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Cultura | 15 dicembre 2021, 10:55

L’affondamento della Bianca Costa va in scena

La ‘Compagnia Questioni di danza’ diretta da Silvia Nevoso presenta ‘Il Cameriere della Bianca C’ di Ivano Malcotti, con la regia di Mauro Pirovano

L’affondamento della Bianca Costa va in scena

L’affondamento della Bianca Costa va in scena. È impossibile dimenticare la drammatica vicenda dell’affondamento della nave da crociera della Costa, avvenuto il 24 ottobre 1961, una tra le più grandi tragedie marinaresche. Dopo una violenta esplosione in sala macchine al largo di Grenada la Bianca Costa, grande transatlantico passeggeri genovese, era in fiamme. Oltre due vittime, furono 12 i marittimi ustionati ma i passeggeri tutti salvi grazie al sangue freddo e il coraggio dell’equipaggio e del capitano genovese Francesco Crevato, sceso per ultimo dalla nave.

Dell’evento si legge sul sito della Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli: ‘La nave proveniente da Napoli e diretta a La Guayra (Venezuela), aveva fatto scalo a Grenada e il 22 ottobre 1961, si trovava all’ancora nella baia tropicale di St. George’s. Tutto accadde improvvisamente per effetto di una violenta esplosione allo starter del motore di sinistra, che provocò un incendio al quadro elettrico della Sala Macchine. In coperta si era appena concluso lo sbarco dei visitatori e l’imbarco degli escursionisti, la nave era in partenza. I passeggeri ammontavano a 362, mentre l’equipaggio era formato da 311 marittimi, in gran parte rivieraschi, il resto era campano. Le vittime furono due: il genovese Natale Rodizza, 2° macchinista di 33 anni, e lo spezzino Umberto Ferrari, fuochista di 50 anni. Con un’operazione di salvataggio da manuale, diretta e condotta dal comandante genovese Francesco Crevato, furono immediatamente calate in mare le scialuppe di salvataggio da ciascun lato della nave che, per effetto dell’acqua imbarcata in funzione antincendio, cominciò a inclinarsi da un lato. I passeggeri riuscirono a raggiungere la spiaggia anche e soprattutto per il tempestivo intervento di numerose imbarcazioni locali, che non temettero certo di avvicinarsi alla nave in fiamme. Fu proprio per il coraggio di questi grenadini che fu possibile salvare quasi 700 persone in meno di un’ora’.

Notevole e instancabile fu la partecipazione di tutti gli isolani alla complessa operazione di soccorso che aveva coinvolto a suono di tam-tam l’intera popolazione dell’isola e la loro opera d’accoglienza fu apprezzata anche e soprattutto dal punto di vista umano e psicologico. Gli armatori grazie al gesto dell’equipaggio ne lodarono pubblicamente l’ammirevole comportamento.

Ora questa vicenda va in scena in occasione dei sessant’anni dall’affondamento. La ‘Compagnia Questioni di danza’ diretta da Silvia Nevoso presenta ‘Il Cameriere della Bianca C’ di Ivano Malcotti, con la regia di Mauro Pirovano. L’idea nasce da un testo scritto da Malcotti, che il noto attore Mauro Pirovano porta sul palco come laboratorio nelle sue scuole e lo stesso fa l’Associazione Parkinson, un primo passo per farla conoscere alla cittadinanza.

“Abbiamo deciso di iniziare proprio a fine anno, con i laboratori dell’associazione e la scuola di Pirovano, la compagnia di Marassi, in concomitanza con l’anniversario di quel fatto così tragico”.

Malcotti conobbe Sandro, il cameriere che sulla Bianca C lavorava, testimone della vicenda e sopravvissuto. “Incontrai Sandro, il protagonista, in una Rsa di Montoggio in occasione dei nostri incontri di teatro terapia”.

E così è nata quest’opera proprio dal racconto personale di quell’affascinante cameriere, una sceneggiatura ricca di particolari, come gli stessi personaggi da lui descritti, e che Sandro riuscì anche ad ascoltare poco prima di mancare, commosso per quello che il suo racconto è diventato. Dopo sessant’anni la Bianca C va in scena, come un diario, ricco di particolari, anche personalissimi, uno spaccato di quell’epoca, di lusso e divertimento, ma anche passione, amori e musica, ‘in bianco e nero’.

Nell’incipit dell’opera teatrale si legge: “Nel porto c’è una piccola statua, la copia minore del Cristo degli Abissi dell’Abbazia di San Fruttuoso, quella che è qui vicino a noi, tra Portofino e Camogli. La copia di St. George’s è posta sulla banchina principale del porto. Questo simbolo della nostra marineria è stato donato dalla Società Costa agli abitanti di Grenada, per la coraggiosa opera di soccorso offerta ai naufraghi della nave passeggeri Bianca C. Ed è proprio di questa storia che oggi, vi vogliamo parlare”.

Rosa Cappato

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