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Attualità | 24 maggio 2022, 12:41

"Mettiamoci in gioco", le associazioni liguri chiedono ai futuri amministratori di impegnarsi contro il gioco d'azzardo

La campagna nazionale che ha come obiettivo il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo chiede ai prossimi amministratori di condividere i temi del progetto

"Mettiamoci in gioco", le associazioni liguri chiedono ai futuri amministratori di impegnarsi contro il gioco d'azzardo

Mettiamoci in Gioco è una campagna nazionale che ha come obiettivo il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo, promossa al fine di informare e sensibilizzare le persone sui pericoli connessi all’azzardo stesso nonché a formulare proposte di contenimento di questo pericoloso fenomeno.

In tale impegno Mettiamoci in Gioco unisce associazioni, molte delle quali confessionali, organizzazioni del terzo settore, enti pubblici, sindacati, giuristi e semplici cittadini.

Il gioco d’azzardo, attraverso un’ascesa pressoché irrefrenabile, ha assunto oramai da anni dimensioni di volumi di denaro impressionanti, che in più di un’occasione danno luogo a fenomeni degenerativi di natura economica e sociale. Per avere piena contezza di cosa significa l’azzardo, mettiamo all’attenzione alcuni dati: nell’arco temporale che va dal 2006 al 2016 in Italia sono stati veicolati nei canali del gioco 759 miliardi di Euro, con una perdita netta per i giocatori di oltre 181 miliardi. In

tempi più recenti, ovvero nel 2020 e in una fase così infausta caratterizzata dalla venuta della Pandemia Covid – 19 unitamente ai dati dell’incremento delle povertà (in Italia ci sono 5,6 milioni di persone che vivono in condizione di povertà totale) i numeri che il Comparto dei giochi ha comunque registrato sono decisamente preoccupanti. 

 

In questo anno, infatti, la spesa nel gioco in Italia ha superato gli 80 miliardi di Euro che, tanto per intenderci, significano il valore economico del Terzo Settore (economia sociale) nell’anno in questione.

Nonostante l’Italia rappresenti uno dei Paese dove si gioca di più, non esiste una vera e propria legge organica che regola la materia del gioco d’azzardo: nel nostro Paese le normative che regolano il gioco sono molto ampie e l’intera offerta è di fatto disciplinata dai Codici Civile e Penale, da leggi speciali, da sentenze della Corte Costituzionale, da innumerevoli decreti in materia e dal Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza (Codice Penale del 1930 agli articoli 718 e seguenti e Codice Civile del 1942 agli articoli 1933 e seguenti, sentenza della Corte Costituzionale n.237 del 2006 e nel TULPS del 1931 nell’articolo 110, e da provvedimenti contenuti nelle Leggi di Stabilità/Bilancio.

L’azzardo è azzardo e genera crescente povertà e sofferenza: ogni Ligure spende a testa circa 1.380 euro all'anno. (Dati riferiti al 2019) È un dato ovviamente forzato perché non tutti i cittadini giocano. Almeno 1,3 milioni gli italiani sono affetti dalla malattia del gioco d'azzardo e circa 2.500.000 sono a rischio. Lo Stato incassa dal gioco legale 10,6 miliardi di euro e le mafie ricevono da quello illegale non meno di 20 miliardi di euro.

 

La raccolta pro capite nelle province della Liguria è stata: Genova 1.330 euro, Savona 1.652 euro, La Spezia 1.471 euro, Imperia 1.132 euro. 

Il volume di denaro giocato in Italia nel 2019 è aumentato del 3,5%, attestandosi sul valore di 110,5 miliardi di euro. Erano 47milioni e 554mila euro nel 2008. La raccolta (l’ammontare delle giocate effettuate dalla popolazione su tutti i giochi disponibili su rete fisica) pro-capite (calcolata sulla popolazione maggiorenne residente in Italia) nel 2019 è stata pari a 2.180 euro. 

Prosegue inarrestabile la crescita della raccolta online (gioco a distanza): nel 2019 è stata pari a 36,4 miliardi di euro (+16% rispetto al 2018), un terzo delle giocate complessive in Italia. La media nazionale – calcolata sulla popolazione maggiorenne – è di 717 euro.

