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Politica | 26 marzo 2022, 09:27

Guerra, Marras: "Ucraini come i nostri partigiani? Assolutamente no"

"Differenze ce ne sono tante, a cominciare dal fatto che i nostri partigiani si battevano per la democrazia mentre in Ucraina si stanno scontrando due regimi nazionalisti: in quello scenario di guerra, non esiste un buono, esistono due cattivi"

Guerra, Marras: "Ucraini come i nostri partigiani? Assolutamente no"

"Sono in molti, non solo a Genova, che sentono il bisogno di intervenire militarmente in Ucraina: se si paragona Putin a Hitler, per fare un esempio, occorre poi esserne conseguenti, dicendo che si vuole la terza guerra mondiale, perché nel ’1939-’40 è stata quella la reazione a Hitler (e a Mussolini). Ovviamente, a dirlo sono quelli non partiranno mai per il fronte". Lo scrive in una nota la candidata sindaca de 'La Sinistra Insieme' Antonella Marras.

"Per fortuna i semplici cittadini sono più coscienziosi di questi soloni in mimetica e non si fanno molto abbindolare da un’informazione scandalosamente schierata con l’elmetto a stelle e strisce; infatti si pronunciano in larga maggioranza contro il semplice (ma, al contempo, gravissimo) invio di armi ad un paese belligerante: sanno che la pace si prepara parlando di pace, non di guerra!

Ma, si dice, gli ucraini non sono come i nostri partigiani?

Assolutamente no! Differenze ce ne sono tante, a cominciare dal fatto che i nostri partigiani si battevano per la democrazia mentre in Ucraina si stanno scontrando due regimi nazionalisti: in quello scenario di guerra, non esiste un buono, esistono due cattivi. Certo: Putin è il più cattivo, è l’aggressore. Ma anche l’altra parte non scherza: nasce da un colpo di stato cruento, favorito dall’intervento armato di milizie dichiaratamente naziste, oggi integrate nell’esercito regolare, ha messo fuorilegge diversi partiti e, sul piano internazionale, ha fatto della sua gente carne da macello, al servizio dell’espansionismo Nato.

Insomma: in Ucraina si combattono il marcio e la muffa, due modelli di stato nazionalisti e antidemocratici. Partigiani non ne vediamo. Vediamo gente che, certamente, ha diritto a difendersi. Vediamo gente mandata a morire, su tutti e due i fronti. Al solito sono i due popoli che ci rimettono. Noi solidarizziamo con loro, con i popoli. Come uscirne? Unico modo è favorire colloqui di pace, altro che gridare 'ora arrivo io e vi faccio vedere!'. E sanzioni. E isolamento politico.

Certo, ci piacerebbe che questa attenzione ed empatia fossero espresse anche per altri aggressioni, dato che guerre, macerie, profughi, bambini che piangono, tanti, troppi, morti, ci sono anche in Palestina, in Kurdistan, in Yemen, in Siria, in Eritrea, ecc.. Fosse stato sempre fatto, ora l’ONU avrebbe ben altro peso politico".

Redazione


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