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Sanità | 02 aprile 2022, 07:00

Zucchero: la dolce verità

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Zucchero: la dolce verità

Vi siete mai chiesti perché l’uomo è così attratto dal sapore dolce? Torniamo un po' indietro nel tempo! Per l’uomo primitivo la naturale attrazione per i sapori dolci è stata funzionale, perché, in natura, quasi tutto ciò che è dolce, non è velenoso. I vegetali producono carboidrati (zuccheri) catturando l’energia solare e fissandola in un composto di carbonio, idrogeno e ossigeno.

Il regno vegetale è costituito principalmente da carboidrati che rappresentano, da sempre, un ottimo cibo per l’uomo, in quanto sono la prima fonte di energia che utilizza il corpo.

Il nostro organismo può utilizzare i carboidrati in maniera istantanea, se ha bisogno di energia, oppure può convertirli in glicogeno, per immagazzinarli al bisogno. Oltre al fattore nutrizionale, c’è però anche un altro fattore che ci spinge alla ricerca di zuccheri, ed è una motivazione psico-emozionale, legata al preciso momento della nostra nascita. Quando nasciamo, il primo “atto di amore” che riceviamo è il cibo che ci viene donato, avvolti nell’abbraccio materno, mentre ci nutriamo del suo latte.

In questo modo, per il neonato il cibo e l’affetto materno si legano indissolubilmente. Entrambi diventano una “coccola dolce”: il latte “materno” contiene in larga parte lattosio (zucchero), oltre a piccole quantità di altri Oligosaccaridi, mentre l’abbraccio è un potente gesto “affettivo”. Ecco perché, simbolicamente, il “cibo zuccheroso” soddisfa, oltre i bisogni nutrizionali del corpo, anche i bisogni di nutrimento affettivo.

Il fatto di identificare il cibo dolce con la “coccola amorosa” provoca un’esperienza di “fame emotiva”, ogni qualvolta andiamo in deficit di affetto. Il neonato cerca per istinto il cibo zuccheroso e solo nel momento dello svezzamento inizia ad approcciarsi agli altri sapori. Purtroppo, per quasi la totalità dei bambini, il sapore dolce rimane l’unico desiderato, anche in una età in cui dovrebbero essere introdotti altri cibi, ricchi di nutrienti fondamentali per la loro crescita psicofisica. Infatti, la maggior parte delle proposte alimentari dirette ai bambini sono costituite da cibi iper-zuccherati: merendine, biscotti, torte, marmellate, bibite e succhi industriali. Ma non finisce qui, perché i dolci vengono, di solito, utilizzati per premiare o stimolare il bambino ad ottenere un risultato, trasformando il cibo zuccheroso in una sostanza di “conforto emotivo”.

Il problema è che non stiamo parlando degli zuccheri contenuti naturalmente nella frutta e nella verdura, nei legumi o nei cereali integrali, ma di zuccheri aggiunti e sintetici con un pesante impatto sulla salute del bambino.

Questo eccesso di zuccheri nel sangue dei più piccoli li predisporrà a soffrire da adulti di patologie legate, non solo a scompensi metabolici/ormonali, ma anche a tutte le affezioni che hanno come base, ad esempio, la disbiosi intestinale (essendo lo zucchero il cibo preferito dai patogeni del nostro Microbiota) o ad alterazioni della sfera psicoemotiva come l’ansia e la depressione.

Il vero problema è che lo zucchero è diventato in meno di cinquant’anni la “droga” più diffusa al mondo! Del resto, sono sempre più numerose le testimonianze di medici e scienziati indipendenti che spiegano in modo chiaro come tutti i cibi ed i prodotti industriali, anche quelli considerati salutari, contengano troppe quantità di zucchero. Lo zucchero è ovunque! E il suo eccesso è causa di sovrappeso, obesità, diabete e di quasi tutte le malattie cronico degenerative che stanno dilagando in modo impressionante in questi ultimi anni.

La Nutrigenomica ci sta mettendo in guardia da questo “subdolo nemico” travestito da “amico fedele e coccoloso”. Oggi è risaputo che ciò che mangiamo, determina modificazioni sostanziali nel nostro organismo, anche a livello dei nostri geni. In particolare, proprio l'abnorme consumo di zucchero viene visto come una delle principali cause di infiammazione. Sto parlando di una infiammazione corporea “silente”, quasi sempre asintomatica nelle prime fasi. L’infiammazione silente è una infiammazione cronica di bassa entità che penetra nel circolo sanguigno e va a colpire aree differenti del nostro corpo, compreso il cervello! Un terreno infiammato è sempre un terreno fertile per ogni tipo di patologia e scompenso. Dietro a questo eccesso di zucchero si muove il marketing senza scrupoli di questa nostra società dei consumi e degli abusi.

