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Attualità | 30 luglio 2021, 15:06

Le suore rischiano lo sfratto: “Salviamo Casa Raphael e gli orti collettivi di Albaro”

Mobilitazione nel Municipio VIII Medio Levante contro lo sfratto imminente alle dodici monache di Casa Raphael; raccolte già oltre 370 firme sulla petizione online da parte dei cittadini

Le suore rischiano lo sfratto: “Salviamo Casa Raphael e gli orti collettivi di Albaro”

"Salviamo Casa Raphael e gli orti collettivi di Albaro": questo chiedono i cittadini del Municipio VIII Medio Levante di fronte alla sorte inesorabile che stanno per subire dodici monache, lo sfratto. Nel complesso monasteriale di via Byron risiedono dal 2012 le suore di Casa Raphael che affrontano percorsi riabilitativi psicofisici e spirituali fornendo assistenza e supporto alle persone bisognose come l’accoglienza di giovani migranti, la distribuzione di generi alimentari, il servizio di dog sitter ed altro ancora.

Nelle aree verdi annesse al monastero sono via via nati diversi progetti sociali tra cui la riqualificazione degli appezzamenti di terreno pertinenziali divenuti orti collettivi e didattici; inoltre sono stati organizzati piccoli spettacoli teatrali in collaborazione con la scuola media Barrili. Oggi tutto è cambiato e a settembre bisognerà trasferirsi altrove. Per impedire lo sfratto è stata appena lanciata la petizione online su change.org: ‘Salviamo Casa Raphael e gli orti collettivi di Albaro’ (https://www.change.org/p/marco-bucci-salviamo-casa-raphael-e-gli-orti-collettivi-di-albaro): “Se la cittadinanza non si fa sentire molto probabilmente tutto ciò scomparirà a causa di un’ingiunzione di sfratto esecutiva dal prossimo 30 settembre eseguita dalla proprietà del complesso: l’Ordine delle suore sacramentine di Milano che pare abbiano in progetto di realizzare (al posto del monastero e della casa di riposo per anziani adiacente Villa Albaro) una grande Rsa che vedrebbe la realizzazione di parcheggi al posto di una delle due fasce verdi e renderebbe inaccessibili gli orti ai cittadini, oltre a lasciare le suore e il loro progetto sociale senza una dimora.

Questo prezioso luogo sociale dev’essere tutelato cercando una mediazione con la proprietà e un sostegno da parte del Comune e del Municipio per trovare una ricollocazione in zona a Casa Raphael e agli orti; tutti coloro che credono nell’importanza di preservare aree fertili in città e nel valore dei progetti sociali possono firmare la petizione per salvare questa bellissima realtà”.

Le firme sono già 372 e sono destinate ad aumentare, anche la politica si sta muovendo: “Casa Raphael e gli orti collettivi didattici di Albaro - spiega Elena Putti, esponente Pd e segretaria del circolo di Albaro - sono due realtà che svolgono un prezioso ruolo sociale ed educativo a beneficio di tutti i cittadini. Sono perle rare nel nostro Municipio e pertanto vanno tutelate e incoraggiate a crescere. Il mio impegno come politica locale è quello di favorire un dialogo con la proprietà per trovare la strada di una mediazione e, nel caso questo fosse impossibile, fare in modo che il Comune e il Municipio si impegnino al massimo al fine di trovare a entrambe le realtà una ricollocazione in zona”.

Le suore all’interno della struttura, fondata da un padre cappuccino milanese e diretta dalla cofondatrice Grazia Maria Costa, confidano in questa petizione ma temono sia una battaglia persa e la prospettiva è lasciare la città: “Nei primi giorni di settembre - spiega suor Emmanuel - si discute un ricorso che abbiamo presentato, perché purtroppo da parte delle suore sacramentine non abbiamo visto alcuna apertura. La speranza è riposta nel quartiere che ha preso a cuore questa realtà, noi che già abbiamo lasciato le nostre comunità parecchio tempo fa e qui a Genova abbiamo rimesso le radici. Dovercene di nuovo andare significa aprire un’ulteriore ferita”. Oltre alle dodici suore nella comunità vive un signore anziano e due ospiti senza lavoro: nella grande struttura gli spazi sono ben definiti e uno è per Agorà che accoglie venti ragazze immigrate, che tuttavia saranno ricollocate senza alcun problema. Resta invece quello di snaturare l’esistenza delle suorine.

Il consiglio di Municipio Medio Levante non ha approvato la mozione presentata da Putti ieri sera: “Ci riferiscono - spiega - che se ne sta occupando la Curia e dovrò personalmente reperire informazioni riguardo la struttura ad esempio su eventuali vincoli della soprintendenza sul cambio di destinazione d’uso essendo questa dimora un dono della Marchesa de Ferrari. Mi domando se ci siano vincoli al piano urbanistico rispetto al progetto che si intende realizzare, così come vorrei tutelare le aree verdi, quelle degli orti, dove invece sono previsti parcheggi e mi domando se lì ci siano altri vincoli. Chiederò al Municipio di individuare un nuovo sito nel nostro quartiere per gli orti, spazio importante per la cittadinanza”.

Anche Patrizia Arrighetti, oggi assessora ai servizi alla persona nel Municipio IX Levante, si dice dispiaciuta di come la situazione si sia evoluta e di come “proprio tutti abbiano abbandonato queste suore: ho conosciuto questa realtà riguardo l’accoglienza alle donne immigrate, esperienza che mi ha colpito molto: nessuno oggi però sta aiutando queste religiose”. Pare addirittura che il comodato d’uso originale fatto sottoscrivere alle suore non sia mai stato registrato dalla proprietà annullando di fatto ogni diritto di dimora.

Rosa Cappato

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