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Politica | 27 ottobre 2021, 17:21

Quasi 300.000 euro per mitigare il rischio idrogeologico nell’entroterra del Tigullio

Lungo la Sp26 in località Santa Lucia dove a maggio s'è verificato un movimento franoso con lo sgombero di alcune abitazioni ai piedi del versante

Quasi 300.000 euro per mitigare il rischio idrogeologico nell’entroterra del Tigullio

Ammonta a circa 297.000 euro l’investimento di Regione Liguria per la realizzazione di un intervento di mitigazione del rischio idrogeologico nell’entroterra del Tigullio, lungo la Sp26 in località Santa Lucia dove nel maggio scorso, a seguito di forti precipitazioni, s'è verificato un movimento franoso con lo sgombero di alcune abitazioni ai piedi del versante: ad annunciare l’avvio dell’opera è stato l’assessore regionale alla Protezione civile e difesa del suolo Giacomo Giampedrone che ha effettuato un sopralluogo insieme alla sindaca Francesca Garibaldi.

Ad innescare la frana, in un’area caratterizzata da terrazzamenti a uliveto, sono state, nella prima metà del mese di maggio, piogge di significativa intensità, con picchi di oltre 70mm giornalieri e cumulate di quasi 140mm. Il materiale franoso ha invaso il letto del rivo sottostante, lungo il quale si è incanalato sotto forma di colata rapida trasportando a valle numerosi arbusti divelti.

"Con questo finanziamento – ha spiegato Giampedrone – andiamo a dare risposta ad una situazione di grave criticità che ha colpito il Comune di Né la scorsa primavera, quando si è verificata la frana che ha costretto all’evacuazione i residenti della zona. L’intervento che sosteniamo come Regione Liguria è un intervento strutturale ed è volto alla messa in sicurezza del fronte franoso e permetterà ai cittadini il rientro nelle loro case. Servirà in ogni caso un’indagine approfondita per caratterizzare il fenomeno e capire se i lavori saranno sufficienti o se sarà necessario intervenire ulteriormente. Regione Liguria resta in ogni caso al fianco del Comune di Né perché, come detto in molte altre occasioni, obiettivo del nostro mandato è la lotta al dissesto idrogeologico e l’aumento della resilienza del nostro territorio".

L’intervento previsto si articola in diverse fasi che, inizialmente prevedono: il confinamento del ciglio di frana attraverso realizzazione di cordolo su micropali tirantato al fine di limitare la possibile estensione a monte del fenomeno; la realizzazione di una prima barriera al piede del versante in frana, sul pendio in sponda sinistra del rivo di altezza 3,50 metri e lunghezza pari a 30 metri; la realizzazione di una seconda barriera alla base del colamento entro il rivo di altezza 6 metri, lunghezza pari a 15 metri alla sommità e 4 metri al piede. In assenza di una pista di arroccamento per l’accesso ai siti l’intervento dovrà avvenire con l’ausilio di elicottero.

Comunicato stampa


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