Lo zucchero crea dipendenza! Non abbiamo bisogno di prove scientifiche! Il corpo umano è programmato per ottenere energia dai carboidrati e, pur essendo in grado di trarla anche dalle proteine e dai grassi, la ricava molto più facilmente, e con minore produzione di scorie, proprio dai carboidrati. L'uomo dovrebbe cibarsi solo di zuccheri che provengono direttamente dal mondo vegetale, per scinderli in energia a disposizione del corpo e della mente.

Gli alimenti vegetali inoltre forniscono al corpo anche tutti i micro-nutrienti di cui esso necessità, oltre alla fibra che contribuisce al corretto funzionamento dell'apparato digerente. Purtroppo, il nostro cibo, nell’ultimo mezzo secolo, è molto cambiato: l'uomo ha imparato a estrarre il dolce dai vegetali e ad aggiungerlo ai cibi conservati, dando vita ad alimenti super concentrati di zuccheri che si riversano nel sangue, determinando un aumento rapido della glicemia.

Il problema è che, quando questi zuccheri non vengono utilizzati, perché l'organismo non ne necessita, questi vengono accumulati e trasformati in grassi, alterando anche il quadro lipidico, oltre a quello glucidico. L'equilibrio glicemico è probabilmente il fattore più importante nel determinare il livello energetico e il controllo del peso.

Lo stesso appetito dipende in ampia misura dal livello degli zuccheri nel sangue (glicemia). Quando la glicemia diminuisce avvertiamo lo stimolo della fame e siamo spinti a mangiare. Il glucosio, ottenuto dalla digestione dei carboidrati che mangiamo, si riverserà in circolo nel sangue e in seguito al comando dell'insulina entrerà nelle cellule come combustibile per produrre energia. Se il glucosio è eccessivo, l'organismo ne trasforma la quantità eccedente in glicogeno che viene immagazzinata principalmente nel fegato, nei muscoli oppure nell'adipe che è la nostra riserva di energia di lunga durata.

Il problema è che questo meccanismo di assorbimento e utilizzo degli zuccheri a scopo energetico, in questi ultimi anni, è saltato a causa di una alimentazione sempre più processata e ricca di zuccheri artificiali e grassi idrogenati. Moltissime persone soffrono di alterazioni della regolazione glicemica con pericolosi picchi glicemici e sono sempre più numerose le diagnosi di diabete, patologia che rappresenta una forma estrema di squilibrio della glicemia.

Il diabete è una patologia che non si genera nel nostro organismo da un momento all’altro, ma è l’effetto di tutta una serie di scompensi cronici come la disbiosi intestinale, la tossiemia, l’acidosi, il malassorbimento, il sovrappeso, gli scompensi cardiocircolatori e la disfunzione epatica.

Nello specifico, il diabete Tipo 2 è un disordine cronico caratterizzato da anomalie a carico del metabolismo dei carboidrati, delle proteine, dei grassi. L'incidenza del diabete 2 è in continua crescita, assumendo ovunque, nel mondo, proporzioni "epidemiche". I motivi alla base di questo incremento sono da ricercarsi nei profondi cambiamenti dello stile di vita delle persone, primo fra tutti l’enorme quantità di zucchero e di sostanze tossiche introdotte nel nostro cibo. Le curve di incidenza di aumento di questa patologia sono allineate con le curve dei grafici che raccontano l’aumento del consumo del cibo industriale.

Questo tipo di diabete deriva da uno stato di insulino-resistenza a livello di tessuto muscolare e adiposo e della concomitante alterata secrezione di insulina. Questi fattori causano un aumento della glicemia che, nel lungo periodo, porta allo sviluppo di complicanze croniche, sia micro-vascolari (retinopatia, neuropatia, nefropatia) che macro-vascolari (ipertensione, cardiopatia ischemica, vasculopatia periferica). Ma alla base di uno scompenso così grave, ci sono sempre profonde alterazioni gastrointestinali, anche asintomatiche: disbiosi, malassorbimento, ritenzione di tossine a livello intestinale e naturalmente una alterazione della funzionalità epatica (steatosi epatica ed epatomegalia). Poi c’è tutta la componente psico-emozionale che può contribuire all’insorgere di questa grave patologia. Poco per volta, giorno dopo giorno, quasi senza accorgercene, lo squilibrio emozionale va ad appesantire i nostri organi, apparati e sistemi.

Ad esempio, la rabbia scarica sul fegato e il corpo, sotto stress continuo, inizia a produrre grandi quantità di catecolamine (adrenalina e dopamina) che inibiscono il rilascio dell’insulina dalle cellule beta del pancreas. Questo meccanismo, in soggetti geneticamente predisposti, può contribuire al diabete. Dal punto di vista psicosomatico, il diabete rappresenta la “fame di affetto” negato e non ricevuto. Il diabetico, attraverso la malattia, esprime il suo bisogno di nutrimento affettivo rimasto inappagato. Viviamo in una società sempre più anaffettiva, sarà per questo motivo che nel mondo soffrono di diabete circa 300 milioni di persone?

Redazione

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