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Politica | 10 febbraio 2022, 20:15

Scontri di piazza Corvetto, dopo la condanna presidio antifascista al Ducale, gli avvocati: "Sentenza ingiusta, faremo appello" (FOTO e VIDEO)

Il presidio, organizzato da Genova Antifascista, ha preceduto il corteo diretto a piazzale Parenzo, dove è in corso la commemorazione del Giorno della Memoria, a cui prenderà parte anche Casapound

Scontri di piazza Corvetto, dopo la condanna presidio antifascista al Ducale, gli avvocati: "Sentenza ingiusta, faremo appello" (FOTO e VIDEO)

Dopo la condanna di 43 dei 47 antifascisti protagonisti degli scontri di piazza Corvetto del 23 maggio 2019, gli attivisti si sono dati appuntamento in serata nell’atrio di palazzo Ducale, dove, insieme agli avvocati, hanno commentato la sentenza di questa mattina, alla quale è stato annunciato un ricorso in appello.



Il presidio, organizzato da Genova Antifascista, ha preceduto il corteo diretto a piazzale Parenzo, dove è in corso la commemorazione del Giorno della Memoria, a cui prenderà parte anche Casapound.

E’ una sentenza che per alcuni dati ci coglie un po’ di sorpresa, – ha commentato l’avvocato Laura Tartarini a La Voce di Genova – soprattutto per alcune pene molto elevate, a posizioni per le quali non sono state concesse le attenuanti generiche. In parte sono persone che sono venute in aula a raccontare la propria esperienza e a spiegare le proprie motivazioni, quindi hanno avuto un comportamento processuale ottimo del quale bisognava in qualche modo tenere conto, ma evidentemente il tribunale ha ritenuto di non farlo. Le altre pene sono più basse, ma vanno da un anno, un anno e due mesi, un anno e tre mesi che per la resistenza a pubblico ufficiale non aggravata, nel nostro Foro non sono certamente consuete, anche perché si tratta di resistenze in cui fortunatamente non si sono verificate lesioni, sono tutti lancia fatti da lontano prevalentemente non contro le forze dell’ordine, ma spesso contro i militanti di opposta fazione che si trovavano in piazza Marsala, e comunque avvenuti a fronte di un attacco della polizia che è stato in parte spropositato e in parte ingiustificato, nel senso che se non ci fosse stato un lancio così approfondito di lacrimogeni e quindi la conseguente reazione di rabbia e paura da parte dei manifestanti, probabilmente la giornata avrebbe avuto un esito diverso”.

Di tutte queste ragioni – continua – che noi abbiamo provato a fare entrare in questo dibattimento, il tribunale non ha tenuto alcun conto, anche delle attenuanti che noi avevamo invocato, tra le quali quella di aver agito per particolari motivi di valore sociale e morale. Vedremo tra quindici giorni quali sono state le motivazioni che hanno condotto il tribunale a questa decisione e certamente proporremo un’impugnazione”.

C’è il sospetto che ci sia stata una motivazione politica per questa condanna?

Non credo, - spiega l'avvocato - al contrario credo non si sia tenuto nessun conto della motivazione politica per cui agiva quella piazza. È chiaro che la politica non deve entrare nei tribunali, ma nel nostro ordinamento delle norme ci sono, tra cui quella di aver agito per motivi di particolare valore morale e sociale. Un conto è se faccio una resistenza perché il vigile mi sta contestando un eccesso di velocità e io gli tiro un pugno in faccia, un conto è se faccio una resistenza perché cercavo di contestare un comizio di una forza politica che peraltro quattro mesi fa è stato richiesto venisse messa fuori legge, e la polizia non mi consente di fare la manifestazione perché gasa la piazza intera. Secondo me di questo avrebbe dovuto tenere conto il tribunale, che non è tanto una motivazione politica, quanto invece un’attenuante prevista dal nostro ordinamento”.

Francesco Li Noce


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