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Municipio Bassa Valbisagno | 17 maggio 2021, 12:30

Acquedotto storico di Genova: 398 anni fa veniva posta la prima pietra

Nel giorno dell’anniversario a Molassana un incontro dedicato alla via dell’acqua: “Un’opera essenziale per la città che va valorizzata”; l’evento si può seguire anche online sulla pagina facebook del Municipio della Media Valbisagno

Acquedotto storico di Genova: 398 anni fa veniva posta la prima pietra

La prima pietra è stato posata il 17 maggio di 398 anni fa nella parte seicentesca del Ponte di Trensasco, sul Rio Torbido. E oggi l’Acquedotto storico di Genova festeggia il suo anniversario con un incontro-dibattito dedicato a ‘Rigenerazione urbana, beni ambientali e cittadini’, organizzato da Conferservizi Cisplel Liguria, Comune di Genova, Municipio Media Valbisagno, Municipio Bassa Valbisagno con il contributo della Federazione dellAcquedotto Storico.

Un’iniziativa volta alla valorizzazione di quella via dell’acqua, che per la Valbisagno e i suoi abitanti rappresenta qualcosa di più di un semplice percorso da scoprire, ma è cultura, storia, riscatto di un territorio da sempre impegnato nella sua riscoperta e promozione.

“L’Acquedotto Storico rappresenta un punto di riferimento culturale importantissimo per la vallata; la sua presenza è capace di generare opportunità di coinvolgimento dei cittadini in azioni condivise tese a salvaguardare il bene comune. Non è un semplice monumento ma è un vero strumento che genera aggregazione”, dice il presidente del Municipio della Media Valbisagno, Roberto D’Avolio.

L’opera iniziata dal Vannone nel 1623 (uno degli architetti più importanti della Repubblica di Genova, progettista tra le altre cose di Palazzo Ducale, della Loggia dei Mercanti, di Villa Paradiso) è un bene monumentale che, insieme al sistema dei Forti, è uno degli elementi preso come tema progettuale e come riferimento cardine negli studi sviluppati dagli studenti della scuola Politecnica per ricostruire la connessione tra il fondovalle urbanizzato e le colline con i loro spazi verdi e di bosco, e rappresenta il polmone verde di una delle zone più antropizzate d’Italia.

L’incontro, per parlare di quest’opera “essenziale per la città e della sua valorizzazione”, inizia alle 17 - nell’Auditorium di via Molassana 74r (visibile online sulla pagina Facebook del Municipio della Media Valbisagno) - e si divide in due momenti: si apre con i saluti delle autorità comunali e municipali e prosegue alle 17,10 con Giordano Bruschi colui che per primo con il Circolo Sertoli ha creduto e ha puntato sull’Acquedotto come risorsa per la vallata e che oggi ne racconta la storia fin dalla fondazione. Alle 17,25, l’attore Mauro Pirovano leggerà dei brani tratti dal libro di Podestà sull’Acquedotto, mentre Anna Decri dell’Istituto di storia della cultura materiale, alle 17,40, parlerà di ‘Tecniche costruttive, storia e degrado dei 40 km dell’antico Acquedotto di Genova’. A chiudere la prima parte, Gabriella Beninati ed Enrico Bertamino della Scuola Politecnica che presenteranno la tesi: ‘L’Acquedotto storico Intra Moenia’, un lavoro che prosegue quello del professore Mannoni, che ha individuato le tracce dell’Acquedotto Storico tra le mura di Genova da via Burlando alla ripa e le rende riconoscibili attraverso strumenti di realtà virtuale.

Uno strumento attraverso il quale i visitatori possono comprendere meglio le situazioni preesistenti e come l’acquedotto Storico sia un elemento strutturale della città. La seconda parte dell’evento è rappresentata da una tavola rotonda in cui si affronta il tema del rapporto tra istituzioni e comitati cittadini nella conservazione dell’antico Acquedotto dove si approfondirà anche il tema dei finanziamenti ministeriali per la salvaguardia dell’Acquedotto, dando seguito a un percorso di riqualificazione nato più di vent’anni fa dagli abitanti della vallata.

A parlarne il sindaco di Genova Marco Bucci o un suo delegato; Davide Natale presidente commissione regionale Recovery Found; Massimo Ferrante presidente del Municipio Bassa Valbisagno, che guarda a questo incontro come a un’occasione per riflettere anche su rivi e dissesto idrogeologico: “La buona cura che gli antichi avevano nel gestire il ciclo delle acque ci deve ricordare i danni che sono stati creati nel dopoguerra con la cattiva pianificazione urbanistica, che ha gestito in maniera non efficace l’aspetto idrogeologico della vallata. Soltanto ora, con la realizzazione dello scolmatore del Fereggiano e i lavori ultra ventennali della copertura del Bisagno, siamo riusciti a restituire al torrente una sua dimensione, tuttavia rimane ancora molto da fare nella cura del territorio e dei versanti dei cosiddetti rivi minori”.

Ci saranno anche Roberto D’Avolio, presidente Municipio Media Valbisagno; Giuseppe Pericu dello Studio Bettini Formigaro; Manuela Salvetti o un suo delegato della Soprintendenza ai Beni Culturali Regionali e Fausto Papini della Federazione dell’Acquedotto Storico. Modera il giornalista Emanuele Rossi. Si torna a parlare di ‘Rigenerazione urbana e beni ambientali e cittadini’, martedì 25 maggio alle ore 17 nel Municipio Bassa Valbisagno.

Rosangela Urso

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