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Eventi | 19 agosto 2020, 13:30

Il 'barcheggio' insieme al Dragun: a Camogli torna la rievocazione storica

Appuntamento il 28 agosto con l’iniziativa organizzata da Farida Simonetti che ricorda la tradizione in voga nella Genova del Seicento; parteciperanno solo natanti a remi, le iscrizioni sono aperte

Il 'barcheggio' insieme al Dragun: a Camogli torna la rievocazione storica

Nel Seicento, epoca d’oro a Genova, era in voga l’usanza di festeggiare alcune particolari e sontuose ricorrenze, come i matrimoni tra i nobili, con il cosiddetto ‘barcheggio’, ovvero con una uscita in barca nelle acque di fronte alla città. Era un rito collettivo, al quale partecipavano moltissime imbarcazioni, ovviamente a remi.

La tradizione antica, e assai affascinante, è stata studiata negli scorsi anni dallo staff della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, il bellissimo museo che si trova in piazza Pellicceria, nel cuore del centro storico del capoluogo. Qui, su impulso della direttrice Farida Simonetti, vennero organizzate alcune iniziative sia intorno al quadro del pittore fiammingo Cornelis de Wael, che racconta appunto di un ‘barcheggio’, sia intorno a una placca in argento che riproduce, in maniera fine ed elegante, la stessa scena.

È un momento antico, ma in tempi recenti è tornato attuale, proprio grazie a Farida Simonetti e alla sua continua passione sia per l’arte che per le rievocazioni. A Camogli, lo scorso anno, è andata in scena la prima edizione del ‘barcheggio’ in chiave moderna e quest’anno si replica, pur con una serie di restrizioni dovute alle misure anti contagio da Covid-19.

L’appuntamento è per venerdì 28 agosto, nello specchio di mare di fronte al borgo del Golfo Paradiso. Organizzano il Comune di Camogli, attraverso l’assessorato alla Cultura, la Pro Loco di Camogli e tutta una serie di associazioni e gruppi che da sempre animano la vita culturale e sociale cittadina (Canoarium, Outdoor Portofino, Blackwave Surf School, Scuola Canoa Kayak Lo Scalo).

È un’estate in tono minore, per quanto riguarda gli eventi (si è dovuto rinunciare, ad esempio, alla posa dei lumini in mare alla festa della Stella Maris, e l’omaggio al Cristo degli Abissi è avvenuto in forma ridotta), ma tutto quello che si può fare nel rispetto delle regole viene organizzato con impegno immutato.

“La primissima edizione del ‘barcheggio’ - ricorda Farida Simonetti, che è una camogliese ‘doc’ ed è stata anche presidente del Teatro Sociale - si è svolta qualche anno fa a Genova, proprio in occasione degli eventi di Palazzo Spinola intorno al quadro di Cornelis de Wael e alla placca in argento. Poi, nel 2019, l’evento è stato portato a Camogli ed è stato accolto con molto entusiasmo”.

Andiamo a barcheggiare! A remi insieme al Dragun’ inizierà il 28 agosto alle ore 18, con il raduno delle canoe e delle imbarcazioni a remi davanti al porto, insieme al Dragun: “Quindi, dalle 18 e sino alle 19,30, si svolgerà il ‘barcheggio’ vero e proprio davanti a Camogli. Alla testa del corteo ci sarà il Dragun, la storica imbarcazione che proprio nel 2019 ha compiuto i suoi 50 anni. Di seguito, tutta una serie di natanti a remi: sia gozzi di piccole dimensioni che canoe che i modernissimi sup. A chiudere, ci sarà il battello ‘Hydra’ della Società Trasporti Marittimi Golfo Paradiso, sul quale verrà schierata la Banda Musicale Città di Camogli, che allieterà tutto il passaggio con una bella colonna sonora. Durante il ‘barcheggio’, dal battello saranno distribuiti focaccia e vino bianco a tutti i partecipanti”.

Da domani mattina, presso l’ufficio turistico della Pro Loco di Camogli, saranno a disposizione i biglietti gratuiti per salire a bordo della motonave, per assistere all’evento. Sempre presso la Pro Loco si può avanzare richiesta di partecipare, con la propria imbarcazione a remi. I riferimenti sono il numero telefonico 0185 771066, oppure la mail info@prolococamogli.it, mentre la sede è in via XX Settembre 33 (orario: dal lunedì al venerdì 8.30 - 12.30 / 15.30 - 18.30; sabato: 8.00 - 12.30 / 15.30 - 18.30; domenica e festivi: 8.00 - 12.30).

“L’anno scorso - ricorda Farida Simonetti - parteciparono circa sessanta imbarcazioni. Anche per quest’anno ci aspettiamo un numero molto ampio, visto che abbiamo avuto adesioni da Nervi a Rapallo”. Sarà un po’ come rivivere l’atmosfera del Seicento, così ben ricordata nella tradizione artistica dell’epoca.

La placca in argento da cui tutto prende spunto ritrae Giovanni Andrea Doria e Polissena Landi che stanno brindando durante il ‘barcheggio’ organizzato davanti a Genova per festeggiare il proprio matrimonio, celebrato nel 1627. Il dipinto di Cornelis de Wael, invece, è stato realizzato nel 1635 ed è conservato presso il Convento delle Brignoline di Genova: sulla tela è raffigurato il ‘barcheggio’ di alcune imbarcazioni addobbate a festa che si incrociano, probabilmente davanti all’abbazia di Sant’Andrea di Cornigliano, con la Lanterna sullo sfondo.

Quanto al Dragun, parliamo di quella imbarcazione che, mezzo secolo fa, l’artigiano Ido Battistone fece uscire dalle sue mani e che, a distanza di pochissimi anni, sarebbe diventata il simbolo indiscusso di Camogli, oltre che un pezzo importante di storia della marineria ligure. Non c’entrano il dragone cinese, e neppure il mostro protagonista di tante leggende. Perché questa è una storia profondamente legata all’acqua, al mar Ligure. Da esso trae linfa e gloria, trae storia e tradizioni.

In principio, ci fu una scialuppa di salvataggio di una nave dei primi del Novecento. Ido e i suoi amici la trovarono e pensarono di farci qualcosa di unico. Un’imbarcazione che così singolare non si era mai vista: un misto tra vela e remi, con le caratteristiche tipiche dello sciabecco e della galea. Ed ecco, dalla fusione di due stili, di due modi differenti d’interpretare e sfidare le onde, che nasce l’animale… o meglio il natante che non esisteva. E che esisterà per sempre - oggi, domani e dopodomani - grazie a quel gruppo U Dragun che conta decine e decine di iscritti e che, ogni anno, fa in modo di perpetuare questa tradizione, di ribadire le proprie origini marinare, di portare in alto il vessillo di Camogli, come si faceva con altrettanto orgoglio nella notte dei tempi.

Buon vento al Dragun e buon ‘barcheggio’ a Camogli.

Alberto Bruzzone

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