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Sanità | 21 marzo 2022, 11:21

Omicron 2, Bassetti: "Non è quinta ondata", Crisanti: "Inutili nuove restrizioni"

"E' la prima ondata di un virus depotenziato per le sue conseguenze cliniche", dice Bassetti. Crisanti: "Contagi scendono con vaccini e guariti"

Matteo Bassetti

Matteo Bassetti

Con la ripresa dei contagi gli esperti si interrogano sull'opportunità di allentare le misure come deciso dal governo in vista della fine dello stato di emergenza, il cui termine è previsto per il 31 marzo. Oggi però si è alle prese con Omicron 2, la nuova variante considerata dominante in sette regioni su venti, considerata più contagiosa del 30% rispetto a Omicron 1. All'aumento dei contagi, fortunatamente non corrisponde un incremento degli ospedalizzati.

Tra coloro che si sono espressi il professore di microbiologia all’Università di Padova Andrea Crisanti, che in un'intervista a La Stampa ha definito inutile pensare a nuove misure restrittive: “Non servono assolutamente a nulla, come peraltro dimostrato anche nei mesi scorsi. Quando a gennaio abbiamo sfiorato i 250 mila casi al giorno eravamo in piena fase di restrizioni che però si sono rivelate ininfluenti. La curva dei contagi poi è scesa solo grazie alle vaccinazioni e ai guariti dal virus. La verità è che dobbiamo metterci il cuore in pace: prima o poi ci contageremo quasi tutti. Ma basta non appartenere alla categoria dei fragili e il problema si risolve”.

Sul tema è intervenuto anche il primario del reparto di malattie infettive del San Martino Matteo Bassetti, che dalla sua pagina Facebook scrive: “Io non credo che siamo di fronte ad una quinta ondata di covid in Italia almeno per come abbiamo vissuto le ondate precedenti. Siamo di fronte ad una prima ondata di una infezione completamente diversa, di un virus 2.0 rispetto a quello che abbiamo visto nelle ondate precedenti. E' la prima ondata di un virus depotenziato per le sue conseguenze cliniche perché non è paragonabile alle precedenti quattro ondate e perché i nostri ospedali hanno pressione zero. Ovvero, questo aumento dei contagi non porta ad una malattia grave.

Se vediamo i numeri, l'incremento dei nuovi casi è ormai costante da 10-15 giorni e quindi avremmo già dovuto vedere un aumento sui ricoveri e sulle terapie intensive se avesse portato ad una malattia grave. Dobbiamo monitorare, fare attenzione ma i vaccini funzionano eccome. Si parla dei rischi legati alla variante Omicron 2 ovvero alla gemella più espansiva di Omicron 1.

Non mi pare così aggressiva, ma è molto contagiosa e l'aumento dei casi ne è la prova. Può recidivare nel 3-4% dei casi. Omicron rispetto a Delta, secondo uno studio pubblicato su 'Cell', fa produrre un numero di anticorpi dieci volte inferiore, in qualche modo è in grado di colpire più volte anche a distanza ravvicinata. I contagi cresceranno ancora ma non ci saranno le forme gravi.

Il ciclo vaccinale con la dose booster non è bucato dalla variante Omicron 2 ma in Italia abbiamo molti che hanno fatto due dosi vaccino e poi la malattia. Se è vero che con Omicron 2 si ha una risposta immunitaria dieci volte inferiore, forse vale la pena per queste persone di fare la terza dose anche dopo l'infezione naturale. Magari nelle persone più anziate e con comorbidità anche dopo aver avuto Omicron dovrebbero fare la terza dose
”.

Sull'ipotesi quarta dose, Crisanti non sembra d'accordo: “È del tutto inutile. È necessaria solo per le persone fragili, per gli altri secondo me non serve. O meglio, io sono propenso ad affermare che chi la vuole fare può procedere tranquillamente, ma in maniera categorica la consiglio solo ai fragili. I dati parlano chiaro: il 90-95% dei decessi appartiene alla categoria dei fragili. Quindi vanno protetti nella maniera più assoluta. Gli altri devono accettare l’ipotesi di contrarre il virus. Smart working e tamponi per badanti la vera soluzione”.

Redazione

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