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Eventi | 21 maggio 2021, 16:14

Alessandro Serra mette in scena 'Il giardino dei ciliegi' al Teatro Ivo Chiesa (FOTO)

"Il sentimento che pervade l’opera non ha a che fare con la nostalgia ma con qualcosa d'indissolubilmente legato all’infanzia"; dal 27 al 30 maggio

Alessandro Serra mette in scena 'Il giardino dei ciliegi' al Teatro Ivo Chiesa (FOTO)

L’estro artistico di Alessandro Serra, pluripremiato regista di ‘Macbettu’, versione barbaricina del dramma shakespeariano acclamata in tutto il mondo, rilegge in chiave esistenzialista l’ultimo capolavoro di Anton Čechov curandone, oltre alla regia, la drammaturgia, le scene, i costumi e le luci: ‘Il giardino dei ciliegi’, in scena al Teatro Ivo Chiesa di Genova dal 27 al 30 maggio alle 19, è un affresco sociale, una metafora poetica ed efficace della Russia, all’indomani dell’abolizione della servitù; un passaggio storico epocale che riverbera nel vissuto dei personaggi svelandone l’incapacità di adeguarsi all’evolversi della vita.

Un’opera di cui il regista ed autore di origini sarde ha curato la riscrittura, la scenografia, i costumi e le luci oltre alla regia, portando in superficie tutto il chiaroscuro presente nella pièce, concepita dall’autore come una commedia ma spesso messa in scena (in primis da Stanislawskij) come un dramma; nella visione di Serra si tratta di "Una partitura per anime in cui i dialoghi sono monologhi interiori che s'intrecciano, un valzerino allegro in una commedia intessuta di morte".

La storia è nota: rientrata in Russia con la figlia adolescente, dopo cinque anni trascorsi a Parigi, Ljuba viene informata della grave situazione debitoria che attanaglia il suo patrimonio e della conseguente necessità di vendere la propria casa insieme allo splendido giardino di ciliegi. Il nuovo proprietario della tenuta sarà Lopachin, ricco commerciante figlio di un vecchio servo della casata, mentre Ljuba e suo fratello Gaiev dovranno dire addio alla dimora della loro infanzia.

"Il sentimento che pervade l’opera – aggiunge Serra – non ha a che fare con la nostalgia ma con qualcosa d'indissolubilmente legato all’infanzia, come certi organi che possiedono i bambini e che si atrofizzano in età adulta. L’incombere della scure sul giardino provoca un dolore sconosciuto, un risvegliarsi di quegli organi nella loro funzione vitale. Un dolore che non ha nome e che solo guardando negli occhi il bambino che siamo stati potrà placarsi".

Massimo Bondì

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