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Attualità | 14 agosto 2021, 14:04

Parco di Portofino, Bogetti: “Il ministro vada avanti per la sua strada”

Il responsabile del Coordinamento per il parco nazionale invita Roberto Cingolani ad “applicare la sentenza del Tar senza ulteriori indugi”, i sindaci del territorio ed il presidente regionale Toti si aggiorneranno a fine agosto

Parco di Portofino, Bogetti: “Il ministro vada avanti per la sua strada”

“Il compromesso raggiunto è abbastanza deludente, dal mio punto di vista”: Ermete Bogetti, già presidente della sezione genovese della Corte dei conti, e attualmente presidente di 'Italia Nostra', parla in questa sede in veste d'ambientalista e di responsabile del Coordinamento per il parco nazionale di Portofino. Il tema è sempre il solito ovvero quello che tiene banco da almeno tre anni: il passaggio del Parco di Portofino dallo status di regionale allo status di nazionale e conseguente modifica dei confini ed allargamento della superficie.

È un dibattito molto intenso, perché pochi comuni sono favorevoli (tra questi Camogli) e molti sono contrari (Santa Margherita, Recco, Rapallo e Chiavari ad esempio): lo status di parco nazionale infatti comporta una perdita di giurisdizione territoriale rispetto a quelle aree che vengono tutelate e parecchie amministrazioni locali, nonché l’amministrazione regionale guidata da Giovanni Toti, non vedono assolutamente di buon occhio questa situazione. Il compromesso a cui si riferisce Bogetti è quello raggiunto sabato scorso tra il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, la stessa Regione Liguria e i vari sindaci del territorio del levante genovese.

Nei giorni precedenti, applicando una sentenza del Tar che ha accolto un ricorso presentato dagli 'Amici del monte di Portofino', Cingolani ha allargato ‘de imperio’ i confini, facendoli passare da mille a cinquemila ettari circa. Ma la posizione di contrarietà da parte della Regione e dei sindaci ha portato a un successivo confronto che ha avuto luogo sabato scorso alla Prefettura di Genova. Alla fine, come spiegato dallo stesso Cingolani, che in città è molto noto e stimato per aver guidato a lungo l’Istituto italiano di tecnologia, “un tavolo di lavoro sulla perimetrazione definitiva del parco sarà convocato nella terza settimana di agosto. Per quanto mi riguarda la proposta del Wwf di fare un parco nazionale di mare e di terra è molto interessante, ma l’obiettivo è ampliare i confini in una maniera intelligente. Tutti gli undici comuni lavoreranno al tavolo e ci diranno le loro istanze”.

Oltre a Santa Margherita, Portofino e Camogli che sono già all’interno dell’attuale parco regionale, gli altri comuni coinvolti sono: Avegno, Cicagna, Chiavari, Coreglia Ligure, Rapallo, Recco, Tribogna e Zoagli. Secondo Bogetti “il compromesso è deludente perché il ministro Cingolani aveva dalla sua una sentenza del Tar, e avrebbe dovuto far leva su quella. Invece siamo tornati al punto di partenza. Ci sono delle regole da rispettare e non si può continuare a far finta di nulla”.

Bogetti cita, a proposito, l’articolo 9 della Costituzione: ‘La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione’. “Lo dicono i nostri padri costituenti - commenta - non è una posizione né da salotto né radical chic. L’obiettivo per la Liguria è arrivare al 30% di aree protette lungo la sua superficie. Oggi siamo a poco più del 10%. Ci sono tutti i temi della difesa del suolo e della prevenzione dal rischio idrogeologico, non è che tutelare i territori sia un capriccio da ambientalisti e basta. In Liguria è stata ampiamente superata, e dico ampiamente, la soglia del consumo del suolo, e si continua ad andare avanti non tenendo minimamente conto delle conseguenze. Abbiamo delle amministrazioni locali che invece di andare incontro all’ambiente, vanno incontro ai cacciatori e al cemento”.

Il responsabile del Coordinamento per il parco nazionale di Portofino fa presente che si sta “andando contro anche alle indicazioni da parte dell’Europa. Per questo non comprendo la retromarcia del ministro Cingolani. Che cosa vogliamo lasciare alle future generazioni? C’è poi il discorso degli entroterra: far parte di un Parco Nazionale, per certi comuni delle aree interne è un’occasione enorme, dalla quale potrebbero trarre solamente benefici. Invece sta prevalendo la miopia di chi intende consumare ancora un po’ di suolo. Rispetto al Parco Nazionale, la perdita di potere dei sindaci sarebbe esigua. Ora spero soltanto che il ministro Cingolani dimostri resipiscenza e porti avanti quanto già tracciato. Giusto sentire gli amministratori locali, ma è giusto anche sentire i cittadini e le associazioni: perché la maggior parte delle persone questo Parco Nazionale lo vogliono eccome”.

A definire la strada da percorrere è il presidente regionale Toti: “Entro agosto ci siamo presi l’impegno con il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, di presentare una proposta di perimetro, governance e regole di salvaguardia del Parco Nazionale di Portofino. Il ministro Cingolani ci ha assicurato che il percorso si intraprenderà solo se ampiamente condiviso da tutti i partecipanti. Il parco si farà solo se condiviso a pieno dagli enti territoriali, vissuto come un’opportunità dai cittadini e senza imposizioni”.

Secondo Toti “la proposta del Wwf è la base iniziale, con delle regole di salvaguardia che non possono essere quelle ventilate oggi, ad esempio sul divieto assoluto di sorvolo del Parco anche il ministro ha convenuto che è un qualcosa di impensabile, così come le opere di difesa costiera o per snellire il traffico. Metteremo mano alle perimetrazioni e alle regole di salvaguardia per far sì che un parco così particolare, altamente antropizzato e importante dal punto di vista economico, possa avere tutte le virtù del parco nazionale senza avere danni”.

Lo scontro, ideologico e non, sarà ancora molto lungo.

Alberto Bruzzone

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