Il Gioco online è aumentato del 70% negli ultimi 4 anni

Quello che incassa lo Stato dall’azzardo  è un affare solo sulla carta: le entrate sono inferiori ai costi sociali e sanitari e le mafie hanno infiltrato il mercato. Il settore deve cambiare rotta, per garantire maggior equilibrio tra esigenze d’impresa, salute e sicurezza pubblica. In Italia 18 milioni di persone giocano almeno una volta l’anno e oltre un milione e mezzo di loro non sono in grado di gestire il denaro e il tempo che destinano al gambling.  La patologia DGA - Disturbo da Gioco d’Azzardo - produce effetti devastanti sulla vita delle persone, ma non è tutto. 

 

La criminalità organizzata ha pesantemente infiltrato il settore legale dell’azzardo a scopo di riciclaggio alimentando, al contempo, un mercato parallelo di gioco clandestino. L’assenza di una normativa organica, l’avvento del gioco on line, il gioco illegale e quello minorile, la pervasività delle mafie e le conseguenze del Covid-19, offrendo poi a Stato ed Enti locali indicazioni concrete per l’attuazione di possibili riforme e azioni per prevenire il fenomeno. 

 

In previsione delle prossime elezioni, le associazioni e organizzazioni liguri di “Mettiamoci in gioco” richiedono ai candidati sindaco di impegnarsi a far applicare la legge regionale 17 del 2012 sul gioco d’azzardo che detta norme finalizzate a prevenire il vizio del gioco, anche se lecito, e a tutelare determinate categorie di persone, oltreché a contenere l’impatto delle attività connesse all’esercizio di sale da gioco sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull’inquinamento acustico e sulla quiete pubblica. 

Prevede altresì che l’autorizzazione all’esercizio del gioco lecito e delle sale da gioco non venga concessa nel caso di ubicazione in un raggio di 300 metri da luoghi sensibili frequentati da giovani (scuole, parchi strutture sportive) o residenzialità sanitarie e socioassistenziali. 

 

Sarebbe dovuta entrare in vigore il 2 maggio del 2017, ma così non è stato. Con il DDL 191 del 2018 è stata prorogata, e quindi non applicata, fino alla data di entrata in vigore del DDL 192 testo unico in materia di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico.

 

Se fosse stata applicata avrebbe comportato una seria regolamentazione per gli esercizi commerciali dotati di macchinette: per Genova avrebbe significato l’eliminazione del 90% delle slot dai locali commerciali.

 

Nelle more di una legge che disciplini la materia del gioco muovendo dalla tutela della salute pubblica prima che dagli introiti economico finanziari

 

Chiediamo ai candidati di dichiarare formalmente il loro impegno in tal senso già in campagna elettorale e di affrontare il problema delle dipendenze e del disagio sociale prodotti, specie alle fasce più deboli della popolazione, dalla pratica patologica del gioco d’azzardo. 

 

In particolare, ai futuri amministratori, chiediamo di:

* Adottare e/o deliberare per mezzo di leggi e/o regolamenti locali, regionali, nazionali, ordinanze sindacali ogni e qualunque forma di disciplina che sia in grado di contrastare il dilagare del fenomeno e delle sue degenerazioni di carattere sociale ed economico anche in ordine alla individuazione di luoghi sensibili presenti o di futura ubicazione sui territori determinandone le debite distanze minime da rispettare da strutture di vendita e punti gioco d’azzardo di ogni ordine e grado;

* aggiornare e tenere sotto controllo le statistiche sul numero di apparecchi, consumi e spesa nel territorio;

* promuovere (anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni del Terzo Settore specializzate) momenti di formazione istituzionale circa i pericoli prodotti dalla pratica e dall’abuso dei giochi, nonché di sensibilizzazione sui temi rivolti ai giovani e alla cittadinanza;

* attuare, attraverso gli organi preposti, controlli finalizzati al divieto di gioco ai minori di anni 18 presso tutte le strutture che vendono gioco d’azzardo;

* contingentamento dei tempi di accesso a VLT e slot nei locali commerciali;

Redazione

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