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Eventi | 03 marzo 2025, 19:15

“Mezzo secolo di diritto del lavoro": il confronto sulla trasformazione del mercato in Italia

La presentazione del libro di Pietro Ichino ha coinvolto esponenti del mondo imprenditoriale e giuslavoristi, con un focus sui cambiamenti che hanno segnato il panorama lavorativo nazionale e internazionale

La presentazione del libro "Mezzo Secolo di Diritto del Lavoro" di Pietro Ichino ha offerto un'interessante occasione per riflettere sull'evoluzione del mondo del lavoro in Italia. L’evento, svoltosi al Bi.Bi. Service di via XX Settembre, ha visto la presenza di numerosi esponenti del mondo dell’imprenditoria genovese, ed è stata occasione di confronto sul tema.

All’interno del volume, pubblicato lo scorso ottobre, si possono trovare quindici scritti pubblicati negli ultimi cinquant’anni, scelti tra quelli che un gruppo di giuslavoristi della nuova generazione ritiene abbiano influito maggiormente sull’evoluzione del diritto del lavoro.

Ichino ha evidenziato come, nel secondo dopoguerra, il sistema fosse rimasto bloccato da diversi "tabù". Tra questi, ha menzionato il monopolio statale del collocamento e l’inderogabilità rigida del contratto collettivo nazionale di lavoro, sottolineando come questi "tabù" stiano gradualmente cadendo, anche grazie all'armonizzazione con il resto d'Europa. Allo stesso tempo, Ichino ha evidenziato la difficoltà nel superare il regime di "Job Property", legato a una concezione proprietaria del posto di lavoro, un sistema che rischia di creare iniquità.

Antonio Gozzi, presidente di Duferco e di Federacciai, e consigliere speciale del presidente di Confindustria Orsini ha espresso apprezzamento per il libro di Ichino, definendolo "un capolavoro". Gozzi ha elogiato la capacità dell'autore di "sintetizzare la riflessione di uno studioso non fazioso, curioso del nuovo, profondo nelle riflessioni che non si limitano solo il diritto del lavoro, ma che toccano anche l'evoluzione dei sistemi d'impresa e dell'organizzazione del lavoro".

Durante la discussione è emerso un punto chiave: il cambiamento nel rapporto tra aziende e lavoratori. Gozzi ha sottolineato come, sempre più spesso, "sono i lavoratori che scelgono le aziende". Questo implica un maggiore impegno da parte delle imprese nel fidelizzare i propri collaboratori, trasformandoli in risorse preziose, in un contesto di crescente competizione per attrarre e trattenere i talenti.

Questa dinamica sta portando a un ribaltamento del ruolo tradizionale del diritto del lavoro. Gozzi ha notato come "il diritto del lavoro che è sempre stato un diritto a tutela dei lavoratori, che erano visti come la parte più debole del rapporto di lavoro, in molti casi oggi si ribalta. Spesso sono le imprese i soggetti più deboli, e questo dipende dalla legge della domanda e dell'offerta, nel senso che oggi c'è una richiesta non soddisfatta, di skills, di professionalità". La difficoltà crescente nel trovare personale qualificato mette le aziende in una posizione di svantaggio, spingendole a cercare soluzioni contrattuali innovative e flessibili.

Ichino ha poi fatto riferimento al referendum previsto per il 2025: “Questa iniziativa non otterrà il risultato pensato - sostiene - perché l’Italia ormai fa parte integralmente del sistema Europeo, e l’armonizzazione col resto d’Europa, la regione del mondo in cui il lavoro è meglio tutelato, è irreversibile”.

Chiara Orsetti

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