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Sanità | 12 gennaio 2022, 09:39

Covid, Oms: "Entro due mesi metà Europa contagiata, ma per i vaccinati è come l'influenza"

Intanto, proprio per l’aumento vertiginoso dei contagi e il tracciamento ormai saltato, c’è chi propone di non diffondere più i casi giornalieri

Covid, Oms: "Entro due mesi metà Europa contagiata, ma per i vaccinati è come l'influenza"

Entro due mesi la metà della popolazione europea sarà contagiata a causa della variante Omicron. Lo prevede l’Oms aprendo la porta a scenari di contagi di massa causati da una variante la cui capacità di trasmettere il virus non ha eguali. Diversi studi però confermano che Omicron, a differenza di Delta sia meno letale, soprattutto per le persone vaccinate con dose booster, per le quali non è più pericolosa dell’influenza.

Il bollettino quotidiano di ieri in Italia mostra come i contagi abbiano abbondantemente superato quota 200mila, e si sia sfiorata quota 300 morti. Numeri da record per quanto riguarda i casi positivi, ma decisamente più bassi se paragonati con lo scorso anno, su morti e ospedalizzati.

In Liguria, dove ieri i casi erano quasi 9300, le persone ricoverate in ospedale sono 729, di cui 43 in terapia intensiva. Secondo i dati di Alisa, 36 di questi sono non vaccinati, gli altri 7 sono invece vaccinati con comorbilità e/o ospedalizzati per patologie covid correlate.

Intanto, proprio per l’aumento vertiginoso dei contagi e il tracciamento ormai saltato, c’è chi propone di non diffondere più i casi giornalieri.

“Il numero dei contagi – spiega il sottosegretario alla salute Andrea Costa - di per sé non dice nulla, è necessario soffermarsi sui dati di ricoveri e terapie intensive”. Dello stesso parere Donato Greco, epidemiologo del Comitato Tecnico Scientifico: “sarebbe un’ottima idea far diventare settimanale il bollettino. Noi del Cts stiamo discutendo se parlarne col Governo”. D’accordo anche l’infettivologo del San Martino Matteo Bassetti, che ha chiesto la sospensione della diffusione del bollettino quotidiano: “Mette solo ansia”, ha detto.

Contrario all’idea Cesare Cislaghi, ex presidente della Società italiana di epidemiologia, “Sarebbe come censurare l’epidemia. Bisogna bloccare questa idea malsana. La prevenzione deve essere fatta sui contagi e non sui ricoveri. Non beiamoci del fatto che molti contagiati hanno pochi sintomi, talvolta simili a un’influenza”.

Redazione

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