Arrivano con le loro moto, fanno rumore e sono a servizio dei bambini vittime di abuso.
Sono i B.A.C.A., i Bikers Against Child Abuse, un'organizzazione internazionale che nasce 26 anni fa negli Stati Uniti d'America, che si è sviluppata in numerosi paesi nel mondo, Italia compresa, e che, dal 2013, è presente anche a Genova.
Abbiamo incontrato Xena, la segretaria del Lighthouse Chapter di Genova e, da poco, segretaria nazionale dell'organizzazione in Italia e ci ha raccontato che cos’è B.A.C.A.
“Siamo motociclisti, e questo è uno dei requisiti per far parte dell’organizzazione, ma il punto fondamentale è che siamo sempre disponibili per i bambini” racconta Xena.
È impegnativo come tipo di volontariato, è difficile far coincidere la vita quotidiana di ognuno con i tanti impegni dell’ organizzazione. Ma l’equilibrio si può raggiungere e le nostre porte sono sempre aperte a tutti”.
Come ci racconta la segretaria, l’organizzazione internazionale vanta oltre un quarto di secolo di storia e nasce negli Stati Uniti. “Ci sentiamo una grande nazione, ci piace definirci così. Abbiamo regole e procedure ben definite, senza le quali sarebbe impossibile tenere in piedi un'organizzazione internazionale come la nostra”.
Ma come si entra a far parte di B.A.C.A.?
“Sebbene ogni membro di B.A.C.A. sia diverso dagli altri per la sua situazione familiare, lavorativa, sociale abbiamo tutti in comune i valori del mondo biker: fratellanza, lealtà, integrità, onore e rispetto sono fondamentali e vogliamo portarli ai bambini maltrattati che stanno vivendo un momento difficile in seguito ad un evento traumatico. L’ organizzazione ha diverse competenze ma il nostro obiettivo principale è quello di rendere sicuro l’ambiente in cui vive il minore, permettendo di ritrovare fiducia e sicurezza per non avere più paura del mondo in cui vive. Tramite la nostra presenza ed essendo per loro un riferimento positivo, i minori capiscono che non tutti gli adulti sono “cattivi” come quelli che hanno inflitto loro le sofferenze attraverso le quali sono passati”.
Xena spiega poi che ogni sede locale (“Chapter”) collabora con le istituzioni presenti sul territorio e che ora a Genova, oltre alla rete già esistente, sta per essere finalizzato un accordo di collaborazione con il Gaslini. L'attività del Chapter è un grande lavoro di squadra dove ognuno è chiamato a fornire il proprio contributo secondo la sua disponibilità e le sue attitudini personali. Lo spirito di fratellanza aiuta a mantenere l'armonia indispensabile per un gruppo attivo e funzionale.
“Quando mi segnalano delle situazioni di difficoltà, vengo contattata direttamente dalla figura che in quel momento ha la responsabilità genitoriale del minore (genitori, assistenti sociali, o altri responsabili) che mi illustra le caratteristiche del possibile caso. Dopo aver verificato con il consiglio direttivo del Chapter la presenza di alcuni requisiti fondamentali, decidiamo insieme se prendere o meno il caso”.
La collaborazione inizia con l’incontro tra B.A.C.A. e il minore e la famiglia o i tutori legali.
“Incontriamo il bambino - racconta ancora Xena – e se è d’accordo, accetta di diventare parte della nostra famiglia. Festeggiamo la sua scelta con una cerimonia alla quale vengono invitati membri di altri Chapter provenienti dal resto d’Italia e da altri paesi in Europa. Ognuno di noi si presenta al minore facendogli sentire che siamo tutti lì per lui. Gli regaliamo un gilet con le toppe che ha già scelto lui durante l’incontro. Spesso i bambini sono sorpresi, ma dopo lo stupore iniziale si rilassano e si lasciano trasportare dal momento”.
Al minore vengono affidati due membri (“Primary Contacts”) che si rendono disponibili 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno, ogni volta che il bambino ne ha bisogno. I “Primary Contacts” vengono scelti in base alle loro caratteristiche personali e a quelle del minore di cui dovranno prendersi cura.
Gli incontri con loro avvengono ogni quindici giorni e dopo ciascuno di essi vengono redatti brevi resoconti confidenziali con le informazioni più salienti.
“Un’altra attività di B.A.C.A. è quella di accompagnare i nostri bambini in tribunale. Se i minori devono comparire in tribunale, li accompagniamo noi. Lo stesso vale nel caso di incontri protetti. È fondamentale ricordare che il nostro obiettivo è quello di essere di supporto ai minori: l’interazione con l’eventuale abusante è evitata in ogni modo, mentre viene garantita la sicurezza del bambino. Dopo un certo periodo, sono i bambini stessi a staccarsi da noi quando non hanno più bisogno, è un percorso molto naturale”.Ogni membro di B.A.C.A. affronta un periodo di formazione che dura almeno un anno. Durante questo periodo vengono proposti corsi di vario tipo, da quelli incentrati sul funzionamento del Chapter fino a quelli legati all'interazione con i bambini.
“Bisogna imparare, a volte, a non fare nulla. A stare in silenzio e mettere a disposizione semplicemente la propria presenza - conclude Xena - Non è il giro in moto della domenica. Serve tempo e dedizione oltre alla voglia di affrontare un lungo percorso di formazione. Noi ci presentiamo sul territorio, parliamo di quello che facciamo ma non facciamo reclutamento, le persone devono volersi unire a noi e alla nostra Missione.”
Chiunque fosse interessato ad avere maggiori informazioni, può contattare il Lighthouse Chapter di Genova scrivendo a secretary@lh-ita.bacaworld.org.
Per richiedere l’intervento di B.A.C.A. su un minore maltrattato, l’indirizzo da utilizzare è ChildLiaison@lh- ita.bacaworld.org. Il Chapter ha inoltre una HelpLine attiva: 331.125-5858.














