Ogni volta che l’antifascismo militante scende in piazza mette in mostra il suo volto più becero e deteriore.
Nella giornata di ieri abbiamo assistito all’ennesima intollerabile provocazione. Nel corteo del ventennale per i tragici eventi del G8 di Genova, tra gli striscioni che hanno sfilato ne spiccava uno che recitava “NO FOIBE NO PARTY”.
È superfluo soffermarsi a spiegare per quale motivo il dramma delle foibe e l’esodo giuliano dalmata costituiscano un episodio tragico ed infamante della nostra storia patria, verso cui è doveroso mostrare rispetto, se non condivisione.
Eppure siamo convinti che nelle prossime ore non arriverà alcuna presa di distanza da parte dei paladini dell’antifascismo nostrano o del politicamente corretto, perché alla fine della storia c’è sempre chi è più uguale di altri, a cui tutto è concesso. È il gioco del pensiero unico, che impone una rilettura della storia al fine di rimuovere gli episodi scomodi, quei fatti che potrebbero mettere in dubbio i dogmi della vulgata progressista.
Ci auguriamo che chi di dovere affronti il problema nelle sedi preposte.
Come Gioventù Nazionale ribadiamo con ancor più determinazione il nostro impegno, affinché certe posizioni intollerabili non prevalgano. Affinché non venga cancellata dalla memoria la tragedia di cinquemila fratelli ammazzati a guerra finita e di trecentomila connazionali costretti all’emigrazione forzata, colpevoli soltanto di essere italiani… e perciò un ostacolo nel percorso di creazione del paradiso comunista jugoslavo.
Chiunque difenda oggi l’antifascismo militante è complice di questo schifo.
GIOVENTÙ NAZIONALE GENOVA