri e di ventilazione impediscano alle fibre di amianto di uscire dalla galleria. Inoltre vengono adottati particolari dispositivi di protezione per i lavoratori e il controllo delle fibre aerodisperse viene esteso anche a bordo dei mezzi di cantiere. Oltre a ciò, vengono usate procedure di decontaminazione dei mezzi, delle maestranze e degli strumenti di lavoro, e adottate tecniche di lavorazione specifiche. Grazie a queste misure, a Cravasco, durante lo scavo in presenza di amianto, non sono mai stati registrati superamenti del limite di 1 fibra al litro nell’aria al di fuori della galleria.
Il sopralluogo è proseguito alla cava Castellaro–sito di riqualifica ambientale – dove vengono conferite le terre provenienti dal cantiere di Cravasco: attualmente sono stati abbancati 394mila metri cubi, su 1 milione e 800mila metri cubi previsti. Per il trasporto esclusivamente delle terre da scavo che non contengono né amianto né “pietre verdi” sarà completata entro l’estate la costruzione di un nastro trasportatore che, grazie a una struttura sospesa sulla valle del torrente Polcevera, consentirà di trasferire il materiale direttamente dal cantiere al sito di deposito, risparmiando molti viaggi di camion su strada.