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Politica | 27 settembre 2019, 15:32

Pegli, il cantiere dell’ex Eden è sempre più uno scandalo

A Tursi Lorella Fontana (Lega) chiede chiarimenti all’assessore Cenci. Ma le risposte da parte della proprietà sono generiche. Mancano i soldi per arrivare in fondo e la voragine in mezzo alle case è destinata a durare ancora

I box sotto il cinema Eden

I box sotto il cinema Eden

La situazione è imbarazzante. Imbarazzante a dire poco. Perché si potrebbero usare benissimo altri aggettivi, decisamente più forti, per definire lo stato dei lavori per realizzare l’autorimessa interrata adiacente all’ex cinema Eden di Pegli.

Ma forse ne basta uno, per dare con precisione assoluta il quadro: fermo. Ebbene sì, il cantiere è fermo ormai da mesi, il cantiere è aperto ormai da anni e non se ne vede mai la fine. Non si sa quando, non si sa come, non si sa perché.

I residenti della zona di via Pavia, piazza Bonavino e via Martiri della Libertà da lunghissimo tempo, quando si affacciano alle finestre, vedono questo orrendo spettacolo di cemento, lamiere, solette e putrelle, laddove una volta vedevano gli alberi e i seggiolini del cinema all’aperto. Chissà se quei pochi che, un tempo, si lamentavano per il rumore dei film ora non rimpiangono quell’epoca…

Fatto sta che qui non si va avanti, il progetto è nato male, è stato ridimensionato e ora sono pure finiti i soldi. Chi ha comprato non vede ancora il suo garage nella propria disponibilità, chi non ha comprato vive un disagio fuori dal comune. Il pieno centro di Pegli, una delle zone più signorili della delegazione, ma anche dell’intero Ponente, è stato terribilmente sventrato, e la definitiva copertura e risistemazione sono un miraggio. Suolo privato, impresa privata, ma le ricadute sul pubblico e sulla cittadinanza, in termini di fastidio, sono enormi.

Per questo la politica si è già mossa più e più volte, attraverso, ad esempio, l’ex presidente del Municipio VII Ponente, e oggi consigliere comunale del Partito Democratico, Mauro Avvenente, che in passato ha scritto parecchi interventi sul tema, ottenendo risposte, a dire il vero, sempre vaghe e generiche.

Ieri, in Sala Rossa a Tursi, è stata la volta di Lorella Fontana, capogruppo della Lega in Comune, che ha chiesto delucidazioni in merito attraverso un’interrogazione a risposta immediata (ex articolo 54). A risponderle è stata l’assessore Simonetta Cenci, che ha la delega, in questo caso, all’Edilizia Privata.

Secondo Fontana, “i pegliesi sono molto preoccupati rispetto a questo cantiere, e non sanno come andrà a finire. Per questo chiedo all’amministrazione se è a conoscenza di novità e se può dare delle delucidazioni sul cronoprogramma”.

Il rischio concreto, infatti, è che tutto venga abbandonato così com’è, e che quella voragine a cielo aperto rimanga pressoché perpetua. Qualche anno fa una cosa analoga accadde ad Albaro, in via Montezovetto. Il cantiere per la costruzione dei box interrati (anche lì in base a un progetto ‘monstre’) subì una brusca interruzione per motivi economici, i lavori restarono fermi per anni. Poi, per fortuna, arrivò un imprenditore della zona, che si prese carico di completare l’opera, dopo averla ridimensionata e aver ridotto di un piano gli scavi.

Anche a Pegli si spera in questo finale. L’assessore Cenci spiega: “L’intervento prevedeva la creazione di sessanta box e un cinema all’aperto sul tetto. Questa operazione era stata finanziata da Carige, che l’ha ceduta a un fondo. Abbiamo contattato il geometra responsabile del cantiere, che ha confermato la cessione al fondo, e anche la progettista, che è in attesa che il fondo in questione le liquidi le implementazioni al progetto, così come richiesto dai cittadini pegliesi. Confermo la mia attenzione su questo problema e mi impegno a riferire in Consiglio sugli attesi sviluppi di questo cantiere”.

Un’altra risposta generica, insomma. Senza tempi, senza contenuti, senza alcuna certezza. Il cantiere dell’ex Eden è sempre più uno scandalo a cielo aperto. Che dura da otto (leggasi otto…) anni.

È dal 2012, infatti, che questa storia va avanti. Il contestato progetto dei box dietro all’ex cinema Eden affonda le radici in questo periodo. L’area interessata, proprietà dei frati di Finalpia, comprende il civico numero 4 di via Pavia, ovvero il palazzo donato dal Papa Benedetto XV e dai marchesi Durazzo Pallavicini all’ordine dei Benedettini e dato in uso per attività pastorali e ricreative alla parrocchia di San Martino, oltre al sottosuolo del cinema Eden e della sua arena estiva.

Nel corso degli anni, i cittadini si sono mobilitati attraverso assemblee pubbliche, volantinaggi e raccolte firme, e hanno ottenuto alcune modifiche rispetto al progetto iniziale. Quest’ultimo prevedeva una costruzione su quattro livelli per circa 120 box. Il Comune, resosi conto dell’invasività dell’opera, ha proposto ai progettisti una riduzione dello sbancamento, da 4 piani a 3, con la conseguente riduzione del numero di box (68). Il permesso a costruire risale al giugno 2011, con la civica amministrazione guidata da Marta Vincenzi. I lavori sono partiti ufficialmente nel giugno 2012.

In molti li contestarono. Mentre qualcuno ancora contestava i film. Col senno del poi, forse avevano ragione i primi.

 

Alberto Bruzzone


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