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Attualità | 24 aprile 2021, 12:36

Lady Biden attesa a Genova per l’inaugurazione del Museo dell’Emigrazione Italiana (MEI) alla Commenda di Prè

Inviato l’invito ufficiale a Jill Tracy Jacobs Biden per il 27 gennaio del prossimo anno. La First Lady ha origini siciliane: il nonno Placido Giacoppo era originario di Gesso, Provincia di Messina

Lady Biden attesa a Genova per l’inaugurazione del Museo dell’Emigrazione Italiana (MEI) alla Commenda di Prè

Il 27 gennaio del 2022 potrebbe essere la data ricordata per l’arrivo a Genova di Mrs. Jill Tracy Jacobs Biden, moglie del Presidente deli Stati Uniti d’America Joe Biden. La First Lady è stata invitata per prendere parte all’inaugurazione in qualità di ‘Madrina’ del Museo dell’Emigrazione Italiana (MEI) alla Commenda di Prè, per il quale i lavori sono attualmente in corso. 

Jill Jacobs, al pari di molti altri cittadini statunitensi, ha anch’essa alle spalle una storia di emigrazione relativa ai suoi bisnonni, che erano arrivati negli Usa da Gesso, in provincia di Messina. Proprio i signori Giacoppo, stanchi di sentire pronunciare il proprio cognome storpiato da parte degli americani (non è facile pronunciare il termine correttamente in lingua inglese, soprattutto data la presenza della doppia consonante), decisero di convertire e ‘inglesizzare’ il termine per l’appunto in Jacobs. Una storia simbolica dell’emigrazione italiana che riguarda per giunta la più importante inquilina della Casa Bianca: un mix irresistibile, tanto che il Ministero dei Beni culturali ha chiesto di fare da madrina del nuovo Museo genovese a Jill Tracy Jacobs Biden, già insegnante di inglese negli istituti superiori Usa e “orgogliosa - come si dichiara lei - di appartenere alla comunità italoamericana della Pennsylvania”. 

Il MEI nasce dalla forte volontà di restituire al grande pubblico, nazionale e internazionale, la narrazione di un patrimonio vastissimo e diversificato come quello legato alla storia dell’emigrazione italiana, un patrimonio fisicamente diffuso in numerose località, italiane ed estere, custodito da enti, istituzioni statali e locali, archivi, musei, centri di studio e ricerca, associazioni di emigrati. 

Genova è stata scelta per ospitare il MEI dopo aver vinto un’agguerrita competizione nei confronti di diverse altre città italiane. Gli interventi, per un importo di circa 5,3 milioni di euro (di cui 300mila arrivano da Fondazione San Paolo per la progettazione; 3 milioni dal Mibact, nell’ambito del programma Grandi Progetti Beni Culturali e 2 milioni dal Patto per Genova, siglato tra Comune e Governo), riguardano l’adeguamento funzionale, il restauro e il risanamento conservativo della Commenda. Le finalità e le linee strategiche del MEI sono state definite nell’Accordo di Valorizzazione tra Ministero dei beni culturali, Comune di Genova e Regione Liguria, finalizzato a promuovere, mediante la costituzione del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, l’acquisizione, la conservazione, la comunicazione e l’esposizione di testimonianze materiali e immateriali relative al fenomeno. 

I visitatori saranno accolti da alcuni testimonial virtuali e accederanno nella prima zona, quella dedicata all’informazione, in cui si farà vedere come è nato il fenomeno della migrazione in generale. Poi si entrerà nell’area dedicata ai meccanismi dell’emigrazione: da una parte quelli familiari basati su storie vere messe in scena da una serie di interpreti virtuali, e dall’altra quelli di un’intera comunità. 

Al primo piano il visitatore si troverà davanti alle varie rotte e destinazioni della migrazione. Un’altra tappa è dedicata invece alla migrazione interna: dal Sud al Nord e dalla campagna alla città, e poi si arriverà all’emigrazione contemporanea. Sempre al primo piano si troverà ‘Il Memoriale’, ossia il luogo della memoria di tutte le tragedie legate all’immigrazione, dai naufragi alle stragi nelle miniere. Al secondo piano una sorpresa di grande impatto attenderà il visitatore: si tratta di un’installazione su tre livelli in cui si potrà “nelle proprie scarpe”, secondo un metodo spesso utilizzato nella museografia anglosassone, provare le stesse esperienze di un migrante al suo arrivo a destinazione. Il visitatore verrà messo davanti a un ufficiale dell’Immigration a Ellis Island e potrà conferire con un datore di lavoro, con un proprietario di case, con un maestro di scuola. L’installazione si chiama ‘Il Labirinto’. Subito dopo si troverà la sezione ‘Lavoro, lavoro, lavoro e a seguire una ludoteca per i bambini che saranno chiamati anche loro a un test simile a quello del Labirinto. Più avanti il visitatore troverà alcuni focus sulla famiglia, sulle comunità di italiani all’estero e sull’associazionismo dei migranti. 

L’ultima tappa si chiamerà ‘Libertà e partecipazione e racconterà le storie di successo degli italiani nel mondo, dalla storia di Petrosino, il poliziotto anti-Cosa Nostra, a quella di Fiorello Laguardia che diventa sindaco di New York, ai grandi architetti che si fanno una fama in Sud America. 

Redazione

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