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Economia | 21 marzo 2022, 07:08

Con la guerra in Ucraina scarseggiano i mangimi per animali, l'appello delle Regioni: "Soluzioni o si rischia l'abbattimento dei capi"

“Sappiamo che l'Ucraina è il granaio d'Europa, – commenta a La Voce di Genova l'assessore regionale ad agricoltura e allevamento Alessandro Piana – il mais è alla base dei mangimi animali, e mancando è evidente che a livello nazionale si debba fare qualcosa in autotutela”

Con la guerra in Ucraina scarseggiano i mangimi per animali, l'appello delle Regioni: "Soluzioni o si rischia l'abbattimento dei capi"

Come non bastasse la peste suina, anche il conflitto Russia-Ucraina mette a rischio gli allevamenti italiani che dallo scoppio della guerra sono alle prese con una drastica riduzione della fornitura dei mangimi per animali in gran parte importati dall'est Europa.

Il problema è stato affrontato in commissione al senato, alcuni giorni fa, quando gli assessori regionali agli allevamenti hanno incontrato i ministri all'agricoltura e allo sviluppo economico Stefano Patuanelli e Roberto Cingolani ai quali sono state evidenziate le problematiche relative all'approvvigionamento dei mangimi, già ridotto dalla siccità che non ha consentito un determinato quantitativo di prodotto.

Sappiamo che l'Ucraina è il granaio d'Europa, – commenta a La Voce di Genova l'assessore regionale ad agricoltura e allevamento Alessandro Piana il mais è alla base dei mangimi animali, e mancando è evidente che a livello nazionale si debba fare qualcosa in autotutela”.

L'Europa da anni ha diminuito la produzione di mangimi in tutti i paesi membri prediligendo il principio della rotazione che prevede di alternare la produzione di anno in anno.Abbiamo chiesto che il sistema venga messo in discussione, perché in questo momento dobbiamo sfruttare tutta la superficie disponibile”, spiega Piana.

La prima soluzione è quella di allargare i canali di approvvigionamento in Ungheria e negli Stati Uniti, ma, soprattutto per quanto riguarda le scorte provenienti da oltre oceano, il caro petrolio porterà i costi a lievitare.

Siamo in oggettiva difficoltà, in Liguria non abbiamo grandi numeri, ma penso a realtà più grandi come Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna”, aggiunge Piana.

Se le scorte dovessero continuare a scarseggiare da qui a un mese, la soluzione più drastica potrebbe essere l'abbattimento degli animali. “Questa è un'ipotesi da scongiurare, l'abbattimento dei capi di bestiame è sensato se si tratta di fronteggiare un'emergenza sanitaria come per la peste suina, ma per motivi economici è l'estrema ratio”, commenta ancora Piana, che insieme agli altri rappresentanti delle regioni ha chiesto di sbloccare l'utilizzo delle riserve di crisi e rivedere la politica agricola comune.

Abbiamo anche sollecitato i ristori alle categorie e richiesto di rivedere la percentuale dei finanziamenti per chi investe nel settore. Oggi un finanziamento al 60% non è sufficiente, bisogna rivedere tutte le percentuali al di sotto del 100%”, conclude l'assessore.

Francesco Li Noce